★ COMUNICATO DELLA RETE

  • Luglio 13, 2012 13:23

“No all’estradizione di Lander Fernandez, Stop alla repressione nei Paesi Baschi”

Lo scorso venerdì il senatore Perduca e la senatrice Poretti hanno presentato un’interrogazione scritta al ministro della Giustizia per avere chiarimenti sull’assurda situazione in cui è costretto il nostro compagno Lander Fernandez a seguito della richiesta di estradizione mossa dall’autorità giudiziaria di Madrid.

Lander è stato arrestato lo scorso 13 giugno con la roboante accusa di essere un militante dell’ETA. Dopo appena 48 ore, il tribunale del riesame della Corte d’appello di Roma cambia il regine di misure cautelati dalla detenzione presso Regina Coeli agli arresti presso il proprio domicilio. Con questa sentenza la giustizia italiana fa chiarezza sulla vicenda visto che Lander è attualmente indagato solo per il danneggiamento di un autobus vuoto (avvenuto per di più nel febbraio 2002) e non ha alcun capo di imputazione per reati associativi di stampo terroristico.

 

Ora, dopo oltre 45 giorni di domiciliari, Lander è ancora impossibilitato nel lasciare il proprio domicilio, non potendo così lavorare e provvedere al proprio sostentamento.

 

Tutto questo avviene semplicemente perché Lander è indagato per un reato di danneggiamento avvenuto oltre 10 anni fa.

 

Questa vicenda ha dell’incredibile e si iscrive perfettamente nello stato d’eccezione che colpisce i diritti dei militanti politici baschi. Infatti nel cuore d’Europa è ancora permesso l’applicazione di una legislazione speciale che deroga persino alla Carta europea dei diritti dell’uomo, come più volte denunciato da Ong quali Amnesty intenational e Human right.

 

Nello sforzo di proseguire la campagna di opposizione all’estradizione di Lander Fernandez chiediamo che tutte le forze democratiche del nostro paese, l’associazionismo della nostra città e i media si impegnino da subito per la scarcerazione di Lander e così per la fine dello stato d’eccezione che Madrid impone ai movimenti sociali e politici dei Paesi Baschi.

 

RETE DI SOLIDARIETA’ CON LANDER

uncasobascoaroma.noblogs.org

 

Di seguito il testo dell’interrogazione dei senatori Perduca e Poretti:

 

Premesso che:

 

Lander Fernandez Arrinda (LFA) viene arrestato con un’imponente operazione di polizia il 13 giugno 2012 alle ore 830 fuori del suo appartamento mentre si recava ad incontrare i suoi avvocati. Pel suo arresto furono impiegati oltre quindici agenti di polizia (passamontagna in volto e pistole alla mano) per arrestare un cittadino europeo che, come dimostrerà anche la Corte di appello del tribunale di Roma, vive legittimamente in Italia da oltre un anno;

 

l’arresto avviene in esecuzione di una richiesta di estradizione avanzata dall’autorità giudiziaria spagnola per processare LFA di fronte alle autorità competenti di quel paese;

 

una volta arrestato LFA viene tradotto nel carcere di Regina Coeli dove trascorre due giorni in isolamento giudiziario, in virtù delle condizioni in cui versa l’istituto carcerario in questione, LFA non puo usufruire appieno dell’ora d’aria né ricevere il pasto nel primo giorno di detenzione come raccolto di persona dal Senatore Perduca recatosi in visita presso l’astuto di pena capitolino;

 

LFA a oggi risulta indagato per il reato attribuitogli, in quanto il processo deve essere ancora celebrato dalle autorità spagnole.

 

Considerato che:

 

Le autorità giudiziarie spagnole attribuiscono a LFA il reato di terrorismo. In realtà i fatti riportati nella sentenza di convalida sulle misure cautelari emessa dalla Sezione IV penale della Corte di appello di Roma in data 15 giugno 2012, riguardano l’incendio di un autobus (avvenuto nel febbraio 2002) in sosta e senza passeggeri a bordo, facendo uso di una bottiglia incendiaria;

 

la riconduzione di tale evento alla fattispecie di reato di terrorismo avviene a mezzo di due presunzioni che non possono trovare fondamento. LFA infatti avrebbe commesso il fatto in concorso con Aingeru Cardanu Reoyo, appartenente ad una presunta organizzazione terroristica chiamata KALLE BORROKA. Quest’ultima sigla viene a sua volta accusata di collaborare con l’ETA. Bisogna evidenziare che non esiste nessun provvedimento giudiziario spagnolo che accerti l’esistenza di un’associazione denominata KALLE BOROKA e che, quindi, possa dimostrarsi il suo collegamento coll’ETA;

 

dalle carte finora inviate dall’autorità giudiziaria spagnola non viene dimostrato alcuno degli elementi finora indicati;

 

allo stato degli atti, per quanto di conoscenza degli interroganti, l’unico fatto addebitabile all’indagato è quello di danneggiamento di un autobus vuoto e che le accuse mosse dall’autorità spagnola sono al vaglio della Corte d’appello di Roma;

 

nel periodo in cui LFA è in custodia presso le autorità italiane, numerose testate nazionali e internazionali riportano la notizia dell’arresto di un “terrorista basco”. Tale imputazione verrà successivamente smentita sempre dalla Corte d’appello di Roma che si riserva di verificare l’effettiva qualificazione giuridica del fatto attribuito al LFA;

la stampa quindi ha già celebrato il suo processo mediatico, anticipando il giudizio della Corte d’appello, senza successivamente riservare all’indagato alcun diritto di replica;

 

dal 15 di Giugno 2012, LFA è sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari, tale decisione è stata giustificata dalla Corte d’appello in quanto – citando testualmente la sentenza – “il Fernandez risulta di fatto controllato dagli organi di polizia (italiana, ndr) fin dal dicembre 2011 senza che, a suo carico siano emerse attività illecite o iniziative volte a sottrarsi alla Polizia Giudiziaria”.

 

atteso che:

 

dall’inizio della sua permanenza in Italia, la Corte d’Appello riconosce che LFA abbia tenuto una condotta rispettosa delle norme del nostro ordinamento;

 

LFA è stato detenuto in custodia cautelare a Regina Coeli per due giorni e da oltre 45 giorni è detenuto ai domiciliari solo perché indagato di un reato di danneggiamento consumato più di dieci anni fa;

 

l’accusa mossa dall’autorità giudiziaria spagnola si basa su ipotesi prive di fondamento;

 

da oltre 45 giorni LFA è impossibilitato a svolgere attività lavorativa per provvedere al suo sostentamento;

 

in Spagna sussiste un regime di legislazione speciale nei confronti dei militanti politici baschi, più’ volte al centro di pronunciamenti della Corte europea di Strasburgo e condannato da Ong quali Amnesty International e Human Rights Watch;

 

Si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti summenzionati;

 

quali siano i contatti intercorsi coll’autorita’ giudiziaria spagnola;

 

se il Ministro non ritenga esistano le condizioni perché il regime di libertà vigilata e controlla di LFA possa essere ulteriormente attenuato in modo da consentirgli di poter tornare a lavorare e quindi provvedere al proprio sostentamento.