★ 15 FEBBRAIO, ROMA – PONTE GARIBALDI “LANDER LIBERO, NO ALL’ESTRADIZIONE”
Corteo studentesco
★ 13 FEBBRAIO, GIORNATA CONTRO LA TORTURA – QUE NO SE NOS OLVIDE
13 febbraio. Giornata Contro la Tortura in Euskal Herria.
All’inizio del secolo XXI continua l’utilizzo della tortura.
Joxe Arregi morì in un commissariato a seguito delle torture subite, il 13 Febbraio 1981, e sono già nove i morti in simili circostanze, Esteban Muruetagoiena 29-03-1982; Joxi Zabala Artano 16-06-1983; Joxean Lasa Arostegi 16-06-1983; Mikel Zabaltza 26-11-1985; Mikel Arrastia 29-06-1988; Juan Calvo 20-08-1993; Miren Gurutze Iantzi 24-09-1993 e Xabier Kalparsoro Golmaio 26-09-1993. La dura realtà ci dice che circa 10.000 baschi e basche sono state torturate negli ultimi 50 anni. Non dimentichiamolo…
Joxe Arregi. Memoria de Zizurkil: http://www.youtube.com/watch?v=QMOkDIOijtc
http://gara.naiz.info/paperezkoa/20130213/387622/es/Que-no-nos-olvide
Non dimentichiamolo.
Era il 4 Febbraio 1981 quando a Madrid venne fermato dalla polizia Joxe Arregi Izagirre. Dopo aver trascorso nove giorni in isolamento fu portato nell’ ospedale penitenziario di Carabanchel dove morì il 13 a mezzogiorno.
Tre prigionieri politici ricoverati nello stesso ospedale condivisero con lui le sue ultime ore.
Arregi fu trovato seduto nella sua cella, “fisicamente schiacciato”. Osservando che aveva le palpebre totalmente livide,un enorme ematoma nell’occhio destro e le mani gonfie, domandarono cosa fosse successo in commissariato. “Oso latza izan da” (E’stata molto dura), ha detto, “mi hanno appeso ad una sbarra varie volte dandomi ripetutamente colpi sui piedi, arrivando a bruciarmeli non so con cosa, saltavano sul mio petto, mi hanno riempito di colpi, pugni e calci”.
Il rapporto del coroner sulla sua autopsia ha confermato la presenza di “violenza fisica” sul corpo, aggiungendo che la causa della morte fu “insufficienza respiratoria causata dal processo bronco-pneumonico.”
La pratica della tortura nota come la ‘vasca da bagno’ consiste nell’immergere la testa di una persona in una ciotola di acqua sporca, impedendogli di respirare per alcuni minuti. Il torturato è costretto a ingoiare il liquido che penetra con tutti i batteri nei polmoni, causando broncopolmonite.
Secondo la Commissione per i diritti umani di Madrid 73 poliziotti parteciparono agli interrogatori di Joxe Arregi. Solo due furono condannati con la pena ridicola di sette mesi di prigione.
Quelle parole strazianti di Joxe Arregi sono servite a dare il titolo al libro recentemente pubblicato da Euskal Memoria in cui si parla di qualcosa che per tanti anni è stato nascosto. Abbiamo già fatto il primo passo, cercare di recuperare la memoria affinché non si dimentichi. Ma questo non è sufficiente. Fino a quando alcuni non riconosceranno le responsabilità che hanno avuto, la storia incompleta che stanno diffondendo sulla realtà di ciò che è accaduto nei Paesi Baschi sarà falsa.
In questi giorni in cui spesso si parla di vittime bisogna alzare la voce in nome delle migliaia di persone che nel corso degli anni hanno subito torture. Non si può parlare di vittime senza menzionare la tortura. Forse è una parola troppo scomoda…
Ci è stato dato il termine “abusi di polizia con motivazioni politiche”. Ma bisogna chiamare la tortura con il suo nome, è terrificante, ma è quello che è, il terrorismo di Stato, non il capriccio di un paio di poliziotti a cui prudono le mani. I responsabili non sono alcuni poliziotti venduti, ma il governo, i giudici, le forze di sicurezza della Stato,i medici legali,i giornalisti e tutti coloro che hanno voluto distogliere lo sguardo.
32 anni fa la gente scese in piazza per protestare contro quello che era accaduto. Oggi non vi è alcuna traccia di quelle voci di indignazione, anche se da allora sono state migliaia le persone che hanno subito tortura. Hanno avuto cura di nasconderla, di silenziarla. Questo non accadde solo 30 anni fa. Questo è successo ieri, gli ultimi casi di tortura denunciati sono di Otaño Inaxio e Iñaki Igerategi e non è passato nemmeno un anno. E la pratica dell ‘incomunicaciòn’ è ancora intatta. Non dimentichiamolo.
★ 29 GENNAIO, CONTESTAZIONE ALLA REALE ACCADEMIA “L’INFERNO DI DANTE”
FERMIAMO L’ESTRADIZIONE DI LANDER FERNANDEZ!
Siamo qui oggi per denunciare che nel cuore dell’Europa c’è uno Stato che viola indisturbato i diritti umani: la Spagna.
Dal 2009 il movimento basco promuove il processo di risoluzione del conflitto con lo Stato spagnolo e con quello francese. Nell’ottobre 2011 importanti personalità internazionali come Kofi Annan e Gerry Adams hanno firmato una Dichiarazione Internazionale di Pace per i Paesi Baschi. Successivamente l’ETA ha dichiarato la cessazione definitiva dell’attività armata e si è resa disponibile al dialogo. Nonostante ciò, lo Stato spagnolo prosegue con la sua politica di repressione del movimento. Ad oggi sono più di 600 i prigionieri politici baschi detenuti nelle prigioni spagnole. La battaglia contro l’estradizione di Lander vuole essere il nostro contributo al processo di pace.
Lander Fernandez, è un militante politico per la dignità e la libertà del Paese Basco. Da oltre dieci anni è perseguitato dalle autorità spagnole che reprimono ogni forma di dissenso con il carcere e la tortura. Gli attivisti baschi sono ricercati ovunque per essere estradati in Spagna in accordo con le diplomazie degli altri paesi, che violano ogni forma di garanzia consegnandoli alla prepotenza dell’ingiustizia spagnola.
Dal giugno 2012 Lander è detenuto agli arresti domiciliari a Roma in attesa che la giustizia italiana si esprima sulla richiesta di estradizione. In questi mesi abbiamo avviato una campagna contro l’estradizione e per svelare la natura “politica” del processo intentato a Lander nelle aule dell’Audiencia Nacional di Madrid.
Nell’udienza dell’8 gennaio 2013 la Corte d’appello di Roma ha espresso parere favorevole all’estradizione. La Corte d’Appello non ha preso in considerazione le denunce e le iniziative relative al caso:
– il procedimento che si vuole celebrare in Spagna a carico di Lander prende il via da una dichiarazione estorta sotto tortura al suo coimputato Aingeru Cardano;
– l’episodio di tortura è stato raccolto nel Rapporto anno 2005 del Relatore Speciale dell’ONU per la Tortura Theo Van Boven;
– contro l’estradizione si è mobilitata l’opinione pubblica con la stesura di un appello sottoscritto da intellettuali e deputati della Repubblica italiana;
– Il tribunale speciale di Madrid, l’Audiencia Nacional, è un organo giurisdizionale al di fuori di ogni norma europea.
Nell’Europa delle banche e dell’austerità, si consuma una nuova ingiustizia e ancora una volta gli interessi diplomatici di due stati calpestano i diritti delle persone. Il processo di estradizione contro Lander è una attacco alla libertà di tutti.
Per questo, facciamo appello a tutte le realtà sociali e democratiche, per dimostrare ancora una volta che contro la repressione nessun@ è solo.
Lander libero! No all’estradizione! Lander askatu! Estradiziorik ez!
★ 29 GENNAIO, PRESIDIO AL CONSOLATO SPAGNOLO (NAPOLI)
Lander libero! presidio al consolato spagnolo di Napoli:
FERMIAMO L’ESTRADIZIONE DI LANDER FERNANDEZ
Martedì manifesteremo sotto al consolato spagnolo di Napoli, per protestare contro l’estradizione di Lander Fernandez, un rifugiato basco che vive in Italia da anni.
Lander è accusato dallo Stato spagnolo di “terrorismo con bottiglia incendiaria” per aver dato fuoco ad un autobus vuoto durante un corteo avvenuto nel 2002, un’azione che, persino secondo il verbale della polizia, non avrebbe prodotto “alcun tipo di rischio per la vita o l’integrità fisica di nessuna persona”. Non ci sono prove concrete contro Lander, l’unica ragione per la quale si è aperta l’indagine contro di lui è che il suo nome è stato estorto con la tortura durante l’interrogatorio di un militante della sinistra indipendentista basca.
Se venisse processato in Spagna, con tutta probabilità, a Lander sarebbe comminata una pena di non meno di 4 anni e mezzo: com’è evidente si tratta di un tempo lunghissimo soprattutto se commisurato a un’azione che ha comportato il danneggiamento a cose e non a persone e considerato il fatto che ha già scontato in Italia quasi un anno di arresti domiciliari. Questo perché quello che si vuole far pagare a Lander non è tanto il reato che avrebbe compiuto, quanto la sua appartenenza e le sue idee politiche.
Perché Lander non deve tornare nello stato spagnolo? Perché nelle carceri e nei commissariati spagnoli si tortura. Perché i prigionieri politici – rinchiusi a centinaia nelle carceri francesi e spagnole – vengono sottoposti ad un regime carcerario durissimo: sono di fatto impedite le visite con i familiari e i contatti con l’esterno. Questi abusi sono stati più volte riportati nei resoconti dell’ONU, Amnesty International e Human Rights Watch.
Martedì saremo sotto al consolato spagnolo per infrangere un muro del silenzio, per denunciare che nel cuore dell’Europa c’è uno Stato che viola indisturbato, ormai da decenni, i più elementari diritti umani.
Al fianco dei popoli in lotta, al fianco di chi resiste!
Lander libero! Lander askatu!
Libertà per tutti i prigionieri politici!
Martedì ore 11
Presidio al consolato spagnolo a Napoli (Via Dei Mille, 40)
Euskal Herriaren Lagunak (Amici e Amiche del Paese Basco) – Napoli
★ 20 GENNAIO, Giovane basco estradato dall’Italia, ma in Spagna ora rischia la tortura
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/01/20/litalia-estrada-giovane-basco-ma-in-spagna-ora-rischia-tortura/474775/
Giovane basco estradato dall’Italia, ma in Spagna ora rischia la tortura
Mobilitazione di associazioni e giuristi per il caso di Lander Fernandez Arrida, accusato di aver bruciato un autobus vuoto e in sosta nel 2002. La corte d’appello di Roma dice sì alla richiesta di Madrid, ma il suo caso sarà trattato dall’Audiencia nacional, il tribunale speciale riservato ai terroristi dell’Eta, spesso nel mirino delle organizzazioni dei diritti umani
★ URTARRILAK 15, ROMAKO AUZITEGIAK LANDER FERNANDEZEN AURKAKO ESTRADIZIOA ONARTU DU
Roma, 2013.eko urtarrilak 15
Romako auzitegiak Lander Fernandezen aurkako estradizioa onartu du
Gaur jakin izan dugu Romako Auzitegiko 4.sekzioak Lander Fernandezen aurkako estradizio eskaerari erantzun diola.
Auzitegiak estradizioari baiezkoa eman dio. Eta Beraz , azken 7 hilabeteak bezala, Landerrek etxean preso jarraitzeko agindua eman du.
Sententziaren lehen balorazioarekin batera auzitegiaren jarrera salatu nahi dugu. Gorteak Landerren kontrako prozesu zentzugabeak oinarrian dituen argudio ahulak onartu ditu eta honen aurrean egin diren salaketa mota guztiak sahiestu egin ditu defentsa existitu ez balitz bezala jokatuz.
1.Bai publiko zein judizialki salatu dugu Landerren aurkako prozesuak torturapean egindako deklarazio batean oinarri duela.
2.Tortura horiek Theo van Boven Onu-ko relatoreak informe baten jaso ziren.
3.Italiar jendarteko sektore desberdinetako pertsonak estradizioaren aurka agertu dira. Italiar parlamentari zein intelektual ezberdinek estradizioaren aurkako gutun irekia sinatu dute gustizia ministroari zuzendua .
Guzti hau ez da oztopo izan estradizioari baiezkoa emateko orduan, eta Romako Auzitegiak Madrileko Audientzia Nazionalari, mostruo juridikoari, europan parekorik ez duen tribunal bereziari berebiziko zilegitasuna emanez estradioaren aldeko sentenzia eman du.
Oraingoan ere murrizketen eta bankuen europa honetan beste injustizia bat eman da, eta beste behin ere, bi estaturen interes diplomatikoak pertsonen eskubideen gainetik jarri dira. Baina Landerren askatasunaren aldeko borrokak aurrera darrai.
Pilota orain Tribunal di Cassazione-ra (Auzitegi Gorena) pasako da, abokatuek sentenzia errekurrituko bait dute . Bataila juridikoak aurrera darrai.
Gure borrokak ez du etenik eta Lander ez da estraditatua izango! Honegatik uncasobascoaroma@noblogs.org elkartasun sareak antolatuko dituen hurrengo ekimenetan parte hartzeko deia luzaten dugu. Hau ez da hemen bukatzen.
Lander libero! Lander askatu!
No all’estradizione! Estradiziorik ez!
★ 15 GENNAIO, LA CORTE D’APPELLO DI ROMA E’ FAVOREVOLE ALL’ESTRADIZIONE DI LANDER
Abbiamo appreso quest’oggi che la Sez. IV della Corte d’Appello di Roma ha emesso la sentenza riguardo al procedimento di estradizione a carico di Lander Fernandez.
★ 15 GENNAIO, “Estradate Lander”: si scrive Corte d’Appello, si legge Audiencia Nacional
“Estradate Lander”: si scrive Corte d’Appello, si legge Audiencia Nacional
http://www.contropiano.org/it/news-politica/item/13890
I giudici di Roma obbediscono a Madrid, e decidono la consegna alla Spagna di Lander Fernandez Arrinda, da sette mesi ai domiciliari a Roma, accusato di un reato minore. Ma la lotta per ottenere giustizia continua.
“La giustizia italiana ha concesso l’estradizione in Spagna del presunto etarra Lander Fernandez Arrinda, arrestato a Roma lo scorso 13 giugno appena un giorno dopo l’emissione nei suoi confronti di un ordine di cattura europeo per ‘appartenenza a banda armata, strage e danneggiamenti’”.
Questo l’incipit dell’articolo che il principale quotidiano spagnolo, il ‘democratico’ El Pais, esempio e colonna di tanta stampa internazionale presuntamente progressista – basti vedere quanto conta nei pezzi tradotti da L’internazionale – dedica alla decisione annunciata oggi agli avvocati difensori del giovane basco da sette mesi agli arresti domiciliari. A leggere quelle poche parole un lettore qualsiasi, con scarse informazioni sul caso, potrebbe pensare che si tratti di un dirigente dell’organizzazione armata in lotta contro Madrid, per altro inattiva da più di un anno, vista la decisione da parte dell’ETA di cessare per sempre la sua attività. Ma in realtà Lander Fernandez è accusato di aver partecipato ad una manifestazione, nel lontano 2002, durante la quale un autobus fermo sul ciglio di una strada, vuoto, venne dato alle fiamme. Strage? Terrorismo? Banda armata?
Ma per la magistratura spagnola ereditata dal franchismo, grazie all’instancabile opera di Baltazar Garzon – anche lui, come El Pais, democraticissimo, per carità – “tutto è ETA”. Tutto ciò che puzza di conflitto basco è da ricondurre all’ETA, e la stampa di quel paese segue a ruota, senza porsi domande.
Ma neanche i giudici della Corte d’Appello di Roma si sono fatti domande, ed hanno parlato la stessa lingua dei tribunali speciali di Madrid, nonostante si siano presi una settimana per esaminare il caso portato in aula al palazzo di giustizia esattamente martedì scorso. Concedendo alla Spagna l’estradizione di Lander nonostante in Italia il reato sia ampiamente prescritto; e a Madrid anche, se non fosse per quelle “finalità di terrorismo” che possono colpire chiunque, raddoppiando pene e castighi. Nonostante la magistratura spagnola e l’arcifamoso avvocato Fausto Coppi non siano stati in grado di fornire nessun elemento che attesti la presenza dell’imputato, undici anni fa, sul ‘luogo del delitto’. Nonostante ai giudici i legali difensori abbiano spiegato con dovizia di particolari che l’accusa nei confronti di Lander è il risultato di una ‘confessione’ estorta ad un suo conoscente sotto tortura dalla Polizia, e poi ritrattata; un episodio tanto famoso da fare il giro del mondo fino ad arrivare alle orecchie del relatore speciale contro la tortura dell’ONU, Theo Van Boven, che lo inserì nell’informativa del 30 marzo 2005 alla Commissione sui Diritti Umani delle Nazioni Unite. Nonostante un appello firmato da decine tra deputati, senatori e giuristi che chiede ai tribunali e ai responsabili politici di impedire un atto di ingiustizia e di arbitrio, cioè la consegna del giovane basco alle carceri di un paese più volte sanzionato da Ong e organismi internazionali.
Nonostante l’evidenza, i giudici hanno comunicato oggi che non solo danno il loro consenso per l’estradizione di Lander alla Spagna, ma che gli negano anche di poter lavorare in attesa della consegna. Che avverrà probabilmente tra alcuni mesi, visto che gli avvocati difensori sono in procinto di presentare ricorso alla Corte di Cassazione. Cinque pagine di calcoli matematici per dimostrare che si, il reato contestato a Lander sarebbe prescritto, ma che le “finalità di terrorismo” cambiano tutto. Nessun riferimento alla memoria difensiva che citava dati, circostanze, prese di posizione, documenti dell’Onu, di Amnesty International, di Human Rights Watch. Solo un burocratico ‘si’ alle pretese della giustizia spagnola. E che giustizia…
“L’estradizione di Fernández Arrinda è fonte di doppia soddisfazione per i servizi di sicurezza spagnoli presenti a Roma, in quanto interrompe una serie negativa – le due estradizioni chieste in passato non furono concesse – e conferma la volontà, tanto di questo come del precedente governo – di far sì che in Europa non esistano santuari dell’ETA”. Parola di “El Pais”.
★ 12 GENNAIO, U12 – CORTEO A BILBO
115.000 per i diritti dei prigionieri/e politici: video e foto.
https://plus.google.com/u/0/photos/112812602953432620261/albums/5832656018121523953/5832656019683360866
Sabato 12 gennaio 2013 si terrà a Bilbao la storica manifestazione in appoggio con i prigionieri e le prigioniere politiche basche. Ad aderire all’appello della piattaforma Herrira sono state varie personalità sindacali, politiche e sociali che si sommeranno alla grande manifestazione che percorrerà le vie della città vizcayna. Ancora una volta i baschi e le basche scenderanno in strada per richiedere diritti civili per i prigionieri politici e il loro ritorno a casa. Oltre ai moltissimi pullman che raggiungeranno Bilbao da tutti i Paesi Baschi e dallo Stato spagnolo, si prevede anche una forte presenza internazionale. La questione dei prigionieri politici baschi rimane un nodo importante all’interno del processo di risoluzione del conflitto politico basco, un percorso avviato in forma unilaterale dalla sinistra indipendentista basca.
Attualmente sono 606 i prigionieri dispersi in varie carceri spagnole e europee. La manifestazine mira anche a smuovere quella attitudine immobilista e di chiusura da parte dello Stato francese e spagnolo di fronte al processo di risoluzione, oltre a chiedere la rettifica della cosiddetta dottrina Parot, una vera e propria misura d’eccezione che permette di prolungare la pena carceraria anche dopo averla già scontata in carcere.
★ LA SPAGNA SCEGLIE L’AVVOCATO COPPI E PRETENDE EL Sì ALL’ESTRADIZIONE
Nessuna sentenza definitiva al momento ma l’attenzione di Madrid sulla richiesta di estradizione che pende sul capo di Lander Fernandez Arrinda sembra non essere svanita, anzi. La vera sorpresa che ieri si è palesata nell’aula del Tribunale di piazzale Clodio è stata infatti la presenza di Franco Coppi, penalista di caratura nazionale nonché precedente difensore di Giulio Andreotti, Sabrina Messeri e Antonio Fazio (nello scandalo Antonveneta). Il noto avvocato ha preso parte al dibattimento come rappresentante diretto della linea accusatoria promossa da Madrid, non limitandosi a poche battute ma pronunciando la requisitoria davanti alla terna di giudici. Una sorpresa che però, visti i precedenti che hanno segnato il lungo calvario del Fernandez, non ha spiazzato più tanto i difensori del basco. «La presenza di Coppi è un investimento politico importante – ha dichiarato Marco Lucentini, uno dei difensori di Lander – un investimento che sottolinea quanto sia importante per Madrid la richiesta di consegna; e proprio questo è il punto, cioè capire le motivazioni che spingono la Spagna a non “mollare l’osso” dal momento che, sotto il profilo tecnico, la vicenda non è poi così complessa. Il nodo, dunque, è politico. Perché la Spagna insiste per ottenere l’estradizione di un ragazzo la cui presunta appartenenza ad ambienti terroristici non è stata dimostrata ed è anzi totalmente infondata?».
L’accanimento nei confronti di Lander sembra infatti essere funzionale ad un clima di repressione dell’opposizione sociale che, in Spagna come nei Paesi Baschi, sta protestando contro le conseguenze della crisi che ha terremotato tutta l’Europa. La presunta appartenenza a movimenti eversivi, frutto di fantasiose congetture della magistratura spagnola come più volte ripetuto dai legali di Lander, è la chiave di volta per derubricare qualunque manifestazione di dissenso a problema di ordine pubblico, facilitando così l’applicazione di un ferreo sistema di controllo che la Spagna, speculando sul del terrorismo basco, sta sperimentando al fine di tenere a bada le piazze più calde e criminalizzare la spinta sociale che le abita. Proprio questa è la linea difensiva (e di denuncia) del comitato Un Caso Basco a Roma, che da quando è stato arrestato Lander ha messo in moto una potente macchina solidale per chiederne la liberazione.
Ieri, mentre si svolgeva l’udienza, un centinaio di attivisti del comitato hanno dato vita ad un presidio colorato dalle ikurriña e dai fumogeni bianco-rosso-verdi, dopo che nella mattinata di lunedì avevano già messo a segno un blitz dalla ministra Severino, rinfacciandole la subordinazione che il governo italiano ha mostrato con il silenzio mantenuto nel corso dei mesi. Proprio del ministro, infatti, sarà l’ultima parola dopo che il Tribunale avrà espresso il suo parere. Nel caso venisse confermata l’estradizione, i legali di Lander potranno far ricorso alla Cassazione, sospendendo così la procedura. Sapremo nei prossimi giorni quali saranno le nuove carte in tavola; intanto il comitato ha annunciato che manterrà viva l’attenzione sul «caso Lander» e sulle scelte della ministra Severino.
http://www.ilmanifesto.it/area-abbonati/in-edicola/manip2n1/20130109/manip2pg/03/manip2pz/334185/
★ 8 GENNAIO, COMUNICATO DELLA RETE DI SOLIDARIETA’
Almeno un centinaio di persone hanno partecipato stamattina al presidio di solidarietà organizzato a Piazzale Clodio dal coordinamento ‘Un caso basco a Roma’ mentre all’interno del palazzo di giustizia si svolgeva l’udienza sulla richiesta di estradizione avanzata dal governo spagnolo nei confronti di Lander Fernandez, arrestato a Roma il 13 giugno e da 7 mesi ormai agli arresti domiciliari nel suo domicilio di Garbatella.
Gli attivisti e le attiviste hanno esposto per due ore bandiere basche e striscioni di solidarietà con Lander e tutti i prigionieri politici baschi, hanno gridato slogan e hanno informato i passanti sulle ragioni della mobilitazione. Un ulteriore appuntamento dopo il blitz di ieri di fronte al Ministero della Giustizia, per investire del problema i rappresentanti del governo Monti. Perché, qualsiasi cosa verrà decisa nelle aule dei tribunali, l’ultima parola sull’assurda vicenda spetta comunque al Ministero di Via Arenula e da qui l’importanza di una mobilitazione che finora ha investito migliaia di persone e ha permesso la pubblicazione dell’appello su ben quattro quotidiani nazionali.
Durante l’udienza la principale novità all’interno di una riconfermata strategia di accanimento e persecuzione nei confronti di Lander, da parte delle autorità spagnole, è stata la presenza di Franco Coppi. Un avvocato di fama nazionale scelto a Madrid per affiancare e potenziare l’accusa rappresentata dal pm, in nome delle difesa diretta del punto di vista e degli interessi del governo di Madrid. La vera e propria requisitoria l’ha realizzata proprio Coppi, noto per aver assistito personaggi del calibro di Giulio Andreotti, Don Pierino Gelmini, Antonio Fazio, alcuni degli imputati di Rignano Flaminio, e poi ancora Sabrina Misseri, Vittorio Emanuele di Savoia e non ultimo l’ex capo della polizia Gianni de Gennaro nel processo sui fatti della scuola Diaz di Genova, nel 2001.
Se la Spagna arriva a farsi rappresentare da uno dei penalisti più noti d’Italia per perorare la causa della richiesta di consegna a proposito di un episodio minore e oltretutto avvenuto più di dieci anni fa è evidente che esiste un interesse e un investimento politico importante del governo spagnolo sulla vicenda, che va bel oltre il carattere specifico del caso e l’iter giudiziario.
Se l’accusa non facesse riferimento alla pretesa finalità di terrorismo dell’episodio contestato all’imputato – il presunto incendio di un autobus vuoto nel 2002 – non ci sarebbero gli estremi per la consegna alle autorità di Madrid – hanno spiegato i suoi legali – visto che secondo la nostra legislazione ma anche quella spagnola il reato sarebbe ampiamente prescritto. A riprova di un accanimento e di una vera e propria persecuzione nei confronti di Lander Fernandez e di tutti gli attivisti della sinistra basca che oggi trova nuova linfa nell’aumentata conflittualità sociale frutto di una crisi verticale che investe tutto lo stato spagnolo.
Conclusa l’udienza di questa mattina occorrerà ora attendere alcuni giorni per il pronunciamento della terna di giudici. Dopodiché il ricorso in Cassazione bloccherebbe comunque una eventuale estradizione in attesa del pronunciamento del massimo organo giudiziario. Non finisce quindi con la manifestazione di oggi in Piazzale Clodio il percorso di iniziativa e solidarietà iniziato immediatamente dopo l’arresto di Lander e coagulatosi all’interno della campagna ‘Un caso basco a Roma’: decine di manifestazioni, presidi, assemblee e seminari all’interno di facoltà universitarie, sedi politiche, centri sociali. E un appello, sottoscritto da decine tra parlamentari e giuristi che smaschera e contesta il carattere vendicativo ed emergenzialista della legislazione spagnola scritta ad hoc per giustificare una persecuzione politica prima ancora che giudiziaria contro gli attivisti baschi.
#8GENNAIOLANDERLIBERO
Martedì 8 gennaio si terrà l’udienza per l’ estradizioni di Lander. Il nostro compagno è detenuto agli arresti domiciliari ormai da sei mesi. L’arresto è stato violento e coatto, le accuse false e inconsistenti, la misura a cui è attualmente sottoposto ingiusta ed immotivata. In questi mesi abbiamo dato vita a una campagna pubblica e largamente condivisa, che sostenendo Lander ha saputo svelare il retroscena del vero “processo politico” che si cela dietro la richiesta di estradizione da parte della Spagna.
Questa è l’ Europa della crisi e del controllo che vogliamo rivoltare, i loro palazzi vomitano riforme e galera, le nostre piazze diritti e dignità.
Per questo il processo di estradizione contro Lander è una attacco alla libertà di tutti, per questo facciamo appello a tutte le realtà sociali e democratiche di Roma, per dimostrare ancora una volta che contro la repressione nessun@ è solo.
Martedi 8 gennaio, riempiamo piazzale Clodio, LANDER LIBERO!
★ 7 GENNAIO, BLITZ AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Questa mattina alcune decine di aderenti al Comitato Un Caso Basco a Roma hanno deciso di far visita alla Ministra Severino, determinati a rispedire al mittente le false accuse che da oltre 6 mesi stanno privando della propria libertà il 32enne militante basco Lander Fernandez Arrinda. Sul caso di Lander, ormai, si è detto e scritto molto; nelle ultime settimane eminenti personalità della politica e della giurisprudenza italiana, giornalisti e organizzazioni in difesa dei diritti umani, hanno preso pubblicamente parola sottoscrivendo un appello che, pubblicato su molte testate del nostro paese, si oppone all’estradizione del giovane basco. Chi in questi mesi ha lottato per la scarcerazione di Lander ha da tempo chiare le ragioni di questo assurdo maquillage: la politica repressiva del governo spagnolo contro i militanti baschi è ad oggi una persecuzione senza frontiere e confini geografici. Domani, infatti, è prevista l’udienza che dovrà pronunciarsi sulla richiesta di estradizione avanzata dall’Audiencia Nacional di Madrid, motivo per cui da settimane i muri di una Roma addobbata a festa sono pieni di manifesti che ricordano il presidio indetto dal Comitato per le ore 9.00 sotto il Tribunale di Piazzale Clodio.
Non è un caso, tuttavia, che oggi la rete solidale con Lander sia venuta qui. Oltre a denunciare tout court la società del controllo e lo stato di eccezione vigenti in Spagna, non possiamo tacere le gravi responsabilità politiche della ministra e dell’intero governo. Che l’autonomia del nostro Parlamento fosse stata sacrificata all’altare della troika della BCE lo avevamo chiaro con l’agenda Monti; che la blasonata sovranità delle nostre istituzioni, tanto più in un caso di palese violazione delle libertà fondamentali, fosse subordinata alle fantasiose ricostruzioni di un governo che tortura i militanti politici ci era ancora oscuro. Avallare i capricci di Madrid è una chiara complicità nella caccia alle streghe architettata dalla nuova Inquisizione Spagnola.
Per questo il processo di estradizione contro Lander è una attacco alla libertà collettive; e per questo facciamo appello a tutte le realtà sociali e democratiche di Roma, affinché si dimostri ancora una volta che contro la repressione nessun@ è solo.
Martedì 8 gennaio, riempiamo Piazzale Clodio!
LANDER LIBERO, LANDER ASKATU!
★ PATRIZIO GONNELLA – L’ASSURDO “CASO LANDER”, REO DI ESSERE BASCO
Pochi sanno forse che da un po’ di mesi un signore basco di nome Lander Fernandez Arrinda è detenuto agli arresti domiciliari a Roma in attesa che i giudici italiani decidano intorno alla richiesta di estradizione proveniente dalla Spagna. La magistratura iberica lo vuole processare per un fatto accaduto circa undici anni fa.Tempi biblici, quasi italiani. I lettori a questo punto potrebbero immaginarsi che Lander Fernandez Arrinda abbia ammazzato qualcuno, oppure abbia commesso una strage oppure abbia commesso chissà quale attentato terrorista. In realtà è accusato di avere incendiato un autobus vuoto e fermo. Nelle vicinanze non c’era anima viva. Un reato, quello di danneggiamento, che richiederebbe al massimo una azione civile di risarcimento.
Eppure lui è ricercato su scala internazionale. La sua vera colpa? Essere cittadino basco, probabilmente. In sostanza, anche se formalmente non ha alcuna accusa di partecipazione a banda armata o ad associazione sovversiva, è lì che si vuole andare a parare. Al diritto penale che deve giudicare i fatti in tal caso la Spagna sostituisce il diritto penale dei sospetti e delle insinuazioni, un diritto che si preoccupa delle persone e non degli eventi prodotti. È questo il diritto penale del nemico che oramai si è pericolosamente introdotto nella nostra Europa arrivando da quegli Stati Uniti che con il modello Guantanamo hanno rinunciato all’habeas corpus e alla detenzione legale.
I giudici italiani hanno in mano la possibilità di sollevare anche un’altra questione verso i loro colleghi spagnoli, ovvero il trattamento carcerario dei prigionieri per motivi politici. Un trattamento più volte ritenuto disumano e degradante dagli organismi internazionali che si occupano di prevenzione della tortura.
Per fatti formalmente così lievi, vicini alla prescrizione vista la lontananza nel tempo delle accuse, non dovrebbe neanche scattare la complicata e costosa macchina della estradizione. Le intenzioni delle autorità spagnole sono evidentemente altre piuttosto che limitarsi a procedere per danneggiamento di un autobus vuoto. Lander Fernandez Arrinda è un attivista basco.
Infine, le modalità di decisione presso l’Audiencia Nacional lasciano perplessi dal punto di vista delle regole dello stato di diritto. Per questo sarebbe opportuno che la magistratura italiana fermi tutto ed eviti di assecondare uno scivolamento ulteriore verso il diritto penale del nemico, verso una criminalizzazione iperbolica delle intenzioni individuali.
Patrizio Gonnella
(7 gennaio 2013)
★ MAURO PALMA, PERCHE’ LANDER FERNANDEZ NON VA ESTRADATO
Un folto e qualificato gruppo di giuristi, parlamentari, intellettuali ha promosso un appello affinché Lander Fernandez Arrinda, attualmente agli arresti domiciliari a Roma, non sia estradato in Spagna, come richiesto dalla Audiencia Naciónal.
* Il Manifesto 5 gennaio 2013
Si tratta di un paese con sedimentate relazioni culturali, sociali, politiche, consuetudinarie con il nostro e, quindi, vale la pena soffermarsi sulle motivazioni di tale richiesta di rifiuto .Chiarendo subito che credo che essa debba essere accolta e Lander Fernandez Arrinda non debba essere estradato.
Partiamo dall’urgenza dell’appello: la quarta sezione della Corte d’Appello di Roma si riunirà per decidere il caso il prossimo martedì 8 gennaio, dopo aver più volte chiesto chiarimenti alle autorità spagnole, a testimonianza di qualcosa di poco convincente nella richiesta. Poi, qualora l’estradizione venisse ritenuta giuridicamente fondata e venisse accolta, resterebbe soltanto una decisione d’ordine politico circa il darne o meno esecuzione;ma di questi tempi d’interregno istituzionale si rischia che sia eseguita quasi automaticamente, senza il necessario fermarsi a riflettere sulle conseguenze, potenzialmente gravi.
I fatti di cui egli è accusato risalgono a più di dieci anni fa e consistono nell’aver dato fuoco il 20 febbraio 2002 a un autobus vuoto in Bilbao, nel quadro di un insieme di azioni dimostrative.
In una comunicazione ufficiale, peraltro richiesta dalla Corte italiana, le autorità spagnole hanno chiarito che risulta che il fatto non avesse la possibilità di cagionare danni a persone e che non è mai stato rivendicato da alcuna organizzazione terrorista. Quindi, il tutto dovrebbe concludersi con una prescrizione.
Tuttavia la qualificazione del reato gioca nella decisione. Lander Fernandez è basco, è accusato di contiguità con l’Eta, data la sua appartenenza alla presunta organizzazione terrorista Kale Borroka – denominazione che letteralmente significa «Violenza di strada» – e l’episodio viene ricollegato a giornate di lotta indette dall’Eta, nei giorni antecedenti il 22 febbraio di quell’anno.
Da qui il qualificarlo non più come danneggiamento semplice, bensì come danneggiamento terroristico e la conseguente richiesta di estradizione: una tortuosa argomentazione. L’Italia ha posto l’accusato agli arresti domiciliari sin dallo scorso giugno e ora ci si avvia verso la decisione. Vale la pena allora ricordare alcuni elementi, al di là della forzatura procedurale che s’intravede in questo caso. Il primo è che la Spagna non è mai riuscita a dare prova sufficiente per confutare le accuse di maltrattamenti e tortura delle persone fermate in quanto accusate di appartenenza o contiguità con l’Eta. Accuse, queste, mosse da molte organizzazioni non governative internazionali e dallo stesso Rapporteur delle Nazioni Unite contro la tortura. Non solo, ma la particolare procedura che l’Audiencia Nacionàl – una procura e un tribunale ad hoc per questi casi – può attuare in questi casi prevede la possibilità di detenzione segreta (la cosiddetta detenzione incomunicada) per cui l’accusato è tenuto in particolari celle, senza possibilità di accesso all’avvocato e senza inopportuni sguardi esterni di chicchessia; anche il giudice lo vedrà soltanto quando egli o ella darà la sua declaración. Questa opacità non consente alle stesse autorità di controbattere alle accuse di tortura e inoltre spesso le indagini sulle violenze che gli arrestati dichiarano di aver subito non vengono adeguatamente investigate. Per questo la Corte di Strasburgo ha condannato anche recentemente la Spagna per violazione dell’articolo 3 della Convenzione dei diritti umani (divieto di tortura e trattamenti inumani o degradanti).
In occasione di sue ispezioni proprio rivolte al sistema di detenzione incomunicada, il Comitato per la prevenzione della tortura ha più volte evidenziato pratiche inaccettabili, quali il tenere le persone incappucciate, la non registrazione delle loro presenza etc; ha così evidenziato il rischio che il sistema – che ripetiamo è esclusivamente rivolto a persone accusate di reati di questo tipo – sia finalizzato a ottenere nomi, informazioni, confessioni. Le risposte avute dalle autorità spagnole sono sempre state inadeguate e non in grado di dissipare i consistenti dubbi. Del resto lo stesso Ombudsman (difensore civico) del Paese basco ha più volte formulato gli stessi rilievi.
Ecco perché credo che finché la Spagna non avrà dissipato tali dubbi e non avrà abolito un sistema così pre-moderno e oscuro, non sia giusto estradare una persona ben sapendo quale sarà la caratteristica del rischio a cui la si espone.
Anche per non essere noi stessi complici di eventuali esiti nefasti che richiamerebbero anche la responsabilità del nostro paese di fronte al giudice sovranazionale: non solo sono vietati maltrattamenti e tortura, ma anche il rinvio di una persona verso un luogo o una situazione che la espone a tale rischio. Tanto più per un reato sostanzialmente minore di undici anni fa.
APPELLO AL MINISTRO DI GIUSTIZIA- FERMIAMO L’ESTRADIZIONE DI LANDER
FERMIAMO L’ESTRADIZIONE DI LANDER FERNANDEZ
Lander Fernandez Arrinda è un cittadino europeo e attivista dei movimenti politici baschi, detenuto
dal 13 giugno 2012 presso il proprio domicilio a Roma perché oggetto di indagine da parte
dell’Audiencia Nacional di Madrid.
Lander Fernandez è stato arrestato dalla polizia italiana in esecuzione di un mandato di arresto
emanato dalle autorità spagnole. Fernandez è indagato dalla procura spagnola per un’ipotesi di reato
commesso a Bilbao nel febbraio 2002. Si tratterebbe dell’incendio di un autobus vuoto e in sosta.
L’azione non avrebbe prodotto “alcun tipo di rischio per la vita o l’integrità fisica di nessuna
persona”, proprio come riporta il verbale della Polizia autonoma basca. Tale presunto
danneggiamento viene qualificato dal giudice spagnolo come atto terroristico.
Per un presunto reato commesso oltre dieci anni fa, Lander Fernandez è quindi sottoposto dalla
metà del giugno 2012 agli arresti domiciliari, dove attende che la giustizia italiana si esprima sulla
richiesta di estradizione effettuata da parte dell’autorità giudiziaria spagnola.
Ci sono diversi motivi per opporsi a tale richiesta di estradizione:
1. Il fatto addebitato al Fernandez risale al febbraio 2002 e sarebbe quindi prescritto secondo
l’ordinamento giuridico italiano. In base alla normativa internazionale, la prescrizione
rappresentauna causa ostativa all’estradizione; Fernandez pertanto non può essere consegnato alle
autorità spagnole. Tale ostacolo all’estradizione decadrebbe unicamente qualora venisse riconosciuta
un’aggravante “terroristica” al presunto reato compiuto da Fernandez. Tale ipotesi, tuttavia, non
potrebbe trovare alcuna giustificazione. Come già detto, infatti, dal verbale della polizia autonoma
basca si rivela che l’azione di cui è imputato Fernandez non avrebbe compromesso l’incolumità di
nessuno e, inoltre, non è stata rivendicata da gruppo terroristico alcuno.
2. Il procedimento a carico di Lander Fernandez trae origine da una dichiarazione estorta sotto
tortura al suo coimputato Aingeru Cardano. Tale testimonianza, che colloca il Fernandez sul luogo
del reato, avviene durante il cosiddetto periodo di “incomunicacion”. Questo regime, previsto dalla
legislazione spagnola e applicato dall’Audiencia Nacional, consente all’autorità giudiziaria di
trattenere l’arrestato fino a una durata di 5 giorni (estendibili fino a 13), senza che egli possa
nominare un avvocato, accedere a un medico di fiducia o informare la famiglia del luogo in cui si
trova. Misure di questo tipo ostacolano le indagini riguardanti i numerosi episodi di tortura
denunciati dai cittadini sottoposti a tale regime, come dimostrano le denunce delle diverse
organizzazioni internazionali – Nazione Unite, Amnesty International e Human Rights Watch tra le
altre – che hanno infatti più volte richiamato lo Stato spagnolo a sospendere tale pratica e a
rispettare i diritti umani. Lo stesso caso di tortura nei confronti di Aingeru Cardano è stato oggetto
di attenzione da parte delle Nazioni Unite ed è stato raccolto e documentato dal relatore speciale
dell’ONU Theo Van Boven nell’informativa del 30 marzo 2005 alla Commissione sui Diritti Umani
delle Nazioni Unite (E/CN.4/2005/62/Add.1). Il fatto che l’accusa nei confronti di Fernandez prenda
le mosse a partire da una caso di tortura internazionalmente riconosciuto costituisce quindi
un’ulteriore ragione per opporsi alla richiesta di estradizione del Fernandez.
3. In caso di estradizione il Fernandez verrebbe processato dall’Audiencia Nacional, un’istituzione
che rappresenta un’eccezione nel panorama giuridico comunitario. Si tratta di un tribunale non
ordinario dotato di una competenza indefinita, la quale si estende a gravi reati (come terrorismo,
narcotraffico, commercio di armi e altri) che possono essere individuati di volta in volta dallo stesso
giudice. L’attribuzione all’Audiencia Nacional del procedimento nei confronti di Fernandez dimostra
il tentativo di qualificare il danneggiamento di un autobus come un atto terroristico.
Nessun elemento prodotto dalle autorità giudiziarie spagnole dimostra, però, l’appartenenza di
Lander Fernandez ad alcun gruppo terroristico. Sussiste quindi il timore di una evidente forzatura
nella qualificazione del reato addebitato al Fernandez come terrorismo.
Facciamo appello al Ministro di Giustizia affinché, nel rispetto delle procedure di garanzia previste dai trattati internazionali, Lander Fernandez Arrinda non venga estradato in Spagna: le ragioni di Stato non prevalgano su quelle del diritto.
Firmatari:
Cons. Andrea Alzetta (Roma Capitale),
Stefano Anastasia (ass. Antigone),
Avv. Cesare Antetomaso (Giuristi democratici),
Avv. Leonardo Arnau (Giuristi democratici),
Matteo Bartocci (il manifesto),
On. Rita Bernardini (XVI Legislatura),
Pres. Andrea Catarci (Municipio Roma XI),
Sen. Roberto Della Seta (XVI Legis.),
Erri De Luca,
Prof. Luigi Ferrajoli,
Sen. Francesco Ferrante (XVI Legis.),
Prof. Luciano Gallino,
Pres. Patrizio Gonnella (Antigone),
Sen. Luigi Manconi (XVII Legis.),
Fabio Marcelli (Isgi CNR),
Sen. Pietro Marcenaro (XVI Legis.),
ex Cons. Fabio Nobile (Regione Lazio),
On. Pancho Pardi (XVI Legis.),
ex Cons. Gianluca Peciola (Provincia di Roma),
Mauro Palma (ex Presidente del Comitato Europeo per la Prevenzione della Tortura),
Sen. Marco Perduca (XVI Legis.),
Sen. Donatella Poretti (XVI Legis.),
Rossana Rossanda,
Prof. Claudio Tognonato,
Sen. Vincenzo Vita (XVI Legis.).
Per aderire:
noestradizione.fernandez@gmail.com
★ RIFFA
RIFFA DELLA SOLIDARIETA’
La solidarietà non è reato!
In Euskal herria anche una semplice lotteria diventa motivo di persecuzione politica; come è successo a Lander che nel 2008 viene trovato in possesso di un blocchetto di biglietti i cui proventi sarebbero serviti a sostenere le spese legali delle famiglie dei prigionieri politici baschi. Per questo unico motivo l’Audiencia Nacional di Madrid decide di aprire un’indagine per collaborazione con banda armata. Nel processo al 2010 Lander viene condannato a tre anni; fortunatamente in secondo grado viene assolto perchè il giudice riconosce che l’unico obiettivo della riffa è quello di “garantire i diritti umani e la dignità dei prigionieri politici e dei rifugiati baschi”e che pertanto in essa non è presente “alcun riferimento a gruppo terroristico”.
L’estrazione sarà il 25 dicembre al CSOA La Strada
I premi della riffa sono:
1- 1 bicicletta della ciclo-officina Magliana N. 824
2- 1 bottiglia di Patxaran N. 301
3- 2 magliette Free Plaestine N. 822
4- 2 cene all’osteria popolare del Corto circuito N. 652
5- 2 cene all’Ardente (osteria del CSOA La Strada) N. 354
6- 1 T-shirt Lokomotiv Trullo e T-shirt Million Marijuana March N. 310
7- 2 magliette basche (indipendenza e socialismo) N.158
8- 1 formaggio basco (idiazabal) N.479
9- 2 CD e 2 magliette del gruppo basco McOnak N.286
10- spillette uncasobascoaRoma N. 887
11- 2 magliette di Militant N.472
12- 1 mese di allenamento gratis in un corso a scelta nella Popolare palestra indipendente di Acrobax N.019
13- 3 magliette di Radio ondarossa N.797
14- 2 quaderni e agende 2013 di SCARCERANDA N.466
15- Un corso a scelta del Teatro De Merode da gennaio a giugno 2013 N.473
16- Bandiera rossa da Portella della Ginestra N.811
★ 22 DICEMBRE, PROIEZIONE “ODISSEA BASCA” E APERITIVO
SABATO, 22 DICEMBRE AL CINEMA AMERICA
18.00 proiezione del documentario Odissea basca e dibattito con “un caso basco a Roma”
a seguire aperitivo
#8gennaiolanderlibero
Martedì 8 gennaio si terrà l’udienza per l’ estradizioni di Lander. Il nostro compagno è detenuto agli arresti domiciliari ormai da sei mesi. L’arresto è stato violento e coatto, le accuse false e inconsistenti, la misura a cui è attualmente sottoposto ingiusta ed immotivata. In questi mesi abbiamo dato vita a una campagna pubblica e largamente condivisa, che sostenendo Lander ha saputo svelare il retroscena del vero “processo poli
Questa è l’ Europa della crisi e del controllo che vogliamo rivoltare, i loro palazzi vomitano riforme e galera, le nostre piazze diritti e dignità.
Per questo il processo di estradizione contro Lander è una attacco alla libertà di tutti, per questo facciamo appello a tutte le realtà sociali e democratiche di Roma, per dimostrare ancora una volta che contro la repressione nessun@ è solo.
Martedi 8 gennaio, riempiamo piazzale Clodio, LANDER LIBERO!
★ 21 DICEMBRE, APERITIVO E PROIEZIONE VIDEO AD ALEXIS
Venerdi’ 21 Dicembre ore 19.00
l’Alexis sostiene la causa per la liberazione del compagno basco Lander Fernandez Arrinda. La serata si aprira’ con un aperitivo sociale, seguito da proiezioni sulle lotte in territorio basco. A chiudere un dibattito sulle tematiche repressive utilizzate dai governi. Invitiamo tutte/i a partecipare numerosi.
Ingresso a sottoscrizione libera.
http://www.facebook.com/events/450478051683336/?notif_t=plan_user_invited
★ 20 DICEMBRE, BLITZ ALLA AMBASCIATA SPAGNOLA DI ROMA
comitato di solidarietà occupa ambasciata spagnola di Piazza di Spagna
Roma, 20 dicembre 2012
Ore 11.00
Piazza di Spagna – Ambasciata di Spagna.
Questa mattina alcune decine di uomini e donne aderenti al Comitato Un Caso Basco a Roma hanno occupato simbolicamente la sede delle rappresentanze diplomatiche spagnole nel famoso palazzo di Piazza di Spagna. L’azione del Comitato (nato intorno alla campagna di solidarietà per Lander Fernandez Arrinda, detenuto ingiustamente per infondate accuse di terrorismo) ha voluto ribadire nuovamente la complicità che lega la persecutoria politica repressiva di Madrid nei confronti dei militanti politici baschi, oltre a porre l’accento sulla situazione di Lander F. Arrinda, ormai al sesto mese di domiciliari e in attesa dell’udienza che dovrà decretare la fine del procedimento di estradizione che è stato istruito a suo carico. Il prossimo 8 gennaio, infatti, il Comitato ha convocato un presidio nel giorno dell’udienza del processo a Piazzale Clodio. L’azione di questa mattina vuole lanciare l’ennesimo invito di mobilitazione a tutte le forze democratiche affinché la piazza del prossimo 8 gennaio decreti senz’appello da che parte si trova la verità e la giustizia; non è un caso, infatti, che personaggi della politica ed eminenti personalità del diritto internazionale abbiano ravvisato un’incompatibilità costituzionale con riferimento alle misure cui è costretto Lander, e per questo abbiano deciso di dichiarare pubblicamente il loro sostegno a questa battaglia di democrazia.
Verso l’8 gennaio, verso la libertà di Lander… NO PASARAN LE BUGIE DI MADRID!
LANDER LIBERO, LANDER ASKATU!
Per info sul presidio dell’8 gennaio: