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24 novembre csoa Corto Circuito “Solidarietà e Libertà”
csoa Corto Circuito
via Filippo Serafini 57
PER SOSTENERE KARLOS
DETENUTO IN ITALIA DA QUASI 9 MESI A RISCHIO ESTRADIZIONE!!!
Dopo nove mesi di reclusione in stato di isolamento, il nostro compagno Karlos e’ a rischio estradizione. Mercoledi’ 25 novembre infatti, e’ fissata l’udienza della Corte di Cassazione che si esprimera’ sulla richiesta della Spagna che, nel 2000 ha condannato Karlos Garcia Preciado a 16 anni di reclusione per il presunto danneggiamento di una filiale di una banca ad Andoain.
La detenzione di Karlos e’ stata resa ancora piu’ dura, per lui e per la sua famiglia, dal trasferimento, un mese fa, nel carcere di massima sicurezza di Rossano Calabro. Per denunciare questa situazione e la complicita’ dell’Italia in questo ennesimo “caso basco”, invitiamo tutte e tutti a partecipare alla conferenza stampa che si terra’ il 24 novembre, alle 11:30 all’aula esteri della Camera dei deputati. La sera dello stesso giorno, al csoa Corto Circuito, e’ prevista un’iniziativa con cena a sostegno delle spese legali; un’occasione per fargli sentire la nostra vicinanza e per parlare della costante repressione nei confronti dei dissidenti baschi, costretti a vivere in clandestinità come nel caso di karlos o rinchiusi nelle carceri francesi e spagnole come i recenti casi di Aingeru e Piol e dell’organizzazione internazionalista Askapena.
KARLOS ASKATU!
ELKARTASUNA ETA ASKATASUNA!
TUTTI LIBERE!
ONGI ETORRI URTZA! TUTTI E TUTTE LIBERE!
Centinaia di persone, ininterrottamente per diversi giorni, avevano protetto con i loro corpi Urtza sul ponte di Ondarroa, per resistere contro l’arresto. Noi come caso basco, così come tutte le realtà solidali con Euskal Herria, in quei giorni abbiamo seguito con attenzione e trasporto quanto stava avvenendo nel vivace e combattivo paesino sulla costa basca. Le immagini circolate in rete e i racconti delle nostre compagne e compagni lì presenti ci confermavano con chiarezza sia la persistenza della dura repressione contro la dissidenza basca, sia, allo stesso tempo, la forza e determinazione con cui le compagne e i compagni baschi resistono (https://www.youtube.com/watch?v=gVCEyBlsYLU)
LIBERTA’ PER AINGERU E PIOL !!!
Apprendiamo in queste ore dell’infame condanna e dell’imminente arresto per i nostri compagni Aingeru e Piol, giudicati lo scorso novembre dall’audiencia nacional, per un presunto reato di Kale Borroka avvenuto nel 2001.
Ancora una volta la spagna perseguita compagni baschi per presunti reati legati alle lotte sociali in Euskal Herria, a distanza di decine di anni, utilizzando prove estorte sotto tortura o rubate illegalmente.
Complici e solidali con i nostri fratelli Aingeru e Piol!
AINGERU ASKATU!
PIOL ASKATU!
MAITE ZAITUGU!
http://uncasobascoaroma.noblogs.org/post/2014/11/03/3-novembre-con-aingeru-e-piol/
http://uncasobascoaroma.noblogs.org/post/2014/12/01/da-roma-a-euskal-herria-solidarieta-con-aingeru-e-piol/
23 giugno, con Karlos contro l’estradizione! TUTTI LIBERE!
Dal 24 marzo Karlos è rinchiuso a nel carcere di rebibbia.
Tre lunghi mesi in regime di isolamento, rotti solo dalle visite dei familiari più stretti e di qualche istituzionale e dalla solidarietà di chi segue la sua vicenda. Nel frattempo la spagna ha mandato al tribunale italiano la richiesta ufficiale per l’estradizione di Karlos.
L’udienza è stata fissata per il 23 giugno.
Se Karlos venisse estradato dovrebbe scontare in un carcere spagnolo i 16 anni cui è stato condannato nel 1997, per il presunto incendio doloso di una filiale bancaria del comune di Andoain. Una condanna spropositata che si regge su un fragilissimo impianto accusatorio, come spesso avvenuto nel caso di militanti indipendentisti baschi.
Molto probabilmente li dovrebbe scontare a centinaia di km da Euskal Herria, come accade alla quasi totalità dei detenuti baschi, per la politica spagnola della dispersione,che rinchiude i prigionieri il più possibile lontani dalle loro case, costringendo le famiglie che si recano in visita a continui spostamenti di tantissime ore con le conseguenti difficoltà come spese economiche, stress e fatica, incidenti stradali.
Per Karlos sarebbe una dispersione doppia, perché oltre alla lontananza dalla famiglia d’origine ci sarebbe quella ancora maggiore dalla famiglia che ha scelto e costruito, e che si trova in Italia, composta dalla sua compagna e da suo figlio, che è ancora un bambino.
Il caso di Karlos é solo uno dei tanti e troppi casi di assurda persecuzione della dissidenza basca da parte delle autoritá spagnole e francesi. Come Karlos é stato colpito quasi 20 anni fa da un processo politico orientato a colpire e reprimere duramente chi militava nelle organizzazioni giovanili della sinistra indipendentista basca, anche oggi l’Audiencia Nacional continua a processare e a far arrestare le compagne e i compagni di Segi, l’attuale organizzazione giovanile indipendentista, equiparando la loro militanza politica ad atti di terrorismo.
Cosí come Karlos decine di compagne e compagni baschi sono stati costretti all’esilio per evitare il gianto di ferro dell’apparato repressivo spagnolo.
Cosí come Karlos, centinaia di compagne e compagni baschi si trovano ancora in carcere, quasi sempre in regime di dispersione, per accuse e condanne legate alla loro militanza per una Euskal Herria libera e socialista.
Dopo quasi 4 anni dalla fine definitiva della lotta armata di Eta, nonostante le diverse indicazioni ad opera di diverse autoritá internazionali, madrid e parigi continuano a rimanere immobili, senza voler iniziare in manira concreta ed effettiva un vero processo di pace che, affrontando tutte le conseguenze del conflitto, e quindi anche il destino delle prigioniere e dei prigionieri politici baschi, possa permettere di voltare definitivamente pagina, per costruire un solido scenario di risoluzione del conflitto.
Denunciare l’assurditá della condanna di Karlos, opporsi alla sua estradizione, é un tassello della piú ampia moblitazione e pressione popolare che a Roma, in Italia e a livello internazionale spinge per la fine dello stato di eccezione contro la dissidenza basca, e per l’avvio di una fase di vera di risoluzione del conflitto.
Karlos libero!
Karlos Askatu!
NO ALL’ESTRADIZIONE!
Il 23 giugno ore 9 presidio a piazzale Clodio, insieme ai compagni processati per il corteo del 14 dicembre 2010.
Le lotte sociali non si arrestano!
Borroka da bide bakarra!
La lotta è l’unico cammino!
TUTTI LIBERE!
16 E 17 MAGGIO MOBILITAZIONE CONTRO L’ARRESTO DEI 7 GIOVANI DI SEGI
#ResistGasteiz
Il 6 maggio sono arrivate le condanne per 7 dei 28 giovani di Segi, processati nei mesi scorsi.
12 di loro già erano stati assolti in precedenza mentre ora sono arrivate le condanne per appartenenza a banda armata e 9 assoluzioni.
In contemporanea con la sentenza 4 dei 7 sono stati prelevati dall’anti terrorismo e tradotti in carcere mentre gli altri 3 al momento non si sono ancora resi reperibili.
Per il 16 e 17 maggio è stata lanciata una mobilitazione nazionale in solidarietà con i giovani di Segi perseguitati e torturati in questi anni, condannati e nuovamente incarcerati pochi giorni fa.
Elkartasuna eta Askatasuna!
Solidarietà e Libertà!
ASKAPENA AURRERA, Manifesto di Solidarietà Internazionalista!
Askapena è un’organizzazione internazionalista del movimento popolare basco che conta ormai 27 anni di lotta e impegno politico.
L’obiettivo che si è preposta è una Euskal Herria internazionalista, pertanto contribuisce alla costruzione nazionale e sociale del suo popolo per ottenere l’indipendenza e il socialismo per il Paese Basco e tutti gli altri popoli.
ADERIAMO E PUBBLICHIAMO IL
Manifesto di solidarietà internazionalista riguardante il processo contro Askapena e i 5 militanti internazionalisti baschi:
Cinque anni fa lo Stato spagnolo effettuò una retata contro otto militanti di Askapena; oggi lo Stato spagnolo, tramite il suo pubblico ministero, ha reso pubblica la richiesta di sei anni di carcere per cinque di loro e l’illegalizzazione di Askapena e di altre realtà a essa collegate.
Un nuovo attacco repressivo contro il popolo basco, che si aggiunge al lungo elenco di misure fasciste che lo Stato spagnolo utilizza per chiudere i mezzi di comunicazione e illegalizzare partiti politici e organizzazioni del movimento popolare basco.
Questa volta lo Stato spagnolo si è scagliato direttamente contro l’internazionalismo. In qualità di Stato imperialista vuole neutralizzare il lavoro che i militanti baschi hanno sviluppato in tutti questi anni. Un internazionalismo impegnato con la lotta del proprio popolo, solidale con i diversi processi rivoluzionari nel mondo e che riceve solidarietà dagli altri popoli coinvolti.
Come se non bastasse, lo Stato cerca di criminalizzare anche la solidarietà internazionalista verso Euskal Herria. Secondo la sua visione reazionaria, il lavoro che facciamo come Euskal Herriaren Lagunak (EHL – Comitati di solidarietà con il popolo basco) è una semplice appendice di Askapena all’estero. Pretendono di criminalizzare anche le diverse “Brigate” basche che da decenni partono da Euskal Herria per conoscere le realtà dei nostri popoli in lotta. Ma cosa possiamo aspettarci da uno Stato imperialista? Difficilmente potranno capire che l’internazionalismo è la tenerezza dei popoli. Per noi, la lotta del popolo basco merita solidarietà perché è legittima, ribelle e liberatrice. La lotta di Euskal Herria la sentiamo nostra, così abbiamo deciso e per questi motivi continueremo a dimostrare la nostra solidarietà alla lotta di questo popolo fratello.
Vogliamo invitare i singoli, i collettivi e le organizzazioni ad aderire a questo Manifesto e a fare proprie le seguenti richieste e responsabilità:
-Esigere la fine di tutti i processi politici contro il popolo basco, in particolar modo il processo contro Askapena e i cinque internazionalisti baschi
-Esigere la fine della criminalizzazione dell’internazionalismo, soprattutto della solidarietà contro il popolo basco.
-Continuare il lavoro di solidarietà internazionalista tra i popoli, specialmente verso Euskal Herria.
Siamo internazionalisti, per questo Euskal Herria non cammina da sola!
ASKAPENA AURRERA!!!
Euskal Herriaren Lagunak
Inviare la propria adesione a italia.ehl@gmail.com
16 Aprile MARTXA eta BORROKA @ L.O.A. ACROBAX
GIOVEDì 16 APRILE @ IL L.O.A. ACROBAX via della Vasca Navale 6
Di ritorno da Euskal Herria..
Dopo aver incontrato i compagni e le compagne di Karlos, e aver partecipato con loro al presidio per la liberazione dei PRESOAK che si tiene ogni venerdì..Dopo aver manifestato nelle strade di Ondarroa per la libertà dei detenuti malati, rinchiusi nelle carceri spagnole..
Dopo aver corso un pezzetto della storica Korrika che attraversa l’intero Paese Basco, nel nome di Karlos e della libertà di tutti e tutte..
*AGGIORNAMENTI
*VIDEO E
*PINTXOS
CON UN CASO BASCO A ROMA
DALLE ORE 19
MARTXA ETA BORROKA…PERCHE’ LA LOTTA E’ ANCHE ALLEGRIA!
SERATA A SOSTEGNO DI KARLOS E DELLE SPESE LEGALI!
Marzo 2015 UnCasoBascoARoma in Euskal Herria..con Karlos!
Mesi fa avevamo deciso di partecipare alla Korrika ma, come spesso accade in Euskal Herria, è stato un viaggio denso di incontri politici e di solidarietà attiva, di momenti di scambio e di crescita collettiva:
Ad Andoain con i compagni, le compagne e i familiari di Karlos, ad Ondarroa nel corteo per la liberazione dei presoak e in particolare di quelli malati..
Siamo partit* per partecipare alla Korrika, la maratona popolare a
sostegno della lingua basca, l’euskera.
Una lunga corsa che dal 1980, ogni 2 anni, attraversa le 7 province di Euskal Herria senza mai fermarsi, di giorno e di notte.
Durante la corsa singoli, collettivi, associazioni, si passano un testimone che racchiude un messaggio che viene letto l’ultimo giorno, nell’atto conclusivo della Korrika.
Il messaggio di quest’anno ha sottolineato il forte legame tra la lotta a sostegno dell’euskera, una lingua minorizzata, e le altre lotte politiche e sociali in corso in Euskal Herria: “nella piazza e in euskera, si combatte contro le ingiustizie sociali”.
Il km che abbiamo sottoscritto si trovava nella discesa di Barazar, nella provincia di Bizkaia, scendendo verso il paese di Zenauri.
Impressionante la partecipazione popolare a questo evento culturale, tanto nei paesi, nelle campagne, nei centri più piccoli, quanto nelle città più grandi, fino ad arrivare l’ultimo giorno a Bilbao con un grande evento che ha visto oltre 60 mila persone riversarsi nelle strade per celebrare la lingua e la cultura basca.
Emozionante per noi partecipare e contribuire a un pezzetto di questa storia, raccogliere il testimone e trasportarlo qualche centinaio di metri in avanti al grido incessante di TIPI TAPA TIPI TAPA KORRIKA, che veniva dalla camionetta che precedeva la maratona e dalla folla che l’accompagnava.
Con noi i compagni e le compagne di Santutxu insieme a quell* conosciuti in questi anni durante la vicenda di Lander e Aingeru e nel percorso di solidarietà e scambio con Euskal Herria.
In particolare sta volta siamo arrivati nel Paese basco con una motivazione fondamentale, riportare nella sua terra la storia Karlos, rinchiuso in isolamento nel carcere di Rebibbia da più di un mese, per un reato di Kale Borroka risalente al 1997, per il quale è stato condannato nel 2000 a 16 anni di carcere.
Per questo abbiamo corso con il suo nome stampato sulle magl
iette e portando trai vari striscioni che parlavano di libertà per i prigionieri e le prigioniere, anche una ‘pankarta‘ con scritto Karlos Libero Karlos Askatu!
Inoltre questo viaggio è stato l’occasione per visitare Andoain, il paese di Karlos, conoscere i suoi compagni e la sua famiglia, partecipare con loro al presidio che ogni venerdì i solidali e i familiari dei pres@s fanno in tutta Euskal Herria.
Ascoltando le loro parole abbiamo potuto constatare,come già sapevamo, che Karlos, nonostante vivesse da 15 anni in italia, è per tutti loro un compagno costretto alla latitanza e all’esilio dall’assurda condanna che gli era stata imposta, e dalle infami leggi spagnole che perseguitano la popolazione basca da decine e decine di anni.
Ci siamo ri-conosciuti nell’Herriko Taberna di Andoain, nelle scritte sui muri, negli striscioni, nei sorrisi, nelle strette di mano complici e solidali, al di là della distanza dei luoghi in cui viviamo e delle lingue diverse che parliamo.
Durante la nostra permanenza in Euskal Herria abbiamo avuto anche la possibilità di partecipare al corteo che si è svolto ad Ondarroa per la liberazione di Ibon “Iparra” e di tutti i detenuti malati.
Conoscevamo Ondarroa attraverso le straordinarie immagini che 2 anni fa ci avevano raccontato del muro di resistenza popolare, l’Herri Harresia, che aveva impedito per 3 giorni l’arresto di Urtza.
Questa volta un grande corteo cui hanno partecipato persone provenienti da tutta EH, ha sfilato per le strade della cittadina di pescatori, per concludersi in una grande piazza con i discorsi dei famigliari di Ibon e un canto in omaggio a “Iparra”, detenuto a madrid nonostante sia gravemente malato, e per chiederne la liberazione, insieme a quella de* presoak malati in generale.
La manifestazione si è sciolta cantando tutti insieme e a gran voce l’Eusko Gudariak. https://www.youtube.com/watch?v=PN-Ljep9Tr0
Nei giorni trascorsi in Euskal Herria abbiamo visitato diversi luoghi e incontrato vecchi e nuovi compagn* , da tutt* abbiamo apprezzato la grande accoglienza e disponibilità verso la ITALIAKO KUADRILLA.
A tutt* loro va il nostro ringraziamento, ESKERRIK ASKO, e il nostro arrivederci, AGUR…. eta BENGA!!!!!
Karlos: dal 24 febbraio in regime di isolamento, in un silenzio assordante!
20 marzo 2015
Siamo in attesa delle motivazioni del rifiuto della richiesta di arresti domiciliari per Karlos.
Una decisione assurda che mantiene il nostro compagno ancora in regime di isolamento nel carcere di Rebibbia.
In questi giorni sta crescendo la rete di solidarietà con Karlos, i suoi famigliari, compagni e amici, con iniziative di finanziamento e informazione in diverse città italiane. Una rete di solidarietà e di controinformazione che sarà necessario sviluppare ed estendere nelle prossime settimane. Si avvicina infatti la data entro la quale la famigerata audiencia nacional spagnola dovrà inviare i documenti per ufficializzare la richiesta di estradizione di Karlos, e pertanto sarà cruciale la campagna contro la sua estradizione, e per denunciare le falle dell’impianto accusatorio che ha portato alla sproporzionata e assurda condanna per terrorismo nel 1997.
Dal giorno dell’arresto di Karlos si registra un assoluto silenzio da parte dei media mainstream (che, nei rari casi in cui si sono occupati del caso, si sono limitati a riportare la velina del ministero della giustizia spagnolo).
Un velo di silenzio che è necessario squarciare, perché nel silenzio la lunga mano della repressione spagnola ha gioco facile.
Parlare di Karlos, opporsi alla sua estradizione e denunciare l’assurdità della sua condanna, vuol dire denunciare l’immobilismo dei governi di madrid e parigi nella risoluzione del conflitto in Euskal Herria, a quasi quattro anni dalla fine unilaterale e definitiva della lotta armata da parte di Eta; vuol dire denunciare i processi politici che, oggi come nel 1997, colpiscono duramente il movimento giovanile della sinistra indipendentista basca; vuol dire denunciare il continuo uso del teorema accusatorio secondo cui “tutto è ETA”, utilizzato dai giudici spagnoli per reprimere e illegalizzare organizzazioni politiche e movimenti sociali, come l’organizzazione internazionalista Askapena; vuol dire denunciare la criminale politica di dispersione che tiene le prigioniere e i prigionieri politici baschi a centinaia di chilometri di distanza dai loro cari; vuole dire parlare delle decine di rifugiati ed esiliati politici baschi che, per l’immobilismo di madrid, sono ancora costretti a rimanere lontani dalla loro terra e dalla possibilità di poter contribuire attivamente alla creazione della Euskal Herria libera e in pace di domani. Sostenere Karlos e la sua opposizione all’estradizione, vuol dire sostenere chi viene colpito dalla repressione per lottare per una società più giusta.
Karlos askatu! Denak Askatu!
Karlos libero! Tutte liberi!
COMPLICI E SOLIDALI CON KARLOS!
ALL REDS ROMA E SPARTACO RUGBY
C.S.O.A. CORTO CIRCUITO , 25 ANNI DI OCCUPAZIONE
ENOTICA, FORTE PRENESTINO- ROMA
ITALIA-GALLES , RUGBY 6 NAZIONI, STADIO OLIMPICO-ROMA
Laboratorio cultura indipendente & laboratorio hip-hop meticcio stayreal/rapnoize – CSO RICOMINCIO DAL FARO- ROMA
6 marzo Roma- Andoain sorelle nella solidarietà
Venerdì 6 marzo, ad Alexis occupato si è svolta una partecipata iniziativa di informazione e approfondimento sul tema della repressione, del carcere e della tortura in Euskal Herria, in solidarietà con Karlos.
Contemporaneamente ad Andoain, paese natale di Karlos, si teneva una conferenza stampa in cui è stato diffuso il seguente comunicato:
Questa conferenza stampa ha due obiettivi: prima di tutto inviare tutta la nostra solidarietà a Karlos e a tutti i suoi amici e familiari qui e in italia e anche fare una riflessione sul suo arresto.
1. L’arresto di Karlos é la conseguenza della decisione di uno Stato che non vuole fare passi in avanti. Lo Stato spagnolo non parla di soluzione per il popolo basco e continua ancora con arresti e repressione come se niente fosse sucesso nel dibattito politico.
2. Il caso di Karlos é un chiaro esempio di un caso mediatico. Dovuto alla mancanza di prove e di base giuridica per fare il processo Karlos é stato condannato mediaticamente. E questa é la ragione che ha portato il nostro amico all’ esilio e ora al carcere.
3. Nell processo del 2000 era chiaro il carattere vendicativo del giudice. É stato tutto un montaggio poliziesco Abbiamo alcuni esempi:
– l’unica testimonianza è di un vicino che di notte e dal quarto piano di una casa afferma di riconoscere Karlos,con il volto coperto, per il modo di camminare.
– l’accusa utilizza come prove delle cose sequestrate in casa di Karlos: solvente (lui era pittore), parrucche di carnevale, adesivi…
– prima di arrestarlo nel 1997 la polizia lo aveva seguito per un anno. In quegli annni la kale borroka a Andoain era abbastanza abituale ma non arrestarono nessun altro, solo Karlos come un ‘capro espiatorio’ con una condanna esemplare di 16 anni di galera.
– Il caso di Karlos bisogna capirlo nel contesto di quegli anni, perche questo tipo di proccesi assurdi, inventati o ricostruiti dalla polizia erano molto frequenti. La gioventù rivoluzionaria che lottava per il socialismo e l’ indipendenza del popolo basco era perseguitata e condannata a tantissimi anni, cosí credevano di poter annientare i giovani, di poter fermare la lotta.
4. Sicuramente non sono stati anni facili per Karlos fuori casa e lontano dal suo paese. Ma a Roma si era rifatto una vita e viveva con la sua compagna e suo figlio.
Ancora una volta vogliamo denunciare l’arresto di Karlos e vogliamo esprimere la nostra solidarietà con Karlos e con i suoi familiari e amici.
Seguiremo lottando fino a che Karlos e tutti i prigionieri e le prigioniere politiche siano libere.
È ora di svuotare tutte le carceri, facciamolo insieme!”
EUSKAL HERRIA- Andoain- manifestazioni in solidarietà con Karlos!
VOLANTINO IN EUSKERA DISTRIBUITO DURANTE LA MANIFESTAZIONE:
KARLOS ASKATU! KARLOS LIBERO!
Aggiornamento del 27/02/2015 dall’udienza di convalida dell’arresto di Karlos Garcia Preciado.
Questa mattina presso la IV sezione della corte d’appello di Roma si è svolto l’interrogatorio di convalida dell’arresto di Karlos.
Alla presenza degli avvocati, il giudice ha convalidato l’arresto e ha fatto a Karlos qualche domanda.
Karlos si è opposto all’estradizione immediata e i suoi avvocati hanno fatto richiesta di arresti domiciliari.
Come sappiamo il governo spagnolo ha 40 giorni di tempo per richiedere l’estradizione.
Tra qualche giorno il tribunale si pronuncerà sulle richieste degli avvocati accogliendole o confermando il suo fermo presso il carcere di Rebibbia, dove attualmente Karlos si trova.
L’udienza si è svolta a porte chiuse ma un gruppo di solidali ha potuto ugualmente salutarlo all’entrata e all’uscita dall’aula; Karlos era ammanettato e scortato ma comunque sorridente, dimostrando di non perdersi d’animo.
In attesa di novità rinnoviamo a tutti e tutte l’invito a scrivergli per fargli sentire la nostra solidarietà.
Karlos Askatu!
Karlos Libero!
Karlos García Preciado
casa circondariale di Roma – Rebibbia
via Raffaele Majetti 70 00156
ANCORA UN CASO BASCO A ROMA – KARLOS ASKATU!
ANCORA UN CASO BASCO A ROMA..
Ancora un caso basco a Roma, ancora una volta la nostra città è attraversata da una storia che parla di repressione, persecuzione, condanne spropositate emesse dall’ Audiencia Nacional, il Tribunale Speciale di Madrid, che da decenni è complice delle torture ai danni di militanti baschi/e.
Karlos García Preciado vive da 14 anni in Italia, qui lavora e costruisce ogni giorno la propria vita, dopo essere stato costretto ad andarsene dal Paese Basco, davanti ad un’accusa assurda che lo condanna a 16 anni per reati di kale borroka -lotta di strada- di quasi vent’anni fa.
La storia di Karlos è la storia di tanti e tante che hanno pagato e continuano a pagare, nonostante ETA abbia abbandonato le armi nel 2011 a favore di un processo di risoluzione del conflitto.
In tutto il mondo centinaia di latitanti esiliati, iheslariak, che hanno rinunciato alle proprie vite per non rinunciare alla libertà.
A loro si aggiungono i deportati, mandati al confino, cui la spagna rifiuta da decenni il permesso di rientrare, a cui si sommano a loro volta i circa 500 prigionieri e prigioniere basche chiuse nelle carceri di spagna e francia, colpiti dall’infame sistema della dispersione, che li costringe reclusi a centinaia di km di distanza dalle loro famiglie.
Pesanti accuse di terrorismo, costantemente, perseguitano i dissidenti baschi e ci ricordano le condanne spropositate chieste per Lander e Aingeru per un presunto bus danneggiato nel 2001, nel corso di una manifestazione a Bilbao, in occasione della messa al bando di SEGI, l’organizzazione giovanile del tempo.
Pensiamo alla vicenda di Arkaitz Bellon, che un anno fa è stato ucciso dalla dispersione che lo ha costretto a 13 anni di carcere duro, a più di mille km dalla sua famiglia, per presunti reati dello stesso genere.
Con facilità pensiamo a quanto accade anche in italia in questi anni, dove al danneggiamento di un compressore che brucia in Val Susa corrispondono accuse di terrorismo, con carcere e isolamento per i/le No Tav.
I tentacoli dello stato spagnolo arrivano fin qui da noi, Karlos è il quinto compagno basco arrestato a Roma in pochi anni, e ancora una volta ci troviamo davanti a una gogna mediatica, un’ignobile narrazione dei media spagnoli e italiani.
In questi tempi di caccia alle streghe, cercando in ogni modo la criminalizzazione delle lotte, non si vede l’ora di trovare il terrorista di turno da sbattere in prima pagina e accostarlo così a presunti reati di danneggiamento, come può essere in questo caso, un bancomat bruciato.
Contemporaneamente con le nuove norme antiterrorismo gli apparati repressivi , legittimano e rafforzano i meccanismi e i dispositivi di controllo e sorveglianza con i quali dichiarano di continuare ad indagare per ricostruire le ipotetiche reti di appoggio di cui Karlos si è avvalso in questi anni.
C’è poco da indagare, potete sprecare migliaia di euro in dispositivi tecnologici, ma la solidarietà non si controlla, non si processa e non si arresta, fa parte del nostro DNA.. centinaia sono le persone che negli anni hanno condiviso un pezzo di cammino con Karlos ..e poco importa se per molti di loro era Roberto.
In queste ore Karlos si trova in regime di isolamento nel carcere di Rebibbia, domani a piazzale Clodio alle 12e30 ci sarà l’interrogatorio di convalida dell’arresto e su questo verranno dati aggiornamenti tramite gli avvocati che lo stanno seguendo.
Invitiamo tutti e tutte ad inviare a Karlos telegrammi di solidarietà e a fargli sentire che non è solo.
KARLOS ASKATU !
EUSKAL PRESO TA IHESLARIAK ETXERA!
Uncasobascoaroma
per scrivere:
Karlos García Preciado
casa circondariale di Roma – Rebibbia
via Raffaele Majetti 70 00156
6 marzo @ALEXIS OCCUPATO ” Tortura, carcere,repressione, Voci di Resistenza”
6 MARZO 2015 ALEXIS OCCUPATO VIALE OSTIENSE 124
dalle 18
Dibattito con
uncasobascoaroma
Alexis Occupato
ACAD Associazione Contro gli Abusi in Divisa – Onlus
Avv. Maria Luisa D’addabbo
Avv. Francesco Romeo
PROIEZIONE DI
VOCES: detenzioni e tortura nel Paese Basco
LETTURE DAL LIBRO
L’AMICO CONGELATO di “Sarri” Joseba Sarrionandia
APERITIVO CON PINTXOS A SOSTEGNO DEL KM DELLA KORRIKA 2015
E SOTTOSCRIZIONE PER LE SPESE LEGALI
#KARLOSASKATU!
Operazione repressiva contro gli avvocati dei presoak #JeSuisBasque !
Ieri mattina, 12 gennaio, un’ operazione della guardia civil ha portato all’arresto di 16 persone in tutta Euskal herria.
12 di questi sono avvocati del collettivo dei prigionieri politici. L’operazione denominata “Mate” é direttamente collegata a quella compiuta già più di un anno fa quando 18 persone furono arrestate nell’operazione contro Herrira. La retata di oggi va a colpire direttamente anche il finanziamento del collettivo dei prigionieri e delle prigioniere, con il sequestro di denaro nelle varie sedi perquisite (Herriko Taberna, sindacato LAB) tra Bilbao, Hernani e Durango. Fonti della polizia parlano di 90.000 euro prelevati e sequestrati durante le perquisizioni. Sono i soldi che sabato, durante la manifestazione imponente di Bilbao, erano stati raccolti per sostenere le spese delle centinaia di prigionieri politici che si trovano nelle carceri spagnole e francesi.
Tre degli avvocati soni stati arrestati direttamente a Madrid dove era previsto uno dei tanti maxi processi contro i militanti della sinistra indipendentista.
Tra gli avvocati arrestati anche kepa, che molti di noi hanno conosciuto negli anni passati in quanto legale di Lander e Aingeru.
Da subito sono stati organizzati presidi e manifestazioni solidali in tutta Euskal Herria.
In serata sono finite le perquisizioni nella sede del sindacato autonomo LAB mentre anche durante il presidio solidale una manifestante é stata fermata.
Mobilitazioni in tutta Euskal Herria hanno chiesto a gran voce la liberazione degli arrestati e delle arrestate,e la fine dei giudizi politici.
Da Euskal Herria chiamano alla mobilitazione generale tutti i solidali e i comitati di solidarietà alla causa basca:
Dimostriamo ancora una volta che: EUSKAL HERRIA NON CAMMINA SOLA!
#JeSuisBasque
http://www.notav.info/post/comunicato-di-solidarieta-con-gli-avvocati-baschi-dagli-avvocati-dei-notav/
http://www.naiz.eus/eu/actualidad/noticia/20150112/jesuisbasque-cataliza-en-la-red-la-indignacion-por-la-operacion-contra-los-abogados
http://www.naiz.eus/eu/actualidad/noticia/20150112/operacion-de-la-guardia-civil-contra-varios-abogados-vascos http://askapena.org/eu/content/otra-vez-el-fascismo-espa%C3%B1ol-agrede-con-detenciones-al-pueblo-vasco
http://www.radiondadurto.org/2015/01/12/paesi-baschi-retata-della-guardia-civil-in-carcere-16-persone-accusate-di-terrorismo/?fdx_switcher=true http://contropiano.org/internazionale/item/28526-democrazia-occidentale-retata-di-avvocati-baschi-sedici-arresti-per-terrorismo
http://www.infoaut.org/index.php/blog/conflitti-globali/item/13658-paesi-baschi-retata-contro-gli-avvocati-della-sinistra-indipendentista
Da Roma a Euskal Herria solidarietà con Aingeru e Piol!
HAMAIKA HERRI BORROKA BAKARRA!
TANTI POPOLI UN’UNICA LOTTA!
3 novembre, con Aingeru e Piol !
Aingeru Cardaño, che molti di noi hanno avuto la fortuna di conoscere l’anno scorso come compagno coimputato nel processo di Lander, sarà nuovamente giudicato oggi, 3 novembre, presso l’audiencia nacional di madrid.
Insieme a un altro compagno di Indautxu, Piol, saranno chiamati oggi a processo per rispondere all’accusa di un presunto reato di kale borroka, che si riferisce a 14 anni fa e per cui il pubblico ministero chiede 5 anni di carcere.
Una storia che si ripete quella della persecuzione da parte dell’autorità madrilena, di giovani indipendentisti baschi, per presunti reati di danneggiamento, anche a distanza di molti anni, con l’inutile scopo di punire, limitare e scoraggiare la dissidenza basca, che invece non teme la repressione e va avanti verso la liberazione di Euskal Herria e di tutti i prigionieri e le prigioniere politiche ancora costrette nelle carceri spagnole e francesi.
Complici e solidali con Aingeru e Piol!
Non sarete mai soli!
BORROKA DA BIDE BAKARRA!
LA LOTTA è L’UNICO CAMMINO!
11 ottobre “NON LASCIAMOLI SOLI” Solidarietà con Urtzi,Telle e i giovani baschi!
Urtzi e Telle , due giovani ragazzi di Bilbao, arrestati nel giugno del 2012 per la presunta partecipazione ad alcuni incidenti durante lo sciopero generale del 29 marzo dello stesso anno sono stati condannati a due anni e sei mesi lo scorso 22 settembre. L’Alta Corte aveva dichiarato che ci sarebbe stata una “punizione esemplare” per chi avesse procurato “distrubi”.
Dopo la condanna i due ragazzi hanno scelto la via della “disobbedienza” ed hanno deciso di non presentarsi alle autorità nel giorno della scadenza del mandato. Il 2 ottobre infatti è stata indetta una conferenza stampa in cui i due hanno dichiarato la loro volontà a non consegnarsi dichiarandosi ingiustamente giudicati e condannati in un processo farsa.
Per questo i compagni e le compagne hanno scelto, come atto di solidarietà, di lanciare un concentramento nella piazza del quartiere di Deusto (il quartiere di Urtzi e Telle) per tutta la mattina di sabato 11 ottobre, caratterizzata da azioni da parte del movimento femminista, dei sindacati, delle organizzazioni politiche e dei movimenti giovanili con lo slogan comune “Non lasciamoli soli”.
Urtzi e Telle li abbiamo conosciuti a Roma e ci sentiamo complici e solidali con loro e con quanti e quante, in Euskal Herria, ogni giorno affrontano l’infamità della repressione e la prepotenza delle leggi spagnole, come l’assurdo caso dei 4 compagn* di Bilbao, che pochi giorni fa sono stati condannati per aver scritto una lettera in ricordo di una militante morta.
Intanto oggi per lo stato spagnolo, arriva la sesta condanna da parte del tribunale europeo dei diritti umani, per non aver investigato su due casi di tortura denunciati nel 2008 e 2011.
ELKARTASUNA eta ASKATASUNA
EUSKAL HERRIA AURRERA