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Operazione repressiva contro gli avvocati dei presoak #JeSuisBasque !

  • Gennaio 13, 2015 22:19

Rdada Abogados. Registro Manzisidor.Ieri mattina, 12 gennaio, un’ operazione della guardia civil ha portato all’arresto di 16 persone in tutta Euskal herria.
12 di questi sono avvocati del collettivo dei prigionieri politici. L’operazione denominata “Mate” é direttamente collegata a quella compiuta già più di un anno fa quando 18 persone furono arrestate nell’operazione contro Herrira. La retata di oggi va a colpire direttamente anche il finanziamento del collettivo dei prigionieri e delle prigioniere, con il sequestro di denaro nelle varie sedi perquisite (Herriko Taberna, sindacato LAB) tra Bilbao, Hernani e Durango. Fonti della polizia parlano di 90.000 euro prelevati e sequestrati durante le perquisizioni. Sono i soldi che sabato, durante la manifestazione imponente di Bilbao, erano stati raccolti per sostenere le spese delle centinaia di prigionieri politici che si trovano nelle carceri spagnole e francesi.
Tre degli avvocati soni stati arrestati direttamente a Madrid dove era previsto uno dei tanti maxi processi contro i militanti della sinistra indipendentista.
Tra gli avvocati arrestati anche kepa, che molti di noi hanno conosciuto negli anni passati in quanto legale di Lander e Aingeru.

Da subito sono stati organizzati presidi e manifestazioni solidali in tutta Euskal Herria.
In serata sono finite le perquisizioni nella sede del sindacato autonomo LAB mentre anche durante il presidio solidale una manifestante é stata fermata.
Mobilitazioni in tutta Euskal Herria hanno chiesto a gran voce la liberazione degli arrestati e delle arrestate,e la fine dei giudizi politici.

Da Euskal Herria chiamano alla mobilitazione generale tutti i solidali e i comitati di solidarietà alla causa basca:
Dimostriamo ancora una volta che: EUSKAL HERRIA NON CAMMINA SOLA!
#JeSuisBasque
http://www.notav.info/post/comunicato-di-solidarieta-con-gli-avvocati-baschi-dagli-avvocati-dei-notav/
http://www.naiz.eus/eu/actualidad/noticia/20150112/jesuisbasque-cataliza-en-la-red-la-indignacion-por-la-operacion-contra-los-abogados
http://www.naiz.eus/eu/actualidad/noticia/20150112/operacion-de-la-guardia-civil-contra-varios-abogados-vascos http://askapena.org/eu/content/otra-vez-el-fascismo-espa%C3%B1ol-agrede-con-detenciones-al-pueblo-vasco
http://www.radiondadurto.org/2015/01/12/paesi-baschi-retata-della-guardia-civil-in-carcere-16-persone-accusate-di-terrorismo/?fdx_switcher=true http://contropiano.org/internazionale/item/28526-democrazia-occidentale-retata-di-avvocati-baschi-sedici-arresti-per-terrorismo
http://www.infoaut.org/index.php/blog/conflitti-globali/item/13658-paesi-baschi-retata-contro-gli-avvocati-della-sinistra-indipendentista

Da Roma a Euskal Herria solidarietà con Aingeru e Piol!

  • Dicembre 1, 2014 13:57
zuluAingeru e Piol sono stati processati lo scorso 3 novembre davanti all’audiencia nacional per fatti accaduti nel quartiere di Santutxu (Bilbao) nel novembre del 2001.
La procura chiedeva 5 anni per ognuno di loro per aver bruciato un bancomat 13 anni prima.
Qualche giorno fa è arrivata la sentenza che condanna Aingeru e Piol a 3 anni di carcere.
Tutti e due presenteranno ricorso davanti al tribunal supremo, e quindi non dovranno andare in carcere finchè la sentenza non sarà definitiva in secondo grado.
Le prove per condannarli sono state le solite dichiarazionI estorte sotto tortura in commissariato, sotto regime di “incomunicacion” quando sono stati arrestati nel 2003.
nano e rapnoize2Bisogna riccordare che sia Aingeru che Piol sono già stati in carcere per anni.
Piol aveva recuperato la libertà nel 2011 dopo aver scontato una condanna di 8 anni e Aingeru aveva recuperato la libertà insieme a Lander nel novembre scorso, festeggiando la loro libertà anche a Roma con l’ “ongi etorri” di gennaio.
PIOL E AINGERU LIBERI!!!
VIDEO:
99 posse in concerto per genova 2001 ,per Aingeru e Piol e per la libertà di tutti e tutte
Nano e laboratorio Hip Hop Stay Real con Euskal Herria
zulu2Durante la serata benefit per  Genova 2001, al L.O.A. Acrobax, striscioni, parole e musica in solidarietà con Aingeru e Piol e per tutti i compagni e le compagne costrette in carcere.
Da Euskal Herria alla Palestina, dai No Tav a Genova 2001..
HAMAIKA HERRI BORROKA BAKARRA!

TANTI POPOLI UN’UNICA LOTTA!
ELKARTASUNA ETA ASKATASUNA!
  SOLIDARIETA’ E LIBERTA’!
99 posse199 posse

3 novembre, con Aingeru e Piol !

  • Novembre 3, 2014 11:07

AINGERU EPAIKETA MANI KARTELAAingeru Cardaño, che molti di noi hanno avuto la fortuna di conoscere l’anno scorso come compagno coimputato nel processo di Lander, sarà nuovamente giudicato oggi, 3 novembre, presso l’audiencia nacional di madrid.
Insieme a un altro compagno di Indautxu, Piol, saranno chiamati oggi a processo per rispondere all’accusa di un presunto reato di kale borroka, che si riferisce a 14 anni fa e per cui il pubblico ministero chiede 5 anni di carcere.

Una storia che si ripete quella della persecuzione da parte dell’autorità madrilena, di giovani indipendentisti baschi, per presunti reati di danneggiamento, anche a distanza di molti anni, con l’inutile scopo di punire, limitare e scoraggiare la dissidenza basca, che invece non teme la repressione e va avanti verso la liberazione di Euskal Herria e di tutti i prigionieri e le prigioniere politiche ancora costrette nelle carceri spagnole e francesi.

Complici e solidali con Aingeru e Piol!
Non sarete mai soli!

BORROKA DA BIDE BAKARRA!
LA LOTTA è L’UNICO CAMMINO!

 

11 ottobre “NON LASCIAMOLI SOLI” Solidarietà con Urtzi,Telle e i giovani baschi!

  • Ottobre 7, 2014 19:34

kartelaUrtzi e Telle , due giovani ragazzi di Bilbao, arrestati nel giugno del 2012 per la presunta partecipazione ad alcuni incidenti durante lo sciopero generale del 29 marzo dello stesso anno sono stati condannati a due anni e sei mesi lo scorso 22 settembre. L’Alta Corte aveva dichiarato che ci sarebbe stata una “punizione esemplare” per chi avesse procurato “distrubi”.
Dopo la condanna i due ragazzi hanno scelto la via della “disobbedienza” ed hanno deciso di non presentarsi alle autorità nel giorno della scadenza del mandato. Il 2 ottobre infatti è stata indetta una conferenza stampa in cui i due hanno dichiarato la loro volontà a non consegnarsi  dichiarandosi ingiustamente giudicati e condannati in un processo farsa.
Per questo i compagni e le compagne hanno scelto, come atto di solidarietà, di lanciare un concentramento nella piazza del quartiere di Deusto (il quartiere di Urtzi e Telle) per tutta la mattina di sabato 11 ottobre, caratterizzata da azioni da parte del movimento femminista, dei sindacati, delle organizzazioni politiche e dei movimenti giovanili con lo slogan comune “Non lasciamoli soli”.

Urtzi e Telle li abbiamo conosciuti a Roma e ci sentiamo complici e solidali con loro e con quanti e quante, in Euskal Herria, ogni giorno affrontano l’infamità della repressione e la prepotenza delle leggi spagnole, come l’assurdo caso dei 4 compagn* di Bilbao, che pochi giorni fa sono stati condannati per aver scritto una lettera in ricordo di una militante morta.Oroimena 4

Intanto oggi per lo stato spagnolo, arriva la sesta condanna da parte del tribunale europeo dei diritti umani, per non aver investigato su due casi di tortura denunciati nel 2008 e 2011.

 
ELKARTASUNA eta ASKATASUNA
EUSKAL HERRIA AURRERA

HERRI HARRESIA, LOYOLA difende giovani militanti baschi/e

  • Settembre 23, 2014 18:20

22 settembre 2014
UN MURO POPOLARE CONTRO LA REPRESSIONE

IMG_8508E’ cominciato ieri all’audiencia nacional di madrid il processo per 28 giovani indipendentist* basch* accusati, di appartenenza a Segi, un organizzazione giovanile, considerata terroristica e per questo messa fuori legge dal governo spagnolo nel 2007.

Dei 23 presenti al processo, tutti quelli che hanno testimoniato hanno denunciato le pesanti torture subite durante il periodo di incomunicacion, costretti ad auto incolparsi per dare modo alla magistratura di aprire un processo che altrimenti non avrebbe potuto nemmeno iniziare, essendo basato unicamente sulle testimonianze estorte con abusi, vessazioni e maltrattamenti ai danni dei giovani militanti baschi.

5 ragazz*, Jazint Ramirez, Xabier Arina, Imanol Salinas, Igarki Robles e Irati Tobar, hanno scelto di non presentarsi al processo ed immediatamente per loro è scattato il mandato di cattura.

Nel pomeriggio di ieri nel comune di Azpeitia, davanti alla cattedrale di Loyola centinaia di solidali si sono stretti intorno ai 5 giovani, per tentare di impedirne l’arresto e per testimoniare al mondo l’infamità e la brutalità della finta democrazia spagnola nei confronti dei dissidenti baschi.

SegiTre ore di Herri Harresia – Muro Popolare- hanno temporaneamente impedito la cattura dei giovani militanti.
La polizia autonoma basca, la ertzaintza, ha faticato per portare a termine l’infame compito e l’ha fatto picchiando decine e decine di attivist* di ogni età che hanno resistito il più possibile per difendere i compagni e le compagne accusate.

LA ERTZAINTZA LLEGA A LOYOLA PARA DETENER A LOS CINCO PROCESADOS DE SEGI

 

 

Anche due manifestanti sono stati arrestati con l’assurda accusa di lesioni nei confronti di un poliziotto che pare si sia rotto una gamba cadendo goffamente mentre era intento ad aggredire il presidio.

Ancora una volta la dignità, la forza e la determinazione di Euskal Herria si è opposta all’arroganza e all’arbitrarietà dell’infame legislazione spagnola.

VIDEO Herri Harresia Loyola

Da Roma tutta la nostra solidarietà e vicinanza con i compagni e le compagne basche.

BORROKA DA BIDE BAKARRA!
LA LOTTA è L’UNICO CAMMINO!

Libertà per i/le giovani indipendentisti/e baschi/e!
Libertà per Euskal Herria!

Gora euskal gazteria!  Libertà per 40 giovani basch*, ora liberiamo tutte e tutti gli altri!

  • Giugno 12, 2014 17:52

40 giovani processat* nella Audiencia Nacional…
LA SENTENZA ASSOLVE TUTTI/E!
#grebalariakASKE! condanna a 2 anni e 6 mesi per due giovani

Due notizie, due sentenze, giornata dal sapore agrodolce quella di ieri nel Paese basco. Sono arrivate infatti due importanti sentenze. La prima sul maxi-processo contro 40 giovani  militanti con piena assoluzione da parte dell’Audiencia Nacional. La seconda condanna due giovani di Bilbao a scontare una pena di 2 anni e 6 mesi.
libre1Dopo 5 anni si chiude con una totale assoluzione “l’odissea” di 40 giovani baschi/e. Il processo farsa si è finalmente concluso con la piena assoluzione di tutte e tutti. Un maxiprocesso farsa che si è svolto da ottobre a febbraio, preceduto da diversi anni di persecuzione poliziesca e giudiziaria ai danni delle compagne e dei compagni che hanno dovuto affrontare carcerazione preventiva, regime di incomunicazione, torture e maltrattamenti, seguito da mezzo anno di attesa della sentenza. Uno schifo repressivo fatto prima, durante e dopo il processo dalle autorità spagnole che certamente non viene cancellato dalla sentenza e dalla gioia per la libertà delle compagne e dei compagni.
Una storia che inizia nel novembre del 2009 con una maxi-retata contro 42 militanti indipendentist*, 34 dei quali arrestat* la notte del 24 novembre del 2009. La maggior parte degli arrestati denunciano torture nei giorni di incomunicación. Nei mesi succesivi vengono arrestati in diversi stati europei altri 8 giovani riusciti a fuggire il giorno dell’operazione. Tre di questi, Zuriñe, Artzai e Fermin, vengono arrestat* a Roma mentre denunciavano la criminalizzazione del movimento giovanile basco.
[Video]
Dopo alcuni mesi di carcere in Italia e senza alcuna prova giudiziaria lo stato italiano come nel caso di Lander Fernandez concede l’estradizione allo stato spagnolo.
Come Caso basco a Roma abbiamo seguito con particolare attenzione questo processo. Sia perché ha rappresentato un caso particolarmente evidente della strategia di criminalizzazione della dissidenza politica e sociale che vivono sulla loro pelle le compagne e i compagni di Euskal Herria. Sia perché abbiamo appunto potuto conoscere da vicino quest* compagn* nelle nostre città, condividendone le storie, il legame solidale e la rabbia dell’arresto e dell’estradizione.
Tutti gli imputati hanno scontato da uno a due anni di carcere preventivo. Hanno subito in questi mesi un processo lungo e faticoso, fatto di continui viaggi tra Paese basco e il Tribunale speciale di Madrid.
libre libreI giudici del “tribunale speciale”, dopo quasi 4 mesi di attesa dalla fine del dibattimento, hanno finalmente reso pubblica una sentenza importante. Infatti, viene riconosciuto che i compagni e le compagne accusate hanno solo svolto attività politica e non terrorismo. Inoltre, vengono rifiutate le dichiarazioni dei 40 accusati raccolte dalla polizia durante i fermi in regime di incomunicación, vale a dire il periodo, che dura diversi giorni, in cui i fermati per accuse di terrorismo non possono contattare avvocati, medici e famigliari, rimanendo così senza difese nelle mani della polizia. Questa volta i giudici dell’Audiencia Nacional, pur non entrando nel merito delle torture denunciate dalle nostre compagne e compagni, ci hanno sorpreso, dichiarando nulle le dichiarazioni raccolte durante l’incomunicación, solo per il dubbio che possano essere state estorte sotto tortura, e, inoltre, dichiarando esplicitamente che l’ incomunicación rappresenta una situazione in cui sono a rischio i diritti di chi è tratt* in arresto e che, pertanto, risulta essere una formula poco compatibile con una pratica giudiziaria attenta ad evitare i rischi di tortura e maltrattamenti.
[ qui il link allo stralcio della sentenza, pdf in castigliano ]
Ciò che da anni denunciano i collettivi e le realtà che svolgono lavoro di solidarietà e informazione sulla prigionia politica e la repressione nel Paese basco, vale a dire che durante l’ incomunicación si tortura, e che le dichiarazioni estorte sotto tortura vengono usate come prova in processi farsa, è stato riconosciuto in maniera abbastanza chiara anche dalla stessa Audiencia Nacional, il famigerato tribunale che per decenni è stato complice, se non parte integrante e attiva, del sistema di criminalizzazione e brutale repressione della dissidenza politica e sociale basca ad opera di Madrid e Parigi. ‘Meglio tardi che mai’ non si può dire, perchè ci sono stati anni e anni di sofferenze, torture e rabbia.
La gioia per l’assoluzione dei 40, e l’importanza della sentenza per la delegittimazione dell’incomunicación, non ci devono comunque far tenere bassa la guardia e l’attenzione solidale. Nelle stesse ore in cui si stava per rendere pubblica la sentenza sul maxiprocesso Segi, altri compagni venivano invece nuovamente colpiti dalla repressione.
Nella notte tra lunedì e martedì Tomás “Tomi” Madina è stato svegliato nella sua casa di Galdakano, vicino Bilbao, da una quindicina di sbirri incappucciati e armati fino ai denti, che lo hanno arrestato e posto in regime di incomunicación con la solita accusa di terrorismo e appartenenza ad Eta (a quasi tre anni dalla fine definitiva delle attività armata). Oggi Tomi ha denunciato davanti al giudice di essere stato torturato.

aske grebalariakLa giornata di ieri è stata inoltre macchiata dalla notizia della condanna a 2 anni e 6 mesi per Urtzi e Jon, due giovani ragazzi di Bilbao, arrestati nel giugno del 2012 per la presunta partecipazione ad alcuni incidenti durante lo sciopero generale del 29 marzo dello stesso anno. Dal momento dell’arresto è partito un grande montaggio giudiziario atto a condannare i 2 ragazzi, molto attivi a Deusto, il loro quartiere. Un montaggio che ha portato l’accusa a chiedere fino a 14 anni di carcere. Nel settembre del 2013 arriva la condanna a 1 anno e tre mesi, che rispetto alle richieste iniziali fa intravedere l’assoluta inconsistenza delle accuse mosse contro di loro, ma ieri, dopo il ricorso della procura, è arrivata la notizia che la condanna sale a 2 anni e 6 mesi, e costringerà i due giovani baschi a scontare la totalità della pena.
L’atteggiamento schizofrenico dell’apparato repressivo spagnolo, che, da un lato, dopo anni di persecuzione assolve 40 giovani militanti della sinistra indipendentista, dopo avergli fatto soffrire carcere, esilio e tortura, mentre, dall’altro continua a condannare militanti di organizzazioni politiche e sociali e ad arrestare in regime di incomunicazione e di legislazione antiterrorista come se nulla fosse accaduto nell’ottobre 2011, rendono ancora necessaria la mobilitazione e la solidarietà internazionalista. Oggi festeggiamo il ritorno alla libertà dei 40, ma la lotta del movimento basco, e la nostra azione solidale, non si fermeranno finché non saranno liberati tutti i prigionieri e le prigioniere politiche basche, e finché non si porrà fine all’assurda legislazione antiterrorista.
Perché non possiamo essere liber* se non lo sono anche tutte e tutti loro.

Con Tomi, Urtzi e Jon, finchè non saranno liberi!

euskal gazteria aurrera!! tutti liberi, tutte libere!

NoTav: SOLIDARIETA’ da EUSKAL HERRIA con Chiara,Claudio,Mattia e Niccolò

  • Maggio 20, 2014 22:44

Traduciamo il testo dell’appello alla manifestazione  di oggi davanti al consolato di Italia a Bilbao e Donostia, in solidarietà con il movimento No Tav e per la liberazione di Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò.

http://www.ahtgelditu.org

bilboSolidarietà con la Val Susa, no alla criminalizzazione del movimento NO TAV!
Val de Susa NO TAV Elkartasuna! Kriminalizaziorik ez!

Il cordinamento di opposizione al TAV AHT Gelditu! Elkarlana y Mugitu! Mugimendua, movimento di disobbedienza civile contro il TAV, chiama a un presidio per oggi,20 maggio, in solidarietà con 4 oppositori del movimento NO TAV dellaValle di Susa, che saranno processati in questi giorni in Italia.
Allo stesso tempo, vi informiamo che dalla Val Susa è stato lanciato un appello perché qualsiasi persona o collettivo possa aderire esprimendo la propria solidarietà all’indirizzo appello10maggio@gmail.com.
Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò è importante ripetere i loro nomi, è importante pronunciarli a voce alta perché si sta parlando di quattro vite;di quattro attivist* NO TAV che sono in carcere dal 9 dicembre, distribuiti nelle prigioni di Alessandria,Ferrara e Roma.
Chiara, Claudio , Mattia y Niccolò sono stati accusati di terrorismo per aver suppostamente danneggiato compressore e per questo rischierebbero una pena di 30 anni di prigione.
por-mobilizazioakIl processo comincerà il prossimo 22 maggio.
Di cosa sono accusati esattamente? Li si accusa di aver partecipato ad una protesta nella quale suppostamente si danneggiò un compressore. Per due procure e un pubblico ministero dell’udienza preliminare, Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò tentarono con questa azione di danneggiare l’immagine dell’Italia. La situazione di isolamento nella quale si trovano queste persone, a seguito della chiusura delle indagini, va contro quello che si può leggere nell’articolo 3 del Convegno Europeo di Diritti Umani penitenziari.
Dal movimento di opposizione al TAV di Euskal Herria rifiutiamo il progetto del TAV e la sproporzionata accusa di terrorismo davanti la quale si trovano i nostr* compagn* di lotta, allo stesso tempo sollecitiamo la libertà immediata per Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò e l’ archiviazione degli atti giudiziali.

AHT Gelditu! Elkarlana
Mugitu! Mugimendua
IMG-20140520-WA0009no tav

 

28.03.14 IHESLARIAK ETXERA! TORNANO A CASA ESILIAT* e RIFUGIAT*

  • Marzo 29, 2014 18:56

DUINTASUNA ETA AUSARDIA – DIGNITA’ E CORAGGIO

RIENTRO A CASA DI ESILIAT* E RIFUGIAT* POLITICI BASCHI

iheslariakI presidi e i cortei silenziosi che si svolgono abitualmente ogni venerdi sera in Euskal Herria per richiedere la fine della dispersione e il ritorno alla libertà di prigionier*, esiliat* e rfugiat* politici baschi, hanno acquisito un valore particolare questo fine settimana.
Venerdi 28 marzo, infatti, diverse compagne e compagni in esilio, in alcuni casi da decenni, hanno deciso di ritornare in Euskal Herria, nelle loro città e nei loro quartieri, per affermare con forza il loro diritto ad essere parte attiva della vita sociale e politica di Euskal Herria, e per dare il loro contributo alla soluzione del conflitto.

Il 15 marzo oltre cento esiliate e esiliati storici hanno realizzato un atto pubblico ad Altsasu per richiedere ed attivare il sostegno popolare per permettere di tornare a casa alle compagne e ai compagni ancora in esilio

La settimana successiva il Collettivo delle Esiliate e degli Esiliati Politici Baschi (EIPK) ha reso pubblica l’intenzione di iniziare a fare rientrare circa un quarto delle esiliate ed esiliati politici nelle prossime settimane

Un gesto forte e determinato di fronte al quale l’immobilismo di Madrid e Parigi appare ancora più assurdo, colpevole e infame.

EUSKAL  PRESOAK ETA IHESLARIAK ETXERA!

http://vimeo.com/90402740

https://www.youtube.com/watch?v=l10pq1truPk

 

 

8° SETTIMANA di SOLIDARIETA’ con Euskal Herria

  • Marzo 27, 2014 14:04

VIVA IL PAESE BASCO LIBERO – GORA EUSKAL HERRIA ASKATUTA

ElkartasunAstea_2 copyDal 4 al 13 aprile 2014, anche a Roma, come in tante città, torna la settimana di solidarietà con il Paese Basco.

Il Primo appuntamento è venerdì 4 aprile al Forte Prenestino per una serata in cui si potrà bere patxaran, mangiare pintxos, sfidarsi al gioco della rana, guardare video e ascoltare il suono tipico della TXALAPARTA.

Il secondo appuntamento è martedì 8 aprile presso la facoltà di Scienze Politiche Roma 3.
La legisazione penale come strumentodi repressione delle lotte sociali in Europa:
Incontro con Lander e gli avvocati che hanno seguito il suo caso.
Parteciperà al dibattito Antonello Ciervo, Dottore di ricerca  in diritto pubblico e il comitato contro l’estradizione di Bahar.

Ore 15 Aula 21 Scienze Politiche Rm 3
via Chiabrera 199

VIDEO completo dell’ONGI ETORRI di Lander e Aingeru

  • Marzo 27, 2014 13:35

Roma 17 gennaio 2014, Ongi Etorri Lander eta Aingeru
Eskerrik asko
Grazie alle compagne, ai compagni, ai collettivi e alle realtà di movimento che hanno partecipato all’Ongi Etorri del 17 gennaio. È stata una serata di festa e lotta, un abbraccio caloroso e militante a Lander e Aingeru e a tutti e tutte coloro che lottano per la libertà del Paese Basco.
Abbiamo brindato e cantato con gioia per festeggiare il ritorno alla libertà di Lander e Aingeru, ma abbiamo anche gridato con determinazione il nostro rifiuto alla criminalizzazione delle lotte sociali attraverso l’etichetta di “terrorismo”.
Insieme abbiamo animato, a Roma, un momento di solidarietà al fianco di tutte e tutti coloro che sono colpiti dalla repressione, in Euskal Herria, in Italia e ovunque.
Solo poche settimane fa Arkaitz Bellon, un compagno basco detenuto da quasi 13 anni per ‘kale borroka’, è morto in carcere, ucciso dal regime spagnolo e dall’infame politica di dispersione che lo costringeva recluso a più di mille chilometri da casa.
Arkaitz sarebbe uscito dal carcere a maggio, tra 2 mesi avrebbe ricevuto il suo Ongi Etorri.
A lui dedichiamo questo video.

Borroka da bide bakarra..
La lotta è l’unico cammino..

EUSKAL PRESOAK ETXERA!
TUTTI LIBERE!

I compagni e le compagne di Un caso basco a Roma

ASIER ASKATU ORAIN! LIBERO SUBITO!

  • Marzo 11, 2014 13:47

asierQuesta mattina a Santutxu quartiere di Bilbao l’ennesima operazione della guardia civil ha portato all’arresto di Asier Gonzales Soreasu, compagno del quartiere. È accusato di aver collaborato con Eta nel tentato sequestro di un consigliere nel 2007.
Nel corso della mattinata anche la Herriko Taberna di Santutxu è stata lungamente perquisita in presenza di Asier, mentre un imponente dispiegamento di polizia bloccava la strada, impedendo anche al fratello di Asier di raggiungerlo per consegnarli alcune medicine di cui aveva bisogno.
Asier in questo momento si trova in regime di incomunicacion.
Il tutto avviene quando neanche un mese fa Eta, dopo la fine della lotta armata del 2011, ha iniziato un processo di disarmo alla presenza di una commissione internazionale. Uno scenario, quello del processo di pace, che  ha visto protagonista solo l’organizzazione basca mentre lo stato spagnolo continua a imprigionare compagn* (con quello di oggi sono 100 negli ultimi 2 anni) e a rendere illegale qualsiasi cosa si muova controcorrente, in Euskal Herria.

 

I compagni e le compagne di Bilbao si stanno mobilitando in queste ore per manifestare contro questo ennesimo infame arresto e pretendere l’immediata scarcerazione di tutti e tutte le prigioniere politiche basche!
Ancora una volta ci sentiamo al loro fianco, convint* che senza la loro libertà non saremo mai liberi e libere.

 

Ez dugu aske izaterik zuek gabe!
ASIER LIBERO!
TUTTI LIBERE!

 

Arkaitz, gogoan zaitugu! Non dimentichiamo,non perdoniamo!

  • Febbraio 6, 2014 15:49

arkaitzArkaitz Bellon era un compagno di 36 anni di Elorrio, Biscaglia.
E’ stato trovato morto in cella, nel carcere di puerto de santa maria, Cadiz, dove da poco era stato trasferito dal carcere di Siviglia.
Alcuni compagni detenuti con lui lo hanno visto ieri mattina e durante il pranzo in buona salute, poi si era ritirato in cella per la siesta.

Arkaitz aveva più volte denunciato aggressioni da parte della polizia, e per questo era stato obbligato a lunghi periodi di isolamento.
Pochi mesi fa aveva denunciato un pestaggio brutale, avvenuto in cella, nel carcere di Siviglia, dove aveva partecipato a un lungo sciopero della fame, per il riconoscimento dei diritti dei prigionieri.
Arkaitz doveva uscire a maggio di quest’anno, dopo aver scontato una condanna a 13 anni per Kale Borroka a Donostia.
13 anni di carcere duro, lontano da casa, a più di mille km dal Paese Basco, come  sempre accade per l’infame strategia di ‘dispersione’ praticata dalla spagna sui prigionieri e le prigioniere basche.

“Nella visita che aveva ricevuto questo fine settimana Arkaitz parlava delle celebrazioni per l’imminente liberazione con entusiasmo, allegria e forza”..

Sentiamo il dolore immenso della tua famiglia e dei tuoi compagni, ci uniamo alla rabbia delle migliaia di persone che in queste ore stanno occupando strade e piazze, con la determinazione che da sempre contraddistingue la storia di Euskal Herria.

Non dimentichiamo e non perdoniamo, anche nel tuo nome, Arkaitz, verso la vittoria e la liberazione di tutto il popolo basco!

Herriak ez du barkatuko!
Adi mobilizazioetara!
Il popolo non perdonerà!
Pronti alle mobilitazioni!

 

 

Trailer del video dell’ONGI ETORRI a Lander e Aingeru a Roma-17.1.14

  • Gennaio 29, 2014 14:09

 

 

17 GENNAIO BEN TORNATI LANDER E AINGERU!

  • Dicembre 22, 2013 15:52

ongietorrihqONGI ETORRI – BENTORNATI LANDER E AINGERU! 

Venerdì 17 gennaio ore 18 L.go delle Sette Chiese – Roma

ongi etorri ez da delitua! 

Il 17 gennaio daremo il bentornato a Roma, a Lander e Aingeru.

I compagni e le compagne che hanno animato e sostenuto la campagna di “Un caso basco a Roma” li riabbracceranno nelle strade di Garbatella, insieme ad una larga delegazione in arrivo da Euskal Herria, per festeggiare il loro ritorno alla libertà.  

Come abbiamo avuto modo di imparare attraversando le strade del Paese basco, però, la festa, martxa, si accompagna alla borroka, la lotta contro chi reprime e opprime. Per questo il 17 gennaio sarà una festa, ma anche e soprattutto un atto politico.Una giornata per parlare dell’infame repressione di Spagna e Francia contro la lotta del popolo basco.
Lander, arrestato all’alba del 13 giugno 2012 con un’operazione militare, è stato tradotto in carcere e poi costretto per dieci mesi ai domiciliari prima di essere estradato su un volo speciale il 27 aprile 2013. Tutto questo si è consumato in nome dei ‘buoni rapporti’ tra paesi, senza considerare la persecuzione politica e la tortura, pratiche comuni utilizzate dalla spagna nei confronti di militanti baschi. Una repressione feroce che ha privato per anni Lander e Aingeru della propria libertà, trattandoli come pericolosi terroristi, per poi rilasciarli come se nulla fosse accaduto.

Grideremo il nostro sdegno contro l’asservimento dell’ autorità italiana, che, incurante della campagna portata avanti per fermare l’estradizione, sorda di fronte alle motivazioni di un processo politico che si stava consumando e indifferente alle difese legali, sostenute anche da giuristi e parlamentari, ha estradato Lander consegnandolo a Madrid.
La liberazione di Lander e Aingeru conferma quanto sostenuto durante la campagna, il ministro della ‘giustizia’ italiano, i giudici e la polizia sono stati complici di questa ennesima vergogna ‘made in italy’.
 

Organizzando un ongi etorri a Roma vogliamo anche esprimere la nostra solidarietà a compagne, compagni e familiari delle prigioniere e dei prigionieri politici baschi, a cui la repressione spagnola vuole vietare anche il diritto a riabbracciare e festeggiare il rientro a casa dei loro cari appena liberati, dopo mesi o anni di reclusione, lontananza e dispersione. In Euskal Herria è vietato riunirsi in strada aspettando l’arrivo dei compagni e le compagne che escono dal carcere. Proprio con l’accusa di organizzare ongi etorri sono state da poco arrestate e poi rilasciate, in attesa di giudizio, 18 persone appartenenti ad Herrira, organizzazione di sostegno ai presoak e alle loro famiglie.

Ongi etorri ez da delitua! Festeggiare il ritorno alla libertà di prigioniere e prigionieri non è reato!

La nostra battaglia per la liberazione di Lander e Aingeru è solo un piccolo tassello della più ampia battaglia per i diritti delle prigioniere e dei prigionieri politici baschi, dei loro compagni e familiari. Una battaglia che vedrà nuovamente una marea umana riempire le strade di Bilbao il prossimo 11 gennaio per reclamare con forza la fine dell’immobilismo di Madrid e Parigi nella risoluzione del conflitto e delle sue conseguenze. Un immobilismo che nel caso del governo spagnolo, con la complicità di quello francese, si abbina al mantenimento della repressione della dissidenza basca, con decine di militanti di organizzazioni politiche e sociali che in queste settimane rischiano pesanti condanne in processi farsa solo per attività politiche e sindacali. Una linea autoritaria del governo di Madrid che appare ogni giorno sempre più evidente, e che sta estendendo la filosofia della legislazione di emergenza e della repressione dura e brutale al complesso delle lotte politiche e sociali in tutto lo stato, dopo decenni di sperimentazione portata avanti nel Paese basco.

Un caso basco a Roma aggiunge le sue gocce di solidarietà per far montare l’onda di libertà contro la repressione.

TANTAZ TANTA…goccia dopo goccia si forma un mare!

Uncasobascoaroma

 

17 GENNAIO- ONGI ETORRI LANDER ETA AINGERU

  • Dicembre 15, 2013 15:37

Tantaz-TantaLANDER TORNA A ROMA!


venerdì 17 gennaio h 18


Largo delle sette chiese
freeGarbatella

ONGI ETORRI
Bentornati Lander e Aingeru!

Non si può mancare…

YOLANDA BARCINA E CONSOLATO di SPAGNA INTARTATI A ROMA

  • Novembre 30, 2013 13:42

tavtazo 30.11.2013
Questa mattina a Roma di fronte al consolato di spagna, è stata intortata Yolanda Barcina e il governo spagnolo.Ennesima iniziativa di solidarietà con i NO TAV baschi condannati fino a due anni di carcere per aver tirato una torta in faccia alla presidentessa della regione Navarra, sostenitrice del treno ad alta velocità.  In queste settimane sono state numerose le iniziative a sostegno dei lanciatori di torte  in diversi paesi, anche a Roma e in val du Susa il  movimento No Tav ha fatto sentire la sua vicinanza, a dimostrazione che le lotte si uniscono oltre i confini stabiliti e gli accordi tra paesi.

HAMAIKA HERRI BORROKA BAKARRA!
NO TAV AURRERA!

QUI IL VIDEO:

 

Di seguito il volantino distribuito durante l’azione:


 

 SOLIDARIETÀ CON LE QUATTRO PERSONE CONDANNATE PER I “TARTAZZI” CONTRO LA TAV,  A YOLANDA BARCINA

 

tavtazoIl 27 ottobre 2011, tre persone “intartarono” la presidentessa della Navarra, Yolanda Barcina, durante una sessione plenaria della Comunità di lavoro dei Pirenei, nella cittá di Tolosa. Per alcuni secondi, la faccia di Barcina rimase coperta di dolce meringa. L’obiettivo di questa azione di protesta, realizzata dal movimento di disobbedienza TAV Mugitu!, era denunciare Barcina come la principale responsabile, tra le persone presenti alla riunione, dell’imposizione del Treno ad Alta Velocità in Euskal Herria (Paesi Baschi), imposizione che fin dal principio ha suscitato un’ampia opposizione. A Tolosa, l’azione non provocò detenzioni né identificazioni, mentre le guardie di sicurezza si limitarono a espellere i “lanciatori di torta” dalla sala. Tornati in Navarra,  gli autori dei “tartazzi” furono arrestati dalla Polizia Forale e imputati per un supposto delitto di “attentato all’autorità” nell’Audienzia Nazionale spagnola, tribunale d’eccezione che si è arrogato il diritto di processarli. In un secondo momento, inoltre, durante la conferenza stampa realizzata il giorno successivo in Iruña (Pamplona) per spiegare le ragioni dell’azione, anche una quarta persona venne messa sotto processo con lo stesso capo d’accusa. Il 18 novembre l’Audiencia Nacional ha celebrato il processo, con richieste dai 5 ai 9 anni, condannando alla fine tutt@ a due anni di carcere.

Il Treno ad Alta Velocità è un progetto ecologicamente devastante ed economicamente disastroso. Gran sperperatrice d’energia, distruttrice dell’ambiente, rumorosa, la TAV aumenta la centralizzazione del territorio nelle grandi metropoli a danno dei piccoli paesi e delle città di mezze dimensioni, promuove l’ipermobilità ed è elitario: la maggior parte delle persone lo utilizza molto poco, o non lo usa affatto, e solo una residua minoranza vi ricorre con una certa frequenza. Le grandi opere come la TAV, inoltre, suppongono un grande sperpero di denaro pubblico e sono una delle cause dei grandi tagli al welfare che stiamo soffrendo. Oltre a tutto questo, la classe dirigente, negli ultimi venticinque anni, ha consapevolmente occultato il costo sociale, economico ed ecologico del progetto, ha mentito sulle sue supposte virtù ed ha insultato, quando non criminalizzato, l’opposizione alla TAV lì dove questa si è manifestata, mentre in molti casi si arricchiva in modo fraudolento, come dimostrano le carte di Bárcenas. Yolanda Barcina rappresenta perfettamente questo atteggiamento di prepotenza e inganno permanente.

Per questi motivi, consideriamo che azioni popolari come l’“intartamento” di dirigenti, che, come Yolanda Barcina, sono responsabili di aver imposto la TAV occultando i suoi effetti nocivi e di aver mentito sul suo vero impatto economico e sociale, sono perfettamente legittime e comprensibili come una giusta forma di protesta contra la TAV. In cambio, denunciamo che la gravità e l’assoluta sproporzione delle pene inflitte per queste quattro persone non hanno paragone in nessun paese occidentale, dato che azioni simili nei confronti delle autorità sono considerate infrazioni minori e praticamente senza conseguenze legali. Tutto questo rappresenta una vergognosa contraddizione con la “magnanimità” che la Giustizia mostra con politici bugiardi e corrotti, che vengono quasi sempre assolti. Per tutto questo, esigiamo la paralizzazione dei lavori della TAV e l’archiviazione del processo avviato nell’Audiencia Nacional contro queste quattro persone che addolcirono la faccia di Barcina. Possiamo affermare senza ombra di dubbio che questo processo riunisce tutti gli elementi propri dell’ingiustizia penale”, tra cui l’uso di tribunali d’eccezione come l’Audiencia Nacional per reprimere la dissidenza sociale e l’applicazione di codici penali sempre più repressivi per criminalizzare la disobbedienza civile. Vogliamo che la fine di questo processo si converta in una presa di coscienza del carattere inutile e dannoso della TAV e di altre infrastrutture ugualmente distruttive.

No al Treno ad Alta Velocità

IN VAL DI SUSA COME IN EUSKAL HERRIA…NO TAV OVUNQUE!

Www.tavtazo.org          mugitu.blogspot.org       uncasobascoaroma.noblogs.org

uncasobascoaroma

Video-saluto dal Paese Basco per i/le compagn* italian*

  • Novembre 29, 2013 20:59


segi daxRiceviamo da EHL Milano un video che i compagni e le compagne  incausat* per appartenenza a SEGI hanno girato all’Audiencia Nacional di Madrid per salutare i comitati di solidarietà con il popolo basco e ringraziare per l’appoggio mostratogli durante la gira in Italia.

Siamo noi a ringraziare loro. Ancora una volta ci hanno dimostrato la forza, la dignità, e la determinazione che muove la lotta del popolo basco. Parte di loro ha già scontato complessivamente 50 anni di detenzione preventiva, ma rischiano altri 240 anni con l’accusa di  aver fatto parte di SEGI. Tra loro anche Fermin, Artzai e Zurine che furono arrestati il 10 giugno 2010 a Roma ed estradati in spagna dopo aver subito una detenzione di diversi mesi in carcere.
La vostra lotta è la nostra lotta!
Hamaika Herri Borroka Bakarra!

 

Qui il video:

https://www.facebook.com/photo.php?v=622153361164784&set=vb.100001103762179&type=2&theater

5 INCONTRI in ITALIA con SEGI – organizzazione giovanile della sinistra indipendentista basca

  • Novembre 13, 2013 20:16

5 INCONTRI in ITALIA con SEGI
– organizzazione giovanile della sinistra indipendentista basca –

La repressione contro il movimento giovanile basco
Tortura, carcere e illegalizzazioni

5 appuntamenti nazionali di dibattiti con i compagni di SEGI, per descrivere la lotta del movimento giovanile basco, in vista del maxiprocesso in corso a Madrid. Per connettere lotte e esperienze di resistenze. Per parlare di lotte sociali e repressione.

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Roma
Domenica 17 Novembre
CSOA Corto Circuito: h.19 aperitivo | h. 20 cena |
h. 21 incontro con SEGI e il comitato UN CASO BASCO A ROMA
Lunedì 18 Novembre
Lucernaio Occupato- Università La Sapienza
h.15 incontro con SEGI, SAPIENZA CLANDESTINA, UN CASO BASCO A ROMA, RICERCATORE

Napoli
Martedì 19 novembre
Palazzo Corigliano – Università Orientale
h. 17 incontro con SEGI

Bologna
Mercoledì 20 novembre
Facoltà di Lettere – via Zamboni 38
h. 20.30 incontro con SEGI

Milano
Giovedì 21 novembre
Spazio Occupato Scienze politiche
Via Conservatorio 7- Piano Interrato
h. 14.30 Incontro con SEGI

Torino
Venerdì 22 novembre
Palazzo Nuovo, via Sant’Ottavio 20
h. 17 Icontro con SEGI

Promuovono:
Euskal Herriaren Lagunak ITALIA – Rete Amici e Amiche del Paese Basco | Un caso basco a Roma

17/18 novembre – giovani di SEGI a Roma

  • Novembre 12, 2013 11:41

lander copiaA metà novembre saranno in Italia delle/i compagn@ di SEGI un organizzazione giovanile della sinistra indipendentista basca resa illegale.  Hanno ottenuto un permesso speciale per questo viaggio, sono infatti parte del maxi-processo 26\11, un vero e proprio processo politico che coinvolge circa quaranta giovani baschi senza accusa di reati specifici.
Parte di loro ha già scontato complessivamente 50 anni di detenzione preventiva, ma rischiano altri 240 anni solo per aver fatto parte di SEGI. Tra loro anche Fermin, Artzai e Zurine che furono arrestati il 10 giugno a Roma ed estradati in pochi mesi in spagna dopo una detenzione in alcuni carceri italiani. Li incontreremo per connettere lotte, esperienze di resistenze, per parlare di lotte sociali e repressione. Parlare dei paesi baschi vuol dire parlare di noi.

segiDomenica 17 Novembre CSOA  Corto Circuito – via filippo serafini 57

dalle 19.00 aperitivo

alle 20.00 cena

– a sostegno delle spese legali del processo di Lander-

ore 21.00 incontro con i\le compagn* di SEGI e del comitato UN CASO BASCO A ROMA di ritorno dalla visita ad Estremera e dal processo all’Audiencia Nacional

 

 

 

Lunedì 18  Novembre Lucernario Occupato– Università La Sapienza

ore 15.00 incontro e dibattito con SAPIENZA CLANDESTINA, UN CASO BASCO A ROMA, SEGI, Paolo Perri -RICERCATORE di Storia Contemporanea

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EUSKAL PRESOAK  AMNISTIA OSOA!
TUTTI LIBERE!

Goccia dopo goccia. Storie di dispersione.

  • Novembre 12, 2013 10:10

Questa intervista è stata realizzata durante il nostro ultimo viaggio nel paese basco. Sabato 16 novembre è arrivata la notizia che purtroppo si aspettava, JonKepa sarà trasferito nel carcere di Algeciras in Andalusia. Quasi vicino lo stretto di Gibilterra questa località dista 1055.048  Km dalla sua Santurzi. Abbiamo tante volte parlato di dispersione eppure la rabbia è tanta. Da quello che ci risulta a Algeciras troverà 16 pres@s per continuare a lottare.  La nostra solidarietà va alla compagna che ci ha dato la possibilità di conoscere questa storia, alla famiglia e agli\alle amic@, pensando ai loro interminabili viaggi. Con te non ci vedremo alla prossima visita, ci ritroveremo liberi.

Lander salutalo anche per noi

GORA EUSKO GUDARIAK

 

Goccia dopo goccia.

Storie di viaggio da Estremera a EH. 

amnistia“Sarei molto contenta di venire a Roma”, ci saluta cosi dopo averla intervistata in una taberna vicino il golfo di Biscaglia. L’abbiamo conosciuta sabato 9 novembre ad Estremera dove è detenuto il suo compagno Jon Kepa, che condivide con Lander e un altro preso la stessa sezione del carcere.  I controlli per effettuare le visite sono lunghi cosi abbiamo il tempo per presentarci e scambiarci qualche battuta. “Si è parlato molto della vostra iniziativa all’agenzia EFE – ci dice-  per il popolo basco è fondamentale la solidarietà internazionale”.  

I colloqui avvengono in lungo corridoio, composto da piccoli locutori racchiusi da uno spesso vetro uno accanto a l’altro. I prime tre sono sempre riservati ai prigionieri baschi. I colloqui sono tutti ascoltati e registrati, in più queste stanze sono attaccate al posto di controllo della penitenziaria che non si perde nessun gesto o piccolo movimento. Quando i presos arrivano o se ne vanno è un continuo scambio di sorrisi e pugni chiusi, cosi abbiamo imparato a conoscere la faccia di Jon Kepa e lui le nostre. Dopo la visita ci diamo appuntamento con lei per il martedì successivo in Euskal Herria.

Siamo vicino a Bilbo ma il pensiero va subito ad Estremera

“oggi in carcere c’è una protesta dei\delle detenut@ basch@. Le autorità spagnole hanno trasferito lì “Txeroki Garikoitz Aspiazu”. Lui è detenuto in Francia dal 2008 ma spesso viene trasferito in Spagna per periodi brevi relativi a processi singoli. Qui è arrivato da qualche settimana ed è sottoposto a un regime di isolamento. Fin da subito gli altri preos@s si sono mobilitati ma di fronte a una mancanza di risposte hanno deciso per uno sciopero”

In che consiste?

“Non usciranno dalle celle né usufruiranno di niente per oggi. Poi valuteranno altre iniziative”

Che ne pensi del carcere di Estremera?

“sono stata una prigioniera politica per cinque anni. Ho girato diversi carceri da detenuta o per fare visite. Credo che Estremera sia uno dei migliori, Madrid è lontana cinquecento km ma molto meno di altri carceri. La struttura è abbastanza moderna e quindi funzionante. Da pochi mesi però è cambiato il direttore. Questo arriva da un carcere dove il trattamento riservato ai prigionieri politici era molto duro. Adesso bisognerà vedere come cambia il tutto”

Quindi non hai avuto problemi fin qui per visitare Jon Kepa?

“è forse un carcere migliore di altri ma è una merda come tutti infatti Jon Kepa è in punizione. Per i prossimi sei mesi, da me, non potrà ricevere né vis a vis (visite senza vetro) né i pacchi”

Raccontaci

“due settimane fa ottengo un vis a vis. Dopo i soliti controlli dei documenti, passo a quelli elettronici, qualcosa suona. Al posto di utilizzare il solito apparecchio a mano insistono per sottopormi a una perquisizione. Ovviamente io mi rifiuto. Perdo cosi il vis a vis, mille km di viaggio per nulla. torno a Bilbo tardi e molto arrabbiata. Il giorno dopo in cella a Jon Kepa arriva la notifica della punizione. Così per i prossimi sei mesi non potrò abbracciarlo, né potremmo fargli entrare una giacca più pesante o un libro. Si capisce che è una punizione tutta politica, non mi hanno trovato nulla. Non esiste nessuna pericolosità reale ma solo presunta, per questo stiamo facendo un ricorso. Questo è uno degli aspetti pratici della repressione. E noi non possiamo accettarla”

Esiste un regolamento rispetto a questi controlli?

“Nell’autunno del 2009 arriva una circolare in diversi carceri spagnoli, non tutti. Con questo atto diventa obbligatoria la perquisizione ai famigliari e agli\alle amic@ dei pres@s. un controllo si può fare senza mettere le mani addosso e se fosse una questione di sicurezza sarebbe estesa a tutt@. Dunque è evidentemente un atto politico. quando la circolare è stata recepita io ero ancora prigioniera. Non volevo che nessuno dei mi@ car@ fosse perquisito. Per questo ho passato gli ultimi mesi della detenzione senza ricevere visite”

Ed è stato cosi per tutt@?

“ no. a volte sono stati i pres@s a decidere e spesso le famiglie. A quel punto c’è stato un dibattito interno pesante e difficile. La perquisizione viene percepita come una violenza da tutt@. Ma è chiaro pure che è difficile rinunciare a vedere chi si ama, detenut@ da chissà quando e per quanto, in quali condizioni e dopo aver sostenuto viaggi lunghissimi per la visita. Questa cosa ci ha un po diviso e alla fine ognuno ha deciso per conto suo. Ancora oggi è cosi”

Come hai visto Jon Kepa sabato?

“è una condizione molto dura. Jon Kepa è di Santurzi un piccolo paese a cui mancano nove persone detenute, due sono a Estremera adesso e questo lo aiuta. Jon Kepa è stato arrestato nel 2004 in Francia accusato di essere un membro di ETA. Ha scontato una pena di sei anni in un carcere di Parigi e poco prima di essere liberato è stato estradato in Spagna in attesa di altri giudizi. Cosi sono passati altri tre anni. Sta subendo tre processi in questo momento, siamo in attesa che la Spagna si esprima su un eventuale condanna e un relativo spostamento in un carcere. Probabilmente più lontano. Complicato dire come sta, diciamo che dei giorni è più disteso, a volte più nervoso, in generale è motivato e come diciamo noi ha molto animo”

Come era il carcere a Parigi? Esistono differenze?

“a Parigi il carcere era più grande e vecchio. I pres@s basch@ erano tredici. La vera differenza però la fa essere condannato o in attesa di giudizio. Il regime carcerario prima del processo è più duro. Hai meno diritti, non puoi accedere ad attività, le visite sono limitate, non esistono i vis a vis, spesso si è in isolamento, passava ventuno ore in cella. Dopo la condanna almeno la detenzione deve far riferimento a un regolamento più trasparante, per quanto rimanga speciale nei confronti di noi baschi. Da quando è ad Estremera riusciamo a fare le visite due volte al mese”

questa immagine non tiene conto del paese basco e delle altre indipendenze. ma rende bene l'idea di quanto Algeciras sia lontano da EH

questa immagine non tiene conto del paese basco e delle altre indipendenze. ma rende bene l’idea di quanto Algeciras sia lontano da EH

Vi hanno già rubato dieci anni di vita e non sapete nemmeno quanto manca. che si prova?

“ la rabbia è tanta, non è giusto, non è possibile accettare questo. Ma per quanto può sembrare strano è una condizione in cui siamo cresciuti e in qualche modo questo aiuta ad affrontarla.”

È una situazione comune?

“non ci si può rassegnare all’idea di non essere liberi è la base della nostra lotta. nella storia della nostra lotta ci sono persone che sono morte durante la detenzione, altre ne sono uscite dopo più di trenta anni solo perché anziane e malate. Dopo la “Parot” stanno uscendo dal carcere compagn@ detenut@ dagli anni settanta, ma come avete visto anche voi all’audiencia nacional gli arresti continuano e le condanne sono altissime. Dobbiamo continuare a lottare per la nostra libertà, non farli mai sentire soli, e organizzarci per portare le famiglie a fare le visite. Tutto questo ha un costo economico assurdo, le distanze sono infinite e i viaggi sono pericolosi, nessuno deve essere lasciato solo”

Vedi una soluzione possibile per i pres@s?

“no al momento no. la Spagna è uno stato fascista nei confronti del popolo basco. Il processo di pace in corso non ci vede sullo stesso livello, cosi non è possibile nessuna trattativa. Gli arresti continuano, i processi aumentano e le condanne pure, le condizioni nelle carceri peggiorano. A Sevilla i\le compagn@ fanno lo sciopero della fame da un mese, e sembra che non abbiamo nemmeno la forza per bloccare il Paese basco come si faceva prima. Non è un bel momento e non vedo soluzioni vicine”

Che ne pensi della solidarietà internazionale?

“è ossigeno puro. Ho letto che ieri per Lander ci sono state molte iniziative oltre la vostra presenza al processo. Da qui sembra che in Italia si parli più di lui che di Berlusconi. Azioni come quella contro Garzon in Argentina o all’agenzia EFE a Roma ci danno molta energia e voglia di lottare”

Ci salutiamo sicuri di rivederci presto, in carcere a trovare i nostri compagni e nelle strade delle nostre città. La solidarietà fa andata e ritorno. E mentre andiamo il pensiero di tutt@ va alla protesta in corso ad Estremera.

 

Martedi 12- 11 -2014