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ASPETTANDO L’8 GIUGNO E FERMIN MUGURUZA

  • Giugno 1, 2013 19:49

mugu

Roma, 8 giugno

Fermin Muguruza in concerto

Sabato 8 giugno il ‘No more tour’ fa tappa nella capitale

Si annuncia come un grande evento musicale e come un grande momento di controinformazione quello che si terrà sabato 8 giugno a Roma, ospitato dal Loa Acrobax in via della Vasca Navale n° 6.
Sul palco dello spazio occupato a due passi da Ponte Marconi, per la sua unica data italiana nell’ambito di un tour internazionale che ha già toccato diversi paesi, si esibiranno il noto e poliedrico artista basco Fermin Muguruza e la sua band. Ad alternarsi sul palco con l’artista più noto della scena musicale basca un’altra band proveniente da Euskal Herria, l’irriverente Banda Batxoki, e i romani Shots in the Dark.
La serata proseguirà fino a tarda notte con le selezioni ska, reggae e rock steady di Dj Prozac.
I concerti inizieranno alle 22.00, ma dalle 20 sarà possibile cenare con alcuni piatti della tradizione gastronomica basca. Nel corso della serata saranno anche proiettati dei filmati sulla situazione nel Paese Basco e sarà realizzato un collegamento con Bilbao.

L’evento è organizzato dal Comitato ‘Un caso basco a Roma’ a sostegno della campagna di solidarietà con i prigionieri e le prigioniere politiche basche. L’ingresso è a sottoscrizione – solo 5 euro – e il ricavato dell’iniziativa sarà destinato alla copertura delle spese legali di Lander Fernandez, attivista basco arrestato a Roma il 13 giugno del 2012, estradato in Spagna lo scorso 27 aprile ed attualmente rinchiuso nel carcere di Soto del Real sulla base di una dichiarazione estorta sotto tortura.

18 MAGGIO – ROMA – EUSKAL PRESOAK ETXERA !

  • Maggio 19, 2013 13:40

18 MAGGIO  

ROMA COMPLICE E SOLIDALE CON LE PRIGIONIERE E I PRIGIONIERI POLITICI BASCHI

porta maggiore

TUTTI LIBERE!

 

ONDARROA – HERRI HARRESIA PER URTZA

  • Maggio 16, 2013 19:33

urtza dajeONDARROA – HERRI HARRESIA PER URTZA

6 giorni di MURO POPOLARE in difesa di URTZA ALKORTA

 

Dalla testimonianza di una compagna sul posto: “Alla fine come saprete le guardie sono arrivate ..questa mattina verso le 6.30. Un sacco di guardie, un’esagerazione! quaranta furgoni! C’era tutto il paesino, con gente di tutte le età ….tante ore senza dormire. ..è stato emozionante ..una continua tensione per difendere Urtza a qualsiasi ora del giorno. Ieri notte ci hanno svegliato alle 3, alle 5 e alle 7 e le ultime due allerte sono state alle 9 e alle 11. E il ponte si è riempito sempre in pochissimo tempo. Il paese di Ondarru è stato costantemente a totale disposizione di quello  che bisognava fare, incredibile! è stata una grande dimostrazione di dignità e forza. Ma comunque verso le 11.00 la polizia è arrivata fino dov’era Urtza e l’hanno portata via, lei, fortissima, come sempre quando scendeva dal ponte e urlava “grazie Euskal Herria, oggi abbiamo vinto noi!”.

 

herriharresiaDopo sei giorni e dopo ore sul ponte con un freddo della madonna e la pioggia in faccia è finita così. Ma è vero che la gente è comunque riuscita a fare tutto quello che si era pensato di fare, quindi infondo, tutto molto bene.”

 

 

video e info

http://www.youtube.com/watch?v=SjJJtPdGaL8

http://www.naiz.info/eu/mediateca/video/cronica-de-lo-sucedido-en-ondarroa

http://firstlinepress.org/laske-gunea-e-il-muro-popolare-basco/

http://www.contropiano.org/archivio-news/archivio-news/in-breve/esteri/item/16595-lassalto-della-polizia-a-ondarroa-foto-e-video

aurreraURTZA LIBERA!

LANDER LIBERO!

SOLIDALI CON LE PRIGIONIERE E I PRIGIONIERI POLITICI BASCHI!

 

MANIFESTO ‘ DAJE LANDER ‘

  • Maggio 10, 2013 18:19

il vento

ASSOLTO ARTZAI SANTESTEBAN – GIOVANE BASCO ESTRADATO 3 ANNI FA DALL’ITALIA

  • Maggio 7, 2013 17:27

EH-Italia-elkar2Artzai Santesteban viene arrestato a Roma nel 2010 insieme a Fermin Martinez Lakunza  e Zurine Gogenola Goitia, con l’accusa di appartenenza a Segi, organizzazione giovanile basca, che con la solita mistificazione la Spagna considera organizzazione terroristica  e mette al bando nel 2002.

Dopo mesi di carcere a Regina Coeli e a Terni,  Artzai, Fermin e Zurine vengono estradati in Spagna e portati davanti l’ Audiencia Nacional, ma dopo quasi 3 anni quel processo si deve ancora tenere.

Oggi al termine di un altro processo per ‘ Kale Borroka ‘ , accusato di aver partecipato ad un attacco contro una camionetta della polizia, Artzai è stato assolto, per mancanza di prove se non alcune dichiarazioni estorte sotto tortura dalla polizia.

http://www.youtube.com/watch?v=eDnpQGM3Et4

LIBERI TUTTE SUBITO!

 

 

29 Aprile – L’Audiencia Nacional conferma l’arresto di Lander

  • Aprile 30, 2013 00:12

Lander Askatu

Questa mattina l’Audiencia Nacional ha convalidato l’arresto di Lander Fernandez Arrinda.

Da due giorni Lander si trova nel carcere speciale di Soto del real, a Madrid.

Non ha ancora potuto effettuare la telefonata a cui ha diritto per comunicare con i suoi familiari. Solo il suo avvocato è riuscito ad incontrarlo brevemente per assicurarsi sul suo stato di salute.

Sappiamo che è stato estradato su un piccolo velivolo messo a disposizione dallo stato spagnolo.

Adesso Lander si trova in isolamento e dovrà rimanere in carcere in attesa che venga fissata la data per l’inizio del processo. La Spagna ha fino a quattro anni di tempo per poter fissare la prima udienza.

Arrinda non si arrende, Arrinda si difende!

Lander Libero, Tutti Libere

L’intervento di Irati, compagna basca, stamattina su Radio Onda Rossa

http://www.ondarossa.info/newsredazione/lander-madrid

 

★ FIRMA LA PETIZIONE

  • Aprile 21, 2013 12:44

 

Abbiamo attivato una petizione online per chiedere l’immediata scarcerazione di Lander Fernandez; firma la petizione a questo indirizzo:  http://www.petizioni24.com/lander

Sostieni Lander, sostieni i Paesi Baschi!!

Lander Askatu, Lander Libero!

 

SOSTIENI uncasobascoaroma

  • Aprile 4, 2013 12:47

La  nostra campagna sostiene continuamente ingenti spese,

per affrontare i costi di una dignitosa difesa legale siamo intenzionati a perseguire tutte le costose vie legali perché Lander non venga estradato.

per la continua produzione di materiale e momenti informativi sul caso di Lander nello specifico e sulla repressione nel Paese Basco in generale.

per un aiuto economico al nostro compagno Lander, da 10 mesi costretto agli arresti domiciliari, al quale gli sono stati negati i permessi lavorativi.

Chiediamo di contribuire anche economicamente in quest’ultima delicata fase processuale; abbiamo la possibilità di costruire ulteriori ricorsi, fino ad ora siamo riusciti a sostenerci autonomamente, ma ora avremo bisogno della colabborazione di tutti e tutte.

LANDER LIBERO! LANDER ASKATU! NO ALL’ESTRADIZIONE!

Per versamenti:

IBAN: IT87 T076 0103 2000 0000 4916 461

CAUSALE: un caso basco a Roma

DOSSIER

  • Aprile 4, 2013 12:39

Lander FERNANDEZ ARRINDA 

Un caso basco a Roma

Dossier (pdf) DOSSIER_Lander Fernandez (Dossier_Lander)

Lander Fernandez dossier in English (Lander Fernandez dossier in English)

* Aggiornato al 15 febbraio

 

SOMMARIO

  • IL CASO DI LANDER FERNANDEZ
  • ARGOMENTI CONTRO L’ESTRADIZIONE DI LANDER
  • UNA STORIA LUNGA DIECI ANNI
  • REPRESSIONE DEI DIRITTI FONDAMENTALI NELLO STATO SPAGNOLO: DENUNCE DA PARTE DI ORGANISMI INTERNAZIONALI
  • SITUAZIONE ATTUALE: PROCESSO DI PACE E VIOLAZIONE DEI DIRITTI UMANI
  • BIBLIOGRAFIA

IL CASO DI LANDER FERNANDEZ

È dal giugno 2012 che Lander Fernandez si trova agli arresti domiciliari in esecuzione di un mandato di cattura emesso dallo Spagna nei suoi confronti. La misura cautelare è propedeutica ad una richiesta di estradizione avanzata dalle autorità giudiziarie spagnole, per processare Lander Fernandez di fronte all’Audencia Nacional di Madrid. Ci opponiamo con forza a tale provvedimento poiché le accuse rivolte nei confronti di Lander Fernandez sono mosse da pregiudizi politici che trovano la loro coronazione di fronte ad un Tribunale spogliato di terzietà e imparzialità. Ma non è tutto. Ad oggi l’unico fatto addebitato è il danneggiamento di un autobus vuoto avvenuto nel Febbraio 2002.

Per comprendere le nostre ragioni bisogna ripercorrere le tappe fondamentali di questa storia in cui si intrecciano la violazione di diritti umani con la limitazione della democrazia per il popolo basco:

I FATTI Lander Fernandez Arrinda (LANDER) viene arrestato a Roma con un’imponente operazione di polizia il 13 giugno 2012 alle ore 8.30 fuori dal suo appartamento mentre si recava ad incontrare i suoi avvocati. Vengono impiegati oltre quindici agenti di polizia (passamontagna in volto e pistole alla mano) per arrestare un cittadino europeo che vive legittimamente in Italia da oltre un anno; LANDER viene tradotto nel carcere di Regina Coeli dove trascorre due giorni in isolamento giudiziario. In virtù delle condizioni in cui versa l’istituto carcerario in questione, LANDER non può usufruire appieno dell’ora d’aria né ricevere il pasto durante il primo giorno di detenzione, come raccolto di persona dal senatore Marco Perduca recatosi in visita presso l’istituto di pena capitolino.

LANDER ad oggi risulta solamente indagato per il reato attribuitogli, dal momento che il processo deve essere ancora celebrato dalle autorità spagnole. Quindi nessuna sentenza di condanna definitiva è stata emessa nei suoi confronti.

L’ACCUSA Le autorità giudiziarie spagnole attribuiscono a LANDER il reato di “terrorismo con bottiglia incendiaria”. In particolare si tratterebbe dell’incendio di un autobus vuoto, avvenuto in data 20 febbraio 2002, in concorso con Aingeru Cardano, membro della presunta organizzazione denominata “Kale Borroka”, che, sempre secondo l’accusa, collaborerebbe con l’organizzazione terroristica denominata ETA.

PROCEDIMENTO Il nostro ordinamento prevede la competenza della Corte di appello di Roma per i procedimenti di estradizione. Dalle carte finora inviate dall’autorità di Madrid non viene dimostrato alcun reato di terrorismo. I fatti riportati nella sentenza di convalida sulle misure cautelari emessa dalla Sezione IV penale della Corte di appello di Roma in data 15 giugno 2012 riguardano, infatti, esclusivamente l’incendio di un autobus in sosta e senza passeggeri a bordo, mediante l’uso di una bottiglia incendiaria. Allo stato degli atti, quindi, l’unico reato addebitabile all’indagato è quello di danneggiamento di un autobus vuoto. Inoltre la riconduzione di tale evento alla fattispecie di terrorismo avviene sulla base di presunzioni prive di fondamento. Non esiste, infatti, nessun provvedimento giudiziario spagnolo che accerti l’esistenza di un’associazione denominata “Kale Borroka” ed è quindi impossibile che si possa dimostrare il suo collegamento con l’ETA. Alla luce di tali elementi anche la IV Sezione Penale della Corte d’Appello di Roma ha ritenuto necessario un supplemento probatorio, da parte delle autorità giudiziarie spagnole, per accertare il legame tra il Fernandez e i il gruppo terroristico ETA e per verificare la possibilità che il fatto a lui addebito abbia potuto mettere in pericolo la popolazione. La documentazione integrativa inviata dal Giudice spagnolo sottolinea che il Fernandez “non è imputato di nessun reato di appartenenza a organizzazione terroristica” (documentazione messa agli atti del procedimento di estradizione presso la Corte d’appello di Roma). Inoltre secondo il verbale redatto dalla Polizia Autonoma Basca l’azione non avrebbe prodotto “alcun tipo di rischio per la vita o l’integrità fisica di nessuna persona”(vedi bibliografia doc. 25).

 

ARGOMENTI CONTRO L’ESTRADIZIONE DI LANDER

Sono molti i motivi che ci portano ad opporci alla richiesta di estradizione avanzata dalle autorità giudiziarie spagnole.

TORTURA Il procedimento a carico di LANDER trae origine da una dichiarazione estorta al suo coimputato Aingeru Cardano. Tale testimonianza, che colloca a LANDER sul luogo del reato, avviene durante il cosiddetto periodo di incomunicacion. Questo regime, previsto dalla legislazione spagnola e applicato esclusivamente dall’Audiencia Nacional, consente all’autorità giudiziaria di trattenere l’arrestato fino a una durata massima di 13 giorni, senza che egli possa nominare un avvocato, accedere a un medico di fiducia o informare la famiglia del luogo in cui si trova. È evidente che l’applicazione di tali misure rende possibili episodi di tortura: proprio come ha denunciato Aingeru Cardano, dichiarando di aver subito tali trattamenti durante il suo periodo di incomunicacion e ritrattando davanti al giudice quanto affermato riguardo a LANDER durante tale periodo. Il suddetto caso è stato raccolto e documentato dal relatore speciale dell’ONU Theo Van Boven nell’informativa del 30 marzo 2005 alla Commissione sui Diritti Umani delle Nazioni Unite (E/CN.4/2005/62/Add.1, pag. 326 – vedi bibliografia doc. 6)

Dal 1978 ad oggi più di diecimila attivisti baschi hanno denunciato di avere subito torture nelle caserme di polizia durante questo lasso di tempo. Per questo molte organizzazioni internazionali come ONU, Amnesty International e Human Rights Watch (vedi Bibliografia) hanno denunciato questo particolare regime, invitando lo Stato spagnolo a rispettare la Carta Internazionale dei Diritti dell’Uomo e la Convenzione contro la Tortura.

Ricordiamo che ai sensi dell’art. 13 della Costituzione italiana, “La libertà personale è inviolabile”. Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dall’autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge. In casi eccezionali di necessità ed urgenza, indicati tassativamente dalla legge, l’autorità di pubblica sicurezza può adottare provvedimenti provvisori, che devono essere comunicati entro quarantotto ore all’autorità giudiziaria e, se quest’ultima non li convalida nelle successive quarantotto ore, si intendono revocati e restano privi di ogni effetto. È ad ogni modo punita ogni violenza fisica e morale sulle persone sottoposte a restrizioni di libertà.

PRESCRIZIONE Dalla sentenza di convalida dell’arresto emessa dalla Corte di Appello di Roma emerge che il procedimento in questione ricade sotto il regime della Convenzione europea di estradizione del 13 dicembre 1957. L’articolo 10 di tale Convenzione recita esplicitamente che “L’estradizione non è consentita se la prescrizione dell’azione o della pena è acquisita secondo la legislazione della Parte richiedente o della Parte richiesta”. Come abbiamo in precedenza sottolineato, l’unico reato che emerge dalle carte inviate all’autorità giudiziaria italiana e che può essere addebitato a LANDER è quello di danneggiamento di un autobus. Ricordiamo che tale reato sarebbe stato consumato nel febbraio del 2002. In base al nostro ordinamento sarebbero, quindi, maturati i termini di prescrizione che darebbero vita ad una causa ostativa all’estradizione. Tale causa ostativa decadrebbe unicamente qualora venisse riconosciuta una aggravante “terroristica” al presunto reato compiuto da Fernandez. Tale ipotesi, tuttavia, non potrebbe trovare alcuna giustificazione. Come documentato dal verbale della polizia autonoma basca (riferimento bibliografico da aggiungere) si rivela, infatti, che l’azione di cui è imputato Fernandez non avrebbe compromesso l’incolumità di nessuno e, inoltre, non è stata rivendicata da gruppo terroristico alcuno.

TERRORISMO Abbiamo in precedenza evidenziato che il fatto di danneggiamento viene inserito, dall’autorità giudiziaria spagnola, nella fattispecie di terrorismo sulla base di ragionamenti infondati. Abbiamo anche rilevato che i reati in questione sono giudicati da un particolare tribunale chiamato Audiencia Nacional. La giurisprudenza di questo organo ha contribuito ad allargare a dismisura la fattispecie di terrorismo, annacquandola in una figura di reato dai contorni sfumati. È frutto, infatti, della mente del giudice Baltasar Garzón la c.d. teoria del “Tutto è ETA”. In poche parole ogni evento riconducibile alla causa dell’indipendentismo basco viene automaticamente ricondotta all’associazione terroristica ETA. Il caso che riguarda LANDER ne è un esempio. Il reato di danneggiamento di un autobus viene ricondotto alla dimensione terroristica esclusivamente in quanto consumato all’interno di una manifestazione svolta a Bilbao nel 2002. Lo stesso evento, verificatosi in un contesto diverso, avrebbe acquisito una definizione giuridica diversa. Questa interpretazione, avallata dall’Audiencia Nacional, è stata criticata dal relatore speciale dell’ONU Martin Scheinin nel 2008. L’accusa mossa dal rappresentante internazionale è chiara: “Il sistema legale spagnolo qualifica come terrorismo delitti che non lo sono” (vedi Bibliografia, doc. 12)

TRIBUNALE SPECIALE L’Audiencia Nacional è il tribunale competente per il procedimento a carico di LANDER. L’Audiencia Nacional viene creata attraverso il Reale Decreto-Legge il 4 gennaio del 1977, lo stesso giorno nel quale veniva soppresso il Tribunale dell’Ordine Pubblico (TOP) della dittatura franchista, e si trova nello stesso edificio nel quale risiedeva il TOP. Sin dalla sua istituzione questo organo giudiziario ha ricevuto molte critiche. Alcune riguardano le sue competenze, altre la sua mancanza di imparzialità e terzietà. Non sono chiari i confini entro i quali l’Audiencia Nacional può esercitare i suoi poteri di giudizio. L’originaria competenza in materia di terrorismo si è estesa a diversi reati come il narcotraffico, la corruzione e l’organizzazione mafiosa. In molti Paesi comunitari si sono succedute nel tempo legislazioni speciali per combattere i fenomeni terroristici. In nessun Paese, però, è stato mai istituito un tribunale ad hoc per giudicare un particolare tipo di reato. Parliamo, infatti, di un tribunale eccezionale che, derogando alle ordinarie regole di attribuzione della competenza, giudica tutti i reati elencati precedentemente nella sua unica sede situata a Madrid. In tal modo viene di fatto negato il diritto ad essere giudicati da un giudice naturale e precostituito per legge. I requisiti appena elencati e disattesi dall’Audiencia Nacional sono previsti da molte Costituzioni dei Paesi occidentali: essi fanno sì che ogni cittadino venga giudicato da un giudice del luogo in cui è stato commesso il reato, in grado, quindi, di comprendere meglio il contesto sociale in cui il delitto si è consumato. Si tratta dei presupposti necessari che ogni giudice deve avere affinché il suo giudizio sia terzo e imparziale. Questo regime è stato condannato dall’associazione degli Avvocati Europei Democratici che, il 19 Aprile 2008, ha chiesto l’abrogazione dei tribunali eccezionali quali l’Audiencia Nacional. (vedi Bibliografia, doc. 20)

SINTESI Sono molteplici gli elementi allarmanti di questa vicenda, che abbiamo approfondito finora:

  • La legislazione spagnola legittima l’utilizzo di strumenti inquisitori che sfociano spesso in episodi di tortura;
  • In base alla normativa internazionale la prescrizione rappresenta una causa ostativa all’estradizione;
  • L’Audiencia Nacional rappresenta un’eccezione nel panorama giudiziario comunitario;
  • La competenza di questo tribunale speciale abbraccia molti tipi di reato, tra i quali quello di terrorismo. La giurisprudenza dell’Audiencia Nacional ha avuto una vocazione estensiva che è stata criticata da più organizzazioni internazionali. LANDER, però, viene accusato esclusivamente di aver incendiato un autobus (reato di danneggiamento), senza che sia addotta alcuna prova che riconduca tale fatto ad una fattispecie terroristica;
  • La storia e l’attività dell’Audencia Nacional dimostrano il pregiudizio che da sempre pende sull’indipendentismo basco da parte delle istituzioni spagnole.

UNA STORIA LUNGA DIECI ANNI

Lander Fernandez è un cittadino basco, nato a Bilbao 32 anni fa.

Il 19 maggio del 2009, all’uscita della scuola di Elorrieta (Bilbao), LANDER fu avvicinato da alcuni individui che si presentarono verbalmente come agenti della polizia autonoma basca. Questi, dopo averlo portato in un luogo isolato, lo minacciarono dicendogli che, se non avesse collaborato con loro, un giudice avrebbe utilizzato le prove che aveva a sua disposizione per incarcerarlo per dieci anni. Una situazione simile si ripeté il 27 maggio, quando LANDER per tutta la giornata notò la presenza di strani individui che lo seguivano. Di ritorno a casa, quelle persone gli si avvicinarono: si trattava degli stessi individui che lo avevano sequestrato qualche giorno prima, accompagnati da una quarta persona. Dopo averlo minacciato, come era già avvenuto nella giornata del 19 maggio, i presunti poliziotti spintonarono LANDER facendolo cadere a terra. Fra grida e minacce gli intimarono che era in stato di arresto. Il giovane cercò di liberarsi dalla presa, ma fu messo a tacere con un fazzoletto di carta inserito nella sua cavità orale. Le grida di LANDER riuscirono però ad attirare l’attenzione del vicinato provocando la fuga dei suoi pedinatori ed evitandogli quindi l’arresto. Presso il presidio sanitario dove LANDER giunse successivamente all’accaduto, il medico rilevò lesioni al gomito destro, allo stinco della gamba destra e sotto l’occhio destro provocate dalla violenta caduta a terra.

Il giorno stesso in cui l’aggressione aveva avuto luogo, il 27 maggio 2009, LANDER sporse denuncia formale dell’accaduto al Tribunale di Bilbao. Trovò inoltre il coraggio di denunciare pubblicamente i pedinamenti e le minacce subiti da parte della polizia convocando una conferenza stampa pubblica che si tenne il 28 maggio del 2009. LANDER raccontò davanti ai mezzi di comunicazione il sequestro e le aggressioni che aveva subito nei giorni del 19 e del 27 maggio.

Alla fine del mese di maggio, LANDER, rispettando un programma di viaggio stabilito tempoaddietro, partì insieme ad alcuni suoi amici per il Venezuela, dal quale fece ritorno il 14 giugno. Questo stesso giorno, tuttavia, LANDER trovò la polizia ad aspettarlo all’aeroporto di Barajas (Madrid), dove fu arrestato. La polizia gli comunicò l’apertura di un processo contro di lui, risultato di una indagine aperta per l’incendio di un autobus durante i disordini verificatisi sette anni prima, nel febbraio 2002.

Nell’estate del 2008 era iniziato ai danni di LANDER un ulteriore processo aperto dall’Audiencia Nacional. Nell’agosto di quell’anno, LANDER era stato fermato a Berriatua (Bizkaia) dalla Guardia Civil etrovato in possesso di un blocchetto di biglietti di una lotteria. I proventi della riffa in questione sarebberoserviti a finanziare le spese legali delle famiglie dei prigionieri politici baschi. Per questo unico motivol’Audiencia National decise di aprire una indagine nei suoi confronti per collaborazione con banda armata.L’accusa è stata però smentita dal giudice di Secondo Grado che ha espressamente affermato che lalotteria in questione aveva come obiettivo quello di “garantire i diritti umani e la dignità dei prigionieripolitici e dei rifugiati baschi” e che pertanto in essa non era presente “riferimento ad alcun gruppoterroristico”.

Si tratta di elementi incontrovertibili che denotano un accanimento giudiziario delle autorità spagnole nei confronti di LANDER, fondato su pregiudizi politici che tentano invano di trovare appigli su elementi normativi. Questo clima ostile impediva a LANDER di condurre una vita tranquilla nel proprio Paese. Per questo motivo LANDER ha deciso, nel maggio 2011, di trasferirsi a Roma. Qui ha trovato lavoro nell’osteria del centro sociale Corto Circuito e una sistemazione abitativa nel quartiere Garbatella grazie al movimento di lotta per la casa “Action”. Dopo alcuni mesi di residenza nella capitale, LANDER si è accorto di essere oggetto di pedinamenti continui mentre si recava al lavoro e svolgeva la sua vita pubblica. Per tale ragione, LANDER ha deciso di recarsi in uno studio di avvocati per ricevere consigli e chiedere supporto legale.

Nel maggio del 2012, un anno dopo l’arrivo a Roma, LANDER è stato informato dal suo avvocato basco del fatto che il procedimento relativo agli eventi del 2002 (in cui è accusato di aver danneggiato un autobus) si sarebbe aperto presso l’Audiencia Nacional di Madrid il 21 giugno. Consapevole della faziosità del tribunale che lo avrebbe giudicato, LANDER ha deciso di non presentarsi davanti alla corte. Non essendo previsto nell’ordinamento spagnolo il processo in contumacia, le autorità spagnole hanno inviato allo Stato Italiano una richiesta di arresto di LANDER per procedere alla successiva estradizione.

È così che LANDER il 13 giungo è stato coinvolto in una spettacolare operazione di polizia – condotta con passamontagna e pistole alla mano da una ventina di agenti – e arrestato nella sua abitazione a Garbatella. Nella stessa mattina, la stampa italiana e spagnola riportarono la notizia dell’arresto a Roma di un “terrorista basco” senza tenere conto dei reali elementi che caratterizzano il caso in questione: i giornali celebrarono il loro processo mediatico contro LANDER, senza per altro riservargli successivamente alcun diritto di replica. È da mesi, quindi, che il Fernandez si trova costretto a sopportare le misure restrittive degli arresti domiciliari senza poter neanche beneficiare dei permessi lavorativi.

 

REPRESSIONE DEI DIRITTI FONDAMENTALI NELLO STATO SPAGNOLO.

DENUNCE DA PARTE DI ORGANISMI INTERNAZIONALI

La legislazione speciale spagnola consente alla polizia di trattenere l’arrestato fino a una durata massima di 13 giorni, senza che egli possa nominare un avvocato, consultare in privato il difensore assegnato d’ufficio, accedere a un medico di fiducia o informare la famiglia del luogo in cui si trova. È evidente che l’applicazione di tali misure rende possibili episodi di tortura.

Organizzazioni internazionali come le Nazione Unite, Amnesty International o Human Rights Watch hanno richiamato lo Stato spagnolo al rispetto dei diritti umani. In particolare segnaliamo alcuni stralci delle seguenti denunce da parte di questi organismi internazionali (il materiale completo è disponibile in Bibliografia):

  • Human Rights Watch nel gennaio del 2005 pubblica un rapporto denominato “Setting an Example? Counter-Terrorism Measures in Spain”. La relazione prende in esame gli aspetti del regime di lotta al terrorismo in Spagna che si sostanziano in violazioni degli obblighi nel diritto internazionale e dei diritti umani da parte di Madrid. L’organizzazione conclude il suo intervento esplicitando raccomandazioni specifiche al governo spagnolo affinché concili le misure anti-terrorismo con le norme internazionali.
  • Amnesty International ha criticato la Spagna varie volte, tramite i suoi Rapporti annuali. Nel “Rapporto annuale del 2012” denuncia che “la Spagna ha mantenuto il regime di detenzione in incommunicado per le persone sospettate di reati connessi al terrorismo. La Spagna ha continuato a non tener conto delle richieste degli organismi internazionali sui diritti umani per l’abolizione dell’uso della detenzione in incommunicado”.
  • Amnesty International ha pubblicato tre ulteriori documenti. Due di questi riguardano la tortura e l’impunità di tale reato in Spagna: è del 2007 “Spain: Adding insult to injury. The effective impunity of police officers in cases of torture and other ill-treatment” e del 2009 “Spain: Adding insult to injury. Police impunity two years on”. Nel 2009 ha pubblicato “Spain: Out of shadows. Time to end incommunicado detention” criticando il regime speciale di detenzione e chiedendo la sua fine.

I relatori speciale dell’ONU Theo van Boven, Manfred Nowak e Martin Scheinin hanno anche criticato il regime spagnolo in diverse rapporti redatti dopo le loro visite (disponibili in Bibliografia):

  • Theo van Boven, relatore speciale dell’ONU sulla tortura, ha visitato la Spagna tra il 5 e il 10 nell’ottobre 2003 nell’ambito del suo mandato. La relazione pubblicata nel 2004 contiene una rassegna delle denunce di tortura o maltrattamenti, in particolare in relazione alle persone detenute sotto misure anti-terrorismo. Il relatore speciale ritiene che la tortura e i maltrattamenti non siano sistematici in Spagna, ma che in pratica il sistema consente il verificarsi di tali episodi, in particolare nel caso di persone detenute in isolamento per attività terroristiche. Raccomanda di conseguenza il governo spagnolo di adottare una serie di misure per soddisfare il suo impegno nel prevenire e reprimere gli atti di tortura e altri maltrattamenti.
  • Martin Scheinin, relatore speciale sulla promozione e la protezione dei diritti umani e le libertà fondamentali dentro la lotta al terrorismo, ha visitato la Spagna tra il 7 e il 14 maggio 2008 su invito del governo di Madrid. Il rapporto che segue alla sua visita analizza i dispositivi del diritto spagnolo nella lotta al terrorismo e conclude che alcune definizioni giuridiche degli atti di terrorismo non rispettano pienamente il principio di legalità. La sua relazione esamina nel dettaglio l’uso della detenzione in isolamento. Pur rilevando l’istituzione di un meccanismo di prevenzione per salvaguardare i diritti dei detenuti, il relatore speciale è preoccupato per le accuse di tortura e altri maltrattamenti denunciati da parte dei sospettati di terrorismo, tenuti in isolamento. Infine, il relatore speciale raccomanda che siano presi diversi provvedimenti affinché le misure anti-terrorismo siano in piena conformità con gli standard internazionali sui diritti umani.
  • Manfred Nowak nei rapporti del 2006 e del 2010 verifica, in virtù delle precedenti visite, se i diversi Stati abbiano approvato le raccomandazioni per conformare le misure giudiziarie interne al diritto internazionale. Per quanto riguarda lo Stato spagnolo, al fine di proteggere i diritti umani, Nowak ha raccomandato l’abolizione del regime di isolamento. Manfred Nowak, nel rapporto del 2006 sottolinea che “[L’isolamento, nda] viola le adeguate misure di salvaguardia contro i maltrattamenti e la tortura” e che le accuse di tortura non riguardano solo il periodo degli interrogatori, ma anche il tempo del trasferimento verso Madrid. Inoltre, per quanto riguarda l’allontanamento dei prigionieri politici baschi dalla propria terra, ha affermato che “rappresenta un pericolo ed un onere economico per la famiglia e rappresenta a volte un ostacolo alla preparazione della difesa”.

SITUAZIONE ATTUALE: PROCESSO DI PACE E VIOLAZIONE DEI DIRITTI UMANI

Dal 2009 il movimento indipendentista basco porta avanti il processo di risoluzione del conflitto con lo Stato spagnolo e con quello francese. Le forze della sinistra indipendentista basca si sono riunificate attorno a una piattaforma politica comune, che ha come obiettivo quello di iniziare a costruire il Paese basco dal basso, senza aspettare le decisioni di Madrid e di Parigi. Oggi, questa piattaforma gestisce più di 100 amministrazioni municipali, tra queste la città di Donostia (San Sebastian) e anche la provincia di Gipuzkoa.

Nell’ottobre 2011 personalità internazionali come Kofi Annan e Gerry Adams hanno promosso una Dichiarazione Internazionale di Pace, rinforzando il percorso di dialogo iniziato dal movimento. In questo quadro di iniziative, l’ETA ha dichiarato la cessazione definitiva dell’attività armata e si è resa disponibile al dialogo.

Nonostante i passi avanti compiuti nella direzione della pace, lo Stato spagnolo prosegue con la sua politica repressiva e di criminalizzazione del movimento. Dal 2008 al 2011 ci sono stati oltre 800 arresti e centinaia sono stati gli attivisti baschi che hanno denunciato di essere stati oggetto di torture da parte della forze dell’ordine. Molti arresti sono stati perpetrati con l’unica accusa di partecipazione a organizzazioni politiche colpevoli di sostenere l’indipendenza del Paese Basco. Tra queste l’organizzazione giovanile indipendentista SEGI ha subito numerosi arresti.

Oggi 613 prigionieri formano l’EPPK (Collettivo di prigionieri politici baschi), dispersi in 87 carceri differenti. Di tutti i prigionieri solo 7 sono detenuti nei Paesi Baschi. La maggior parte dei detenuti è reclusa in Spagna, 446 prigionieri in 47 carceri diverse. Nelle carceri francesi ci sono 140 prigionieri, detenuti in 33 istituti carcerari. Per quanto riguarda gli altri casi di detenzione, un prigioniero è agli arresti in Portogallo, uno in Irlanda del Nord, uno in Scozia, uno in Messico, tre in Inghilterra e un altro è agli arresti domiciliari a Roma. Inoltre, 11 prigionieri gravemente malati si trovano in regime di detenzione nelle loro case. Da ultimo, un prigioniero è confinato in Autun (Francia).

La distanza media tra le carceri e le famiglie dei detenuti è di circa 600 km. Negli ultimi 23 anni, questa politica di allontanamento dei detenuti dalla loro terra ha causato più di 350 incidenti stradali, tra cui 16 morti. Una politica penitenziaria “straordinaria” che non rispetta i diritti dei prigionieri politici e quelli delle loro famiglie.

DOTTRINA PAROT (DOCTRINA 197/2006)

L’11 luglio 2012 la Corte europea dei diritti dell’uomo ha condannato la Spagna per aver prorogato di 10 anni la reclusione di Inés Del Rio Prada, e ne ha chiesto il rilascio ”nel più breve tempo possibile”. Secondo il tribunale di Strasburgo, Madrid avrebbe commesso un errore nell’applicazione retroattiva della “Dottrina Parot”, una norma che prevede la possibilità di accrescere le pene detentive nei confronti di un soggetto già condannato. Il provvedimento è stato inserito nella riforma del codice penale spagnolo del 2003 per eludere uno dei principi-chiave della Carta Costituzionale, che definisce l’ergastolo ”incompatibile con il fine riabilitativo delle pene privative della libertà” e proibisce i ”trattamenti crudeli ed inumani”. (vedi Bibliografia doc. 14)

La Corte europea dei diritti dell’uomo si è espressa contro la Dottrina 197/2006, accogliendo il ricorso presentato dalla difesa del Inés Del Rio. Anche se questa sentenza tratta esclusivamente il caso di Inés, a sua volta, esplicita un giudizio chiaro contro la “Dottrina Parot” che a suo dire viola i diritti umani e “deve essere subito abrogata”. A circa 200 prigionieri politici è stata applicata la suddetta dottrina.

LIBERTÀ CONDIZIONALE

Un’altra misura eccezionale applicata contro i prigionieri politici baschi è la negazione della libertà condizionale. Ci sono 150 prigionieri politici baschi che devono essere liberati, poiché hanno già scontato due terzi o tre quarti della loro pena.

CARCERE E SALUTE

A queste palesi violazioni dei diritti umani dobbiamo aggiungere la condizione di tredici prigionieri politici baschi ancora detenuti con malattie gravi e incurabili:

Jesus Maria MARTIN HERNANDO (Basauri – 1962). Imprigionato nel 2002. Disturbo schizofrenico con componente delirante.

Iñaki ERRO ZAZU (Iruñea – 1960). Imprigionato nel 1987. Grave malattia ischemica cardiaca.

Josetxo Arizkuren RUIZ (Iruñea – 1958). Imprigionato nel 1999. Grave cardiopatia ischemica.

Isidro Garalde Bedialauneta (Ondarroa – 1951). Imprigionato nel 1985. Cardiopatia ischemica e prostatite.

Jose Ramon Lopez de Abetxuko LIKINIANO (Gasteiz – 1949). Imprigionato nel 1989. Bradicardia sintomatica e adenoma della prostata.

Gotzone Luzuriaga LOPEZ FERNANDEZ (Agurain 1959). Imprigionata dal 1989. Cancro al seno.

Jose Angel Biguri CAMINO (Menagarai – 1955). Imprigionato nel 1989. Cancro alla prostata.

Inmaculada Bernas Berriozabal (Zegama / Elorrio – 1951). Incarcerata dal 2009. Diabete mellito, ipertensione, asma e artropatia.

Gari ARRUARTE SANTA CRUZ (Hernani – 1980). Imprigionato nel 2003. Spondilite anchilosante e artralgia degli arti inferiori.

Iñaki Etxeberria MARTIN (Iruñea – 1964). Imprigionato nel 1996. Miopia di lunga data, emorragia retinica nell’occhio destro e glaucoma bilaterale.

Jesus Maria Mendinueta FLORES (Arbizu – 1968). Imprigionato nel 1991. Discopatie della colonna vertebrale, ernia del disco e malattia reumatica con impatto sistemico.

Aitzol Gogorza Otaegi (Orereta – 1975). Imprigionato nel 1999. Disturbo ossessivo – compulsivo.

Jose Miguel Etxeandia Meabe (Larrabetzu – 1960). Imprigionato nel 2003. Disturbo ossessivo – compulsivo ed epatite C.

 

BIBLIOGRAFIA*

AMNESTY INTERNATIONAL

1. RAPPORTO ANNUALE, SPAGNA (2012)

 AmnestyInternational_Rapporto_Spagna_2012

2. SPAIN: ADDING INSULT TO INJURYTHE EFFECTIVE IMPUNITY OF POLICE OFFICERS IN

CASES OF TORTURE AND OTHER ILLTREATMENT (NOVEMBER 2007)

AmnestyInternational_Spain_Addingtoinsultinjury_2007

3. SPAIN: ADDING INSULT TO INJURY. POLICE IMPUNITY TWO YEARS ON (OCTOBER 2009)

AmnestyInternational_Spain_Addingtoinsultinjury_2009

4. SPAIN: OUT OF SHADOWS. TIME TO END INCOMMUNICADO DETENTION (JUNE 2009)

 AmnestyInternational_Spain_OutoftheShadows_2009

5. AMNESTY INTERNATIONAL EU OFFICE TO MS BEATRICE ASK, MINISTER OF JUSTICE,

PRESIDENCY OF THE COUNCIL OF THE EUROPEAN UNION. SUBJECT: AMNESTY

INTERNATIONAL BRIEFING: “SPAINOUT OF THE SHADOWS – TIME TO END

INCOMMUNICADO DETENTION” (SEPTEMBER 2009)

AmnestyInternational_Spain-letter-eu-Presidency-incommunicado-detention

ORGANIZZAZIONE DELLE NAZIONI UNITE

6. COMMITTEE AGAINST TORTURE, COMMUNICATION NO.E/CN.4/2005/62/Add.1

REPORT OF THE SPECIAL RAPPORTEUR, THEO VAN BOVEN

ONU_Theovanboven_ConventionAgainstTorture_Pag 326

7. COMMITTEE AGAINST TORTURE, COMMUNICATION NO. 453/2011, DECISION

ADOPTED BY THE COMMITTEE AT ITS FORTYEIGHTH SESSION (MAY/JUNE 2012)

ONU_ConventionAgainstTorture_OrkatzGallastegi_June2012

8.    COMMISSION ON HUMAN RIGHTS, Report of the Special Rapporteur on the question of torture, Theo van boven, submitted pursuant to Commission resolution 2002/38 (February 2003)

ONU_TheoVanBoven_CommissionHumanRights_February2003

9.    COMMISSION ON HUMAN RIGHTS, Report of the Special Rapporteur on the question of torture, Theo van boven (February 2004)

ONU_TheoVanBoven_Report_Spain_February2004

10.    COMMISSION ON HUMAN RIGHTS, Torture and other cruel, inhuman or degrading treatment or punishment, Report of the Special Rapporteur, Manfred Nowak (March 2006)

 ONU_ManfredNowak_Report_March2006

11. HUMAN RIGHTS COUNCIL, Report of the Special Rapporteur on torture and other cruel, inhuman or degrading treatment or punishment, Manfred Nowak (February 2010)

ONU_ManfredNowak_HumanRightsCouncil_25February2010

ONU_ManfredNowak_HumanRightsCouncil_26February2010

12. HUMAN RIGHTS COUNCIL, Report of the Special Rapporteur on the promotion and protection of human rights and fundamental freedoms while countering terrorism, Martin Scheinin (December 2008)

ONU_MartinScheinin_Report_spain_December2008

HUMAN RIGHTS WATCH

13. SETTING AN EXAMPLE? COUNTER-TERRORISM MEASURES IN SPAIN (JANUARY 2005)

HumanRightsWatch_report_Spain_2005

EUROPEAN COURT OF HUMAN RIGHTS

14. JUDGMENTS CONCERNING ALBANIA, MONTENEGRO, ROMANIA, SPAIN AND TURKEY

(08.03.2011) BERISTAIN UKAR V. SPAIN (NO. 40351/05)

EuropeanCourtHumanRights_Spain_2011

15. UNLAWFULNESS OF DETENTION EXTENDED BY THE RETROACTIVE APPLICATION OF A

CHANGE IN THE CASELAW (10.07.2012)

EuropeanCourtHumanRights_10.07.1012_Spain_InesdelRio

16. AFFAIRE OTAMENDI EGIGUREN C. ESPAGNE, REQUETE 47303/08 (16.10.2012)

EuropeanCourtHumanRights_16.10.2012_AffaireOtamendi

BEHATOKIA, BASQUE OBSERVATORY OF HUMAN RIGHTS

17. TERRORISM, COUNTER TERRORISM AND HUMAN RIGHTS IN THE BASQUE COUNTRY

CONCERNS ON THE MEASURES ADOPTED BY SPAIN, FRANCE AND THE EUROPEAN UNION

(JUNE 2007)

BasqueObservatoryHumanRights_2007

18. INTERVENTO SU MISURE ANTITERRORISTE E DIRITTI UMANI ALLA SOTTOCOMMISSIONE

PER I DIRITTI UMANI DELL‘ONU

InterventoONU_OsservatorioBascoDirittiumani_2006 

ELDH, EUROPEAN ASSOCIATION OF LAWYERS FOR DEMOCRACY AND

WORLD HUMAN RIGHTS

19. REPORT ON THE ELDH HUMAN RIGHTS MISSION To BASQUE COUNTRY (MARCH 2010)

ReportELDH_HumanRightsMissiontoBasqueCountry_2010-March 

AED, AVVOCATI EUROPEI DEMOCRATICI

20. COMUNICATO DELL’AED SUL PROCESSO AI MILITANTI BASCHI (APRILE 2008)

aed-militanti baschi

INTERROGAZIONI PARLAMENTARI

21. ATTO SENATO DELLA REPUBBLICA ITALIANA, INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/08074 SENATORI PERDUCA E PORETTIDESTINATARIO MINISTERO DELLA GIUSTIZIA

InterrogazioneParlamentare_31.7.2012

22. ATTO SENATO DELLA REPUBBLICA ITALIANA, INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/08612 SENATORI PERDUCA E PORETTIDESTINATARIO MINISTERO DELLA GIUSTIZIA

InterrogazioneParlamentare_7.11.2012

23. ATTO SENATO DELLA REPUBBLICA ITALIANA, INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/08627 SENATORI PERDUCA E PORETTIDESTINATARIO MINISTERO DELLA GIUSTIZIA

InterrogazioneParlamentare_8.11.2012

LETTERA APERTA AL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA PAOLA SEVERINO

24. APPELLO AL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA CONTRO L’ESTRADIZIONE DI LANDER FERNANDEZ

Lettera Appello

25. VERBALE DELLA POLIZIA (RIFERIMENTI-594A0200427) DIPARTAMENTO DEGLI INTERNI GOVERNO BASCO

Verbale_polizia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

All Reds e Spartaco Rugby per Lander

  • Marzo 7, 2013 15:49

Spartaco-Allreds-1

Spartaco-Allreds-2

★ 13 FEBBRAIO, GIORNATA CONTRO LA TORTURA – QUE NO SE NOS OLVIDE

  • Febbraio 13, 2013 00:30

13 febbraio. Giornata Contro la Tortura in Euskal Herria.

All’inizio del secolo XXI continua l’utilizzo della tortura.

Joxe Arregi morì in un commissariato a seguito delle torture subite, il 13 Febbraio 1981, e sono già nove i morti in simili circostanze, Esteban Muruetagoiena 29-03-1982; Joxi Zabala Artano 16-06-1983; Joxean Lasa Arostegi 16-06-1983; Mikel Zabaltza 26-11-1985; Mikel Arrastia 29-06-1988; Juan Calvo 20-08-1993; Miren Gurutze Iantzi 24-09-1993 e Xabier Kalparsoro Golmaio 26-09-1993. La dura realtà ci dice che circa 10.000 baschi e basche sono state torturate negli ultimi 50 anni. Non dimentichiamolo…

Joxe Arregi. Memoria de Zizurkil: http://www.youtube.com/watch?v=QMOkDIOijtc

http://gara.naiz.info/paperezkoa/20130213/387622/es/Que-no-nos-olvide

Non dimentichiamolo.
Era il 4 Febbraio 1981 quando a Madrid venne fermato dalla polizia Joxe Arregi Izagirre. Dopo aver trascorso nove giorni in isolamento fu portato nell’ ospedale penitenziario di Carabanchel dove morì il 13 a mezzogiorno.
Tre prigionieri politici ricoverati nello stesso ospedale condivisero con lui le sue ultime ore.
Arregi fu trovato seduto nella sua cella, “fisicamente schiacciato”. Osservando che aveva le palpebre totalmente livide,un enorme ematoma nell’occhio destro e le mani gonfie, domandarono cosa fosse successo in commissariato. “Oso latza izan da” (E’stata molto dura), ha detto, “mi hanno appeso ad una sbarra varie volte dandomi ripetutamente colpi sui piedi, arrivando a bruciarmeli non so con cosa, saltavano sul mio petto, mi hanno riempito di colpi, pugni e calci”.
Il rapporto del coroner sulla sua autopsia ha confermato la presenza di “violenza fisica” sul corpo, aggiungendo che la causa della morte fu “insufficienza respiratoria causata dal processo bronco-pneumonico.”
La pratica della tortura nota come la ‘vasca da bagno’ consiste nell’immergere la testa di una persona in una ciotola di acqua sporca, impedendogli di respirare per alcuni minuti. Il torturato è costretto a ingoiare il liquido che penetra con tutti i batteri nei polmoni, causando broncopolmonite.
Secondo la Commissione per i diritti umani di Madrid 73 poliziotti parteciparono agli interrogatori di Joxe Arregi. Solo due furono condannati con la pena ridicola di sette mesi di prigione.
Quelle parole strazianti di Joxe Arregi sono servite a dare il titolo al libro recentemente pubblicato da Euskal Memoria in cui si parla di qualcosa che per tanti anni è stato nascosto. Abbiamo già fatto il primo passo, cercare di recuperare la memoria affinché non si dimentichi. Ma questo non è sufficiente. Fino a quando alcuni non riconosceranno le responsabilità che hanno avuto, la storia incompleta che stanno diffondendo sulla realtà di ciò che è accaduto nei Paesi Baschi sarà falsa.
In questi giorni in cui spesso si parla di vittime bisogna alzare la voce in nome delle migliaia di persone che nel corso degli anni hanno subito torture. Non si può parlare di vittime senza menzionare la tortura. Forse è una parola troppo scomoda…
Ci è stato dato il termine “abusi di polizia con motivazioni politiche”. Ma bisogna chiamare la tortura con il suo nome, è terrificante, ma è quello che è, il terrorismo di Stato, non il capriccio di un paio di poliziotti a cui prudono le mani. I responsabili non sono alcuni poliziotti venduti, ma il governo, i giudici, le forze di sicurezza della Stato,i medici legali,i giornalisti e tutti coloro che hanno voluto distogliere lo sguardo.
32 anni fa la gente scese in piazza per protestare contro quello che era accaduto. Oggi non vi è alcuna traccia di quelle voci di indignazione, anche se da allora sono state migliaia le persone che hanno subito tortura. Hanno avuto cura di nasconderla, di silenziarla. Questo non accadde  solo 30 anni fa. Questo è successo ieri, gli ultimi casi di tortura denunciati sono di Otaño Inaxio e Iñaki Igerategi e non è passato nemmeno un anno. E la pratica dell ‘incomunicaciòn’ è ancora intatta. Non dimentichiamolo.

★ URTARRILAK 15, ROMAKO AUZITEGIAK LANDER FERNANDEZEN AURKAKO ESTRADIZIOA ONARTU DU

  • Gennaio 15, 2013 23:30

Roma, 2013.eko urtarrilak 15

Romako auzitegiak Lander Fernandezen aurkako estradizioa onartu du

Gaur jakin izan dugu Romako Auzitegiko 4.sekzioak  Lander Fernandezen aurkako estradizio eskaerari erantzun diola.

Auzitegiak estradizioari baiezkoa eman dio. Eta Beraz , azken 7 hilabeteak bezala, Landerrek etxean preso jarraitzeko agindua eman du.

Sententziaren lehen balorazioarekin batera auzitegiaren jarrera salatu nahi dugu. Gorteak  Landerren kontrako prozesu zentzugabeak oinarrian dituen argudio ahulak onartu ditu eta honen aurrean egin diren salaketa mota guztiak  sahiestu egin ditu defentsa existitu ez balitz bezala jokatuz.

1.Bai publiko zein judizialki salatu dugu Landerren aurkako prozesuak torturapean egindako deklarazio batean oinarri duela.

2.Tortura horiek Theo van Boven Onu-ko relatoreak informe baten jaso ziren.

3.Italiar jendarteko sektore desberdinetako pertsonak estradizioaren aurka agertu dira. Italiar parlamentari zein intelektual ezberdinek estradizioaren aurkako gutun irekia sinatu dute gustizia ministroari zuzendua .

Guzti hau ez da oztopo izan estradizioari baiezkoa emateko orduan, eta Romako Auzitegiak  Madrileko Audientzia Nazionalari, mostruo juridikoari, europan parekorik ez duen tribunal bereziari berebiziko zilegitasuna emanez estradioaren aldeko sentenzia eman du.

Oraingoan ere murrizketen eta bankuen europa honetan beste injustizia bat eman da, eta beste behin ere, bi estaturen interes diplomatikoak pertsonen eskubideen gainetik jarri dira. Baina Landerren askatasunaren aldeko borrokak aurrera darrai.

Pilota orain Tribunal di Cassazione-ra (Auzitegi Gorena) pasako da, abokatuek sentenzia errekurrituko bait dute . Bataila juridikoak aurrera darrai.

Gure borrokak ez du etenik eta Lander ez da estraditatua izango! Honegatik  uncasobascoaroma@noblogs.org elkartasun sareak antolatuko dituen hurrengo ekimenetan parte hartzeko deia luzaten dugu. Hau ez da hemen bukatzen.

Lander libero! Lander askatu!

No all’estradizione! Estradiziorik ez!

★ 12 GENNAIO, U12 – CORTEO A BILBO

  • Gennaio 9, 2013 20:44

 115.000 per i diritti dei prigionieri/e politici: video e foto.

https://plus.google.com/u/0/photos/112812602953432620261/albums/5832656018121523953/5832656019683360866

 

8gen

 

Sabato 12 gennaio 2013 si terrà a Bilbao la storica manifestazione in appoggio con i prigionieri e le prigioniere politiche basche. Ad aderire all’appello della piattaforma Herrira sono state varie personalità sindacali, politiche e sociali che si sommeranno alla grande manifestazione che percorrerà le vie della città vizcayna. Ancora una volta i baschi e le basche scenderanno in strada per richiedere diritti civili per i prigionieri politici e il loro ritorno a casa. Oltre ai moltissimi pullman che raggiungeranno Bilbao da tutti i Paesi Baschi e dallo Stato spagnolo, si prevede anche una forte presenza internazionale. La questione dei prigionieri politici baschi rimane un nodo importante all’interno del processo di risoluzione del conflitto politico basco, un percorso avviato in forma unilaterale dalla sinistra indipendentista basca.

Attualmente sono 606 i prigionieri dispersi in varie carceri spagnole e europee. La manifestazine mira anche a smuovere quella attitudine immobilista e di chiusura da parte dello Stato francese e spagnolo di fronte al processo di risoluzione, oltre a chiedere la rettifica della cosiddetta dottrina Parot, una vera e propria misura d’eccezione che permette di prolungare la pena carceraria anche dopo averla già scontata in carcere.

dispersion-mapa

#8GENNAIOLANDERLIBERO

  • Gennaio 8, 2013 10:13

Martedì 8 gennaio si terrà l’udienza per l’ estradizioni di Lander. Il nostro compagno è detenuto agli arresti domiciliari ormai da sei mesi. L’arresto è stato violento e coatto, le accuse false e inconsistenti, la misura a cui è attualmente sottoposto ingiusta ed immotivata. In questi mesi abbiamo dato vita a una campagna pubblica e largamente condivisa, che sostenendo Lander ha saputo svelare il retroscena del vero “processo politico” che si cela dietro la richiesta di estradizione da parte della Spagna.

Lander è un giovane militante politico che conduce da sempre la lotta per la dignità e la libertà del Paese Basco. Questa storia è da sempre violentemente oppressa dallo stato spagnolo e quello francese, che nel silenzio complice degli altri paesi europei, reprime ogni forma di dissenso con il carcere e la tortura. Gli attivisti baschi sono ricercati ovunque, subiscono processi di estradizioni in accordo con le diplomazie degli altri stati, che violando ogni forma di garanzia concedono cittadini alla prepotenza dell’ingiustizia spagnola.
Questa è l’ Europa della crisi e del controllo che vogliamo rivoltare, i loro palazzi vomitano riforme e galera, le nostre piazze diritti e dignità.
Per questo il processo di estradizione contro Lander è una attacco alla libertà di tutti, per questo facciamo appello a tutte le realtà sociali e democratiche di Roma, per dimostrare ancora una volta che contro la repressione nessun@ è solo.
Martedi 8 gennaio, riempiamo piazzale Clodio, LANDER LIBERO!

★ Le bugie di Madrid…NO PASARAN!

  • Novembre 3, 2012 11:40

 

Ieri mattina un lancio dell’agenzia di stampa spagnola EFE ha dato modo ai quotidiani più reazionari di Spagna di infamare nuovamente tutto ciò che si muove intorno alla lotta del popolo basco. L’arresto a Lione di due presunti membri di ETA, Joseba Iturbe e Izasku Lesaka, è stato infatti ripreso dalle testate de El Correo (quotidiano della provincia Bizkaia), La Razòn e 20minutos che, oltre a riepilogare i 31 casi dei presunti militanti di ETA arrestati fuori dai confini spagnoli, hanno continuato a spalare merda sui detenuti, guarnendo uno scarno elenco di nomi con informazioni fittizie degne delle peggiori fiction di quart’ordine. Un problema al quale siamo abituati; acuito però da una menzogna che ha del paradossale. Nel citare il caso “italiano”, ovvero quello del nostro compagno Lander Fernandez (qui e qui la verità sulla sua storia, qui il blog della campagna che chiede la sua liberazione), le testate assoldate dall’Audiencia Naciònal di Madrid hanno così definito Lander (come indicato dall’agenzia stampa):

Detenido en Roma el presunto miembro de ETA Lander Fernández Arrinda. Portaba una pistola de 9 milímetros y documentación falsa.

Chi segue questo blog sa bene quanto tutto ciò corrisponda ad un’artificiosa e creativa ricostruzione giornalistica. Queste parole sono anzi un’infamia. Lander, non ci stancheremo di ripeterlo, non solo non è membro di ETA ma non risultavano in suo possesso armi e documenti falsi quando, lo scorso 13 giugno, è stato arrestato a Roma, città in cui da due anni ormai vive, tra i compagni, lavorando, alla luce del sole. E soprattutto, connesso al caso di Lander, non ci stancheremo di ripetere come sia infame il teorema “Tutto è ETA” con il quale il governo spagnolo criminalizza e perseguita con accanimento terapeutico i militanti baschi e le loro lotte; un continuo stillicidio che dovrebbe finalmente invitare tutti ad una riflessione meno superficiale su quanto avviene in Euskadi, inducendo a puntare l’indice contro l’apparato repressivo che ascrive ogni lotta, conflitto o iniziativa all’alveo del terrorismo. Il modo migliore, quindi, per denigrare e al contempo mettere in moto la potente macchina della legislazione emergenziale antiterrorismo.

Ma la cosa che ci sembra più strana è un’altra, ovvero la sistematicità con cui la stampa spagnola mette in moto operazioni diffamatorie come queste. Lo scorso 15 ottobre, ad esempio, il portale web di Qué riepilogava i 27 casi di arresti per terrorismo avvenuti fuori dai confini spagnoli (piccola postilla: in 14 giorni, altri 4 arresti…). Anche in questo caso l’infame litania su Lander veniva ripetuta, e anche in questo caso fu l’agenzia stampa EFE ha lanciare la notizia (come si può facilmente vedere all’inizio dell’articolo in questione). Due sono le considerazioni che quindi ci sembrano doverose. Prima di tutto, la riproduzione acritica di veline della polizia repressiva è un’assodata realtà (d’altronde anche da noi succede con la stampa borghese), con l’aggravante della tempistica con cui vengono riprodotte sul web e sul cartaceo. Sfioriamo ritmi settimanali, anche quando non c’è nessun arresto a giustificare un “mostro” sbattuto in prima pagina. In secondo luogo, intendiamo questi fendenti mediatici come un’accurata strategia tesa non tanto a sovrastare la controparte quanto a diffamarla, ad impedire che i movimenti di lotta trovino terreno fertile per aggregare e convincere. Una strategia che inoltre mette in forte difficoltà i compagni che seguono e sostengono le cause degli arrestati per presunzioni varie; forte, infatti, deve essere la controinformazione per dire la verità, il che corrisponde ad un dispendio di energie politiche che se da un lato tutela i perseguiti, dall’altro impone una sottrazione delle stesse ad un livello propositivo, con il rischio che l’attività dei compagni sia relegata ad un piano difensivo, legale e politico. Ovviamente la risposta di autorganizzazione e coscienza di classe su cui conta il movimento basco è più forte di queste operazioni terroristiche; motivo per cui intendiamo dare il giusto peso politico a meschine operazioni come queste che vengono ordite ogni giorno dalla stampa spagnola.

La campagna per la liberazione di Lander, che continua grazie al lavoro quotidiano di compagni italiani e baschi, avvocati italiani e baschi, passa anche attraverso una puntuale controinformazione quando gli organi stampa della repressione spagnola sparano a zero, nel mucchio o su uno solo dei prigionieri politici baschi. L’abbiamo fatto prima, lo facciamo adesso e se dovessero riprovarci saremo qui a smascherare le loro cazzate. A dirgli quanto sono infami.

LANDER LIBERO, LANDER ASKATU!
GORA EUSKAL HERRIA ASKATUTA!

http://www.militant-blog.org/?p=7833

http://www.contropiano.org/it/esteri/item/12172-no-pasaran-le-bugie-di-madrid-sul-caso-lander

★ JOSU SCARCERATO

  • Settembre 10, 2012 20:47

Oggi finalmente Josu Uribetxebarria è tornato a casa (si trovava ancora all’ospedale).

 

 

video: “grazie euskal herria”

http://www.naiz.info/eu/mediateca/video/uribetxebarriaren-esker-oneko-mezua

 

 

Josu URIBETXEBERRIA (Arrasate, 1955)

Soffre di una neoplasia renale sinistra e di nefrectomia del rene. Necessita di controlli e cure di fine vita dopo che nel 2005 gli è stato diagnosticato un tumore di grandi dimensioni al rene sinistro. Arrestato nel 1997, è stato condannato a 30 anni di prigione. Nel 2006 ha richiesto la libertà condizionale per malattia grave e incurabile, che però gli è stata negata nel 2007, e lo stesso è avvenuto col ricorso presentato, solo un mese dopo.

Alla fine del mese di luglio è stato portato in ospedale di Leon perché il cancro è stato riattivato e ha un carcinoma metastatico. Adesso si trova nell’ospedale de Donostia.

“se l’odio va così lontano, la mia opzione sarà quella di morire con dignità”

 

http://www.contropiano.org/it/esteri/item/10752-paese-basco-braccio-di-ferro-sui-prigionieri-politici

http://www.eilmensile.it/2012/03/23/i-15-dossier-medici-dei-prigionieri-che-attendono-risposta-dal-carcere-quanto-prima/ 

http://www.etxerat.info/albisteak.php?id_saila=7&id_edukia=2100&lang=es

http://www.naiz.info/eu/actualidad/noticia/20120808/iosu-uribetxeberria-emprende-una-huelga-de-hambre

 

★ ELKARRIZKETA – INTERVISTA

  • Luglio 12, 2012 10:48

http://bilbokobranka.info/?p=24831

LANDER FERNANDEZ: “NIRE ATXILOKETA POLIZIAREN JAZARPENA SALATZEAREN ONDORIOA DA”

 

Italiako Justiziak Espainiak haren aurka igorritako estradizio eskaera onartzen duen ala ez erabaki bitarteanetxean preso dute Lander Fernandez santutxuarra, Erroman. Atxilotu zutenean italiar poliziek lasai egoteko esaten zioten, “lasai Lander, ez gara espainolak”, eta atxiloketa enkarguz, Espainiak hala eskatuta, egin zutela onartu zioten.

Landerrek berak azaldu behar izan zizkien atxiloketaren arrazoiak eta agenteek ezin izan zituzten sinetsi. Ondorioz, epaileak euroagindua onartzeko arrazoirik ez zela erabaki eta estradizio prozedura arrunta abiarazi zuen.

Espetxean bi egun igaro eta gero etxera joatea baimendu zioten, handik irteteko debekua ezarrita. Espetxetik etxera pasatzea elkartasun sareak egindako lanaren fruitua dela dio berak.

Nolakoa izan zen atxiloketa?

Atxiloketa bortitza izan zen. Ekainaren 13an goizeko zortzi eta erdiak inguru abokatu eta politikari batekin hitzordura joatean gertatu zen. Etxeko atetik irten eta 20 polizia inguru agertu ziren, batzuk burua estalita zuten eta pistolarekin buruan apuntatu zidaten. Aipatzekoa da ni lasaitzeko behin eta berriro errepikatzen zidatela “lasai Lander, ez gara espainolak”.

Behin atxilotuta, kontua lasaitzen joan zen, bai etxeko miaketan, bai komisaldegian tratua egokia eta lasaia izan zen.

 

Bi egun espetxean igaro ostean epaileak etxera joateko baimena ematen dizu baina bertatik irteteko debekua jarrita. Zer eragin dizu debekuak? (Bizitza normaltasunez ezin egitea, lanera joan ahal ez izatea,…)

Poliziak atxiloketa konfirmatu zuen eta espetxera bidali ninduen. Italiar legediaren arabera 48 ordutan epaile batek atxiloketa berretsi behar du. 48 ordu horiek igarota, epaileak informazio gehiago behar zuela esan zuen eta bitartean atxiloketa konfirmatu zuen, baina ez espetxean, momentuz etxean atxilotuta egotea agindu zuen. Orain, etxean nago preso, nire askatasuna mugatuta dago. Ezin dut lanera joan, ezta lagunekin irten, azken finean ezin dut nire bizitza normaltasunez jarraitu… Abokatuak askatasun eskaera egin du neurri hauek ken ditzaten, baina hainbat egun igaro dira eta ez dute erantzun, beraz, egoera berean jarraituko dudala pentsatzen dut.

 

Auzia zein puntutan dago une honetan?

Auzia oraindik hasi besterik ez da egin. Italiar epaileak kasu honetan MAE (euroagindua) ezin dela aplikatu eta estradizio prozedura klasikoa aplikatuko duela erabaki du. Honek dakarren aldaketak hauek dira: epeak luzatzen dira, defentsarako berme gehiago daude,… Orduan, estradizio prozesua ez dela hasi edo oraindik lehenengo fasean dagoela esan daiteke.

 

Atxilotu zintuztenetik elkartasun keinu eta ekimen ugari ikusi ditugu. Ikusgarria izan da zure askatasunaren alde sortutako mugimendua. Espero al zenuen horren babes handia jasotzea?

Atxiloketa gertatu aurretik, euskal militanteen aurkako errepresioa orokorrean eta nire kasua konkretuki salatzeko kanpaina bat martxan jarri zen. Kasuari buruzko informazioa hedatuz joan zen elkarrizketa, hitzaldi, zein blog baten bitartez. Atxiloketa gertatzean aurretiaz egindako lan guztia aprobetxatuz sarea aktibatu egin zen eta emaitza handia izan da. Espetxean bi egun egin nituen eta denbora horretan politikari eta lagunen bisitak izan nituen. Espetxetik etxera pasatzea elkartasun sareak egindako lanaren fruitua da, azken finean mediatikoki esandako gezurren kontrainformazioaren fruitua izan da.

Orain kanpainak aurrera jarraitzen du, kasua eta sarea ahal den heinean hedatuz eta Internet bidez aktibatu duten sinadura bilketarekin jarraituz. Elkartasuna imajina nezakeen, agian ez hainbestekoa, eta gainera ez da gauza bera irudikatzea edo bizitzea. Erromatik nire askatasuna aldarrikatuz pintadak, kartelak, pankartak… ikustean sentitzen dena ezin da deskribatu. Detailerik txikienera heldu arte asko daukat eskertzeko hemen jasotako laguntzagatik.

 

Aurretik, Euskal Herrian bizi zinenean, hainbat aldiz salatu izan zenuen Poliziaren jazarpena, eta horrek ere ondorioak eragin zituen. Orain baina, Italian bizimodu normala egiten zenuen urte eta erditik, zertara dator atxiloketa zure ustez?

Poliziaren jazarpena salatzearen ondorioak dira oraindik. Poliziak bahitu ninduen eta beraiekin kolaboratzeko eskaintza egin zidan. Gertaera horiek publikoki salatzea da nire delitua. Auzitegi Nazionalak auzi bat ireki zuen nire aurka, 2002. urtean gertatutako kale eraso batzuetan parte hartzea leporatuta. Orain Madrilen epaitu nahi naute eta horregatik atxilotu naute.

 

Nola hartu du Italiako Justiziak Espainiak zure aurka egindako akusazioak?

Harriduraz hartu dutela esan daiteke. Adibidez, komisaldegian niri galdetzen zidaten zergatik nengoen atxilotuta, Espainiatik ni atxilotzeko agindua heldu zela, baina oraindik atxiloketaren arrazoia heldu behar zela. Hasiera batean ezin nuen sinistu horrela zenik. Nik komentatu nien zein izan zitekeen arrazoia eta harrituta begiratzen zidaten, zerbait gehiago egon behar zela esaten zuten. Geroago fax-a heldu zen eta nik komentatu niena zela ikusi zuten. Goizean beraiek egindako operazioa bera ere zalantzan jartzen zuten. Espetxera bidali ninduten, baina esan zidaten agian epaileak ez zuela atxilotze agindua berretsiko.

 

Maila pertsonalean nola ikusten dituzu azkenaldian hainbat euskal herritarren aurka, euroagindua dela medio, abiatutako prozesuak?

Irakurketa ezberdinak egin daitezke atxiloketa hauek zein interesen arabera egiten dituzten ulertzeko. Ebidenteena errepresioa aktibo jarraitzen duela da, Euskal Herrian gertatzen denaren gainetik edota Estrasburgotik esaten dutenaren gainetik nork agintzen duen gogoraraztea.

 

Orain arteko bizipenek zer ondorio ekarri dizkizute?

Norberaren herria, familia eta lagunak utzi beharra beti dela esperientzia gogorra. Hala ere, jasotako elkartasuna eta laguntasuna handia izan dela, esperientzia oso polita dela.

★ COMUNICATO STAMPA SINISTRA INDIPENDENTISTA

  • Giugno 29, 2012 00:42

 Maribi UGARTEBURU:

Denunciamos firmemente la detencion de Lander Fernandez

http://www.ezkerabertzalea.info/es/2012/06/maribi-ugarteburu-denunciamos-firmemente-la-detencion-de-lander-fernandez/

La Izquierda Abertzale denuncia firmemente la detención de un ciudadano vasco, Lander Fernandez, que ha tenido lugar hoy en Roma siguiendo una euro-orden emitida ayer mismo por las autoridades españolas. El ministro de interior Jorge Fernández Diez no ha aclarado los delitos concretos por los que se acusa a esta persona, pero se ha apresurado a afirmar que tendrán lugar más detenciones ‘relacionadas con ETA’ en las próximas fechas.

La actitud del ejecutivo español respecto a este tema es del todo irresponsable y falsa. Han transcurrido casi 8 meses desde que ETA anunciase el cese definitivo de su actividad armada, y aun así, insiste el gobierno del PP en agitar fantasmas inexistentes queriendo sembrar dudas en torno a una supuesto rebrote de la actividad de ETA. Así lo hizo con las dos últimas detenciones en Francia hace unas semanas, y ahora vuelve a insistir adelantando, además, nuevas detenciones.

Se equivoca de plano, sin embargo. La decisión histórica de ETA del pasado 20 de octubre no cuenta solamente con total credibilidad por parte de la sociedad vasca, sino también con la verificación internacional. Es más: la propia ETA a través de comunicados públicos y a través de su relación directa con la Comisión Internacional de Verificación ha mostrado su total disposición a dialogar con los gobiernos español y francés sobre todo lo referente a la agenda de las consecuencias del conflicto: presos, exiliados, desarme de la propia ETA y desmilitarización. La situación real a día de hoy es ésa, a pesar de todas las cortinas de humo que intenta agitar una y otra vez el gobierno español a través de detenciones como ésta.

Es hora de que el gobierno del PP comience a actuar con la responsabilidad e inteligencia política que le reclama tanto la sociedad vasca como la comunidad internacional respecto a este tema, dando pasos positivos para la resolución democrática del conflicto, en vez de empecinarse de esta manera tan incomprensible en la dirección contraria a la paz. Hay un instrumento ineludible para la resolución de todo conflicto: el diálogo.

La Izquierda Abertzale participará en las movilizaciones convocadas para denunciar la detención de Lander Fernandez y llama asimismo a la ciudadanía vasca a que participe en las mismas.