DOSSIER

Dossier sul caso di Lander FERNANDEZ ARRINDA 

a cura di Un caso basco a Roma

Dossier (pdf) DOSSIER_Lander Fernandez (Dossier_Lander)

Lander Fernandez dossier in English (Lander Fernandez dossier in English)

* Aggiornato al 15 febbraio 2013

 

SOMMARIO

  • IL CASO DI LANDER FERNANDEZ
  • ARGOMENTI CONTRO L’ESTRADIZIONE DI LANDER
  • UNA STORIA LUNGA DIECI ANNI
  • REPRESSIONE DEI DIRITTI FONDAMENTALI NELLO STATO SPAGNOLO: DENUNCE DA PARTE DI ORGANISMI INTERNAZIONALI
  • SITUAZIONE ATTUALE: PROCESSO DI PACE E VIOLAZIONE DEI DIRITTI UMANI
  • BIBLIOGRAFIA

IL CASO DI LANDER FERNANDEZ

È dal giugno 2012 che Lander Fernandez si trova agli arresti domiciliari in esecuzione di un mandato di cattura emesso dallo Spagna nei suoi confronti. La misura cautelare è propedeutica ad una richiesta di estradizione avanzata dalle autorità giudiziarie spagnole, per processare Lander Fernandez di fronte all’Audencia Nacional di Madrid. Ci opponiamo con forza a tale provvedimento poiché le accuse rivolte nei confronti di Lander Fernandez sono mosse da pregiudizi politici che trovano la loro coronazione di fronte ad un Tribunale spogliato di terzietà e imparzialità. Ma non è tutto. Ad oggi l’unico fatto addebitato è il danneggiamento di un autobus vuoto avvenuto nel Febbraio 2002.

Per comprendere le nostre ragioni bisogna ripercorrere le tappe fondamentali di questa storia in cui si intrecciano la violazione di diritti umani con la limitazione della democrazia per il popolo basco:

I FATTI Lander Fernandez Arrinda (LANDER) viene arrestato a Roma con un’imponente operazione di polizia il 13 giugno 2012 alle ore 8.30 fuori dal suo appartamento mentre si recava ad incontrare i suoi avvocati. Vengono impiegati oltre quindici agenti di polizia (passamontagna in volto e pistole alla mano) per arrestare un cittadino europeo che vive legittimamente in Italia da oltre un anno; LANDER viene tradotto nel carcere di Regina Coeli dove trascorre due giorni in isolamento giudiziario. In virtù delle condizioni in cui versa l’istituto carcerario in questione, LANDER non può usufruire appieno dell’ora d’aria né ricevere il pasto durante il primo giorno di detenzione, come raccolto di persona dal senatore Marco Perduca recatosi in visita presso l’istituto di pena capitolino.

LANDER ad oggi risulta solamente indagato per il reato attribuitogli, dal momento che il processo deve essere ancora celebrato dalle autorità spagnole. Quindi nessuna sentenza di condanna definitiva è stata emessa nei suoi confronti.

L’ACCUSA Le autorità giudiziarie spagnole attribuiscono a LANDER il reato di “terrorismo con bottiglia incendiaria”. In particolare si tratterebbe dell’incendio di un autobus vuoto, avvenuto in data 20 febbraio 2002, in concorso con Aingeru Cardano, membro della presunta organizzazione denominata “Kale Borroka”, che, sempre secondo l’accusa, collaborerebbe con l’organizzazione terroristica denominata ETA.

PROCEDIMENTO Il nostro ordinamento prevede la competenza della Corte di appello di Roma per i procedimenti di estradizione. Dalle carte finora inviate dall’autorità di Madrid non viene dimostrato alcun reato di terrorismo. I fatti riportati nella sentenza di convalida sulle misure cautelari emessa dalla Sezione IV penale della Corte di appello di Roma in data 15 giugno 2012 riguardano, infatti, esclusivamente l’incendio di un autobus in sosta e senza passeggeri a bordo, mediante l’uso di una bottiglia incendiaria. Allo stato degli atti, quindi, l’unico reato addebitabile all’indagato è quello di danneggiamento di un autobus vuoto. Inoltre la riconduzione di tale evento alla fattispecie di terrorismo avviene sulla base di presunzioni prive di fondamento. Non esiste, infatti, nessun provvedimento giudiziario spagnolo che accerti l’esistenza di un’associazione denominata “Kale Borroka” ed è quindi impossibile che si possa dimostrare il suo collegamento con l’ETA. Alla luce di tali elementi anche la IV Sezione Penale della Corte d’Appello di Roma ha ritenuto necessario un supplemento probatorio, da parte delle autorità giudiziarie spagnole, per accertare il legame tra il Fernandez e i il gruppo terroristico ETA e per verificare la possibilità che il fatto a lui addebito abbia potuto mettere in pericolo la popolazione. La documentazione integrativa inviata dal Giudice spagnolo sottolinea che il Fernandez “non è imputato di nessun reato di appartenenza a organizzazione terroristica” (documentazione messa agli atti del procedimento di estradizione presso la Corte d’appello di Roma). Inoltre secondo il verbale redatto dalla Polizia Autonoma Basca l’azione non avrebbe prodotto “alcun tipo di rischio per la vita o l’integrità fisica di nessuna persona”(vedi bibliografia doc. 25).

 

ARGOMENTI CONTRO L’ESTRADIZIONE DI LANDER

Sono molti i motivi che ci portano ad opporci alla richiesta di estradizione avanzata dalle autorità giudiziarie spagnole.

TORTURA Il procedimento a carico di LANDER trae origine da una dichiarazione estorta al suo coimputato Aingeru Cardano. Tale testimonianza, che colloca a LANDER sul luogo del reato, avviene durante il cosiddetto periodo di incomunicacion. Questo regime, previsto dalla legislazione spagnola e applicato esclusivamente dall’Audiencia Nacional, consente all’autorità giudiziaria di trattenere l’arrestato fino a una durata massima di 13 giorni, senza che egli possa nominare un avvocato, accedere a un medico di fiducia o informare la famiglia del luogo in cui si trova. È evidente che l’applicazione di tali misure rende possibili episodi di tortura: proprio come ha denunciato Aingeru Cardano, dichiarando di aver subito tali trattamenti durante il suo periodo di incomunicacion e ritrattando davanti al giudice quanto affermato riguardo a LANDER durante tale periodo. Il suddetto caso è stato raccolto e documentato dal relatore speciale dell’ONU Theo Van Boven nell’informativa del 30 marzo 2005 alla Commissione sui Diritti Umani delle Nazioni Unite (E/CN.4/2005/62/Add.1, pag. 326 – vedi bibliografia doc. 6)

Dal 1978 ad oggi più di diecimila attivisti baschi hanno denunciato di avere subito torture nelle caserme di polizia durante questo lasso di tempo. Per questo molte organizzazioni internazionali come ONU, Amnesty International e Human Rights Watch (vedi Bibliografia) hanno denunciato questo particolare regime, invitando lo Stato spagnolo a rispettare la Carta Internazionale dei Diritti dell’Uomo e la Convenzione contro la Tortura.

Ricordiamo che ai sensi dell’art. 13 della Costituzione italiana, “La libertà personale è inviolabile”. Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dall’autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge. In casi eccezionali di necessità ed urgenza, indicati tassativamente dalla legge, l’autorità di pubblica sicurezza può adottare provvedimenti provvisori, che devono essere comunicati entro quarantotto ore all’autorità giudiziaria e, se quest’ultima non li convalida nelle successive quarantotto ore, si intendono revocati e restano privi di ogni effetto. È ad ogni modo punita ogni violenza fisica e morale sulle persone sottoposte a restrizioni di libertà.

PRESCRIZIONE Dalla sentenza di convalida dell’arresto emessa dalla Corte di Appello di Roma emerge che il procedimento in questione ricade sotto il regime della Convenzione europea di estradizione del 13 dicembre 1957. L’articolo 10 di tale Convenzione recita esplicitamente che “L’estradizione non è consentita se la prescrizione dell’azione o della pena è acquisita secondo la legislazione della Parte richiedente o della Parte richiesta”. Come abbiamo in precedenza sottolineato, l’unico reato che emerge dalle carte inviate all’autorità giudiziaria italiana e che può essere addebitato a LANDER è quello di danneggiamento di un autobus. Ricordiamo che tale reato sarebbe stato consumato nel febbraio del 2002. In base al nostro ordinamento sarebbero, quindi, maturati i termini di prescrizione che darebbero vita ad una causa ostativa all’estradizione. Tale causa ostativa decadrebbe unicamente qualora venisse riconosciuta una aggravante “terroristica” al presunto reato compiuto da Fernandez. Tale ipotesi, tuttavia, non potrebbe trovare alcuna giustificazione. Come documentato dal verbale della polizia autonoma basca (riferimento bibliografico da aggiungere) si rivela, infatti, che l’azione di cui è imputato Fernandez non avrebbe compromesso l’incolumità di nessuno e, inoltre, non è stata rivendicata da gruppo terroristico alcuno.

TERRORISMO Abbiamo in precedenza evidenziato che il fatto di danneggiamento viene inserito, dall’autorità giudiziaria spagnola, nella fattispecie di terrorismo sulla base di ragionamenti infondati. Abbiamo anche rilevato che i reati in questione sono giudicati da un particolare tribunale chiamato Audiencia Nacional. La giurisprudenza di questo organo ha contribuito ad allargare a dismisura la fattispecie di terrorismo, annacquandola in una figura di reato dai contorni sfumati. È frutto, infatti, della mente del giudice Baltasar Garzón la c.d. teoria del “Tutto è ETA”. In poche parole ogni evento riconducibile alla causa dell’indipendentismo basco viene automaticamente ricondotta all’associazione terroristica ETA. Il caso che riguarda LANDER ne è un esempio. Il reato di danneggiamento di un autobus viene ricondotto alla dimensione terroristica esclusivamente in quanto consumato all’interno di una manifestazione svolta a Bilbao nel 2002. Lo stesso evento, verificatosi in un contesto diverso, avrebbe acquisito una definizione giuridica diversa. Questa interpretazione, avallata dall’Audiencia Nacional, è stata criticata dal relatore speciale dell’ONU Martin Scheinin nel 2008. L’accusa mossa dal rappresentante internazionale è chiara: “Il sistema legale spagnolo qualifica come terrorismo delitti che non lo sono” (vedi Bibliografia, doc. 12)

TRIBUNALE SPECIALE L’Audiencia Nacional è il tribunale competente per il procedimento a carico di LANDER. L’Audiencia Nacional viene creata attraverso il Reale Decreto-Legge il 4 gennaio del 1977, lo stesso giorno nel quale veniva soppresso il Tribunale dell’Ordine Pubblico (TOP) della dittatura franchista, e si trova nello stesso edificio nel quale risiedeva il TOP. Sin dalla sua istituzione questo organo giudiziario ha ricevuto molte critiche. Alcune riguardano le sue competenze, altre la sua mancanza di imparzialità e terzietà. Non sono chiari i confini entro i quali l’Audiencia Nacional può esercitare i suoi poteri di giudizio. L’originaria competenza in materia di terrorismo si è estesa a diversi reati come il narcotraffico, la corruzione e l’organizzazione mafiosa. In molti Paesi comunitari si sono succedute nel tempo legislazioni speciali per combattere i fenomeni terroristici. In nessun Paese, però, è stato mai istituito un tribunale ad hoc per giudicare un particolare tipo di reato. Parliamo, infatti, di un tribunale eccezionale che, derogando alle ordinarie regole di attribuzione della competenza, giudica tutti i reati elencati precedentemente nella sua unica sede situata a Madrid. In tal modo viene di fatto negato il diritto ad essere giudicati da un giudice naturale e precostituito per legge. I requisiti appena elencati e disattesi dall’Audiencia Nacional sono previsti da molte Costituzioni dei Paesi occidentali: essi fanno sì che ogni cittadino venga giudicato da un giudice del luogo in cui è stato commesso il reato, in grado, quindi, di comprendere meglio il contesto sociale in cui il delitto si è consumato. Si tratta dei presupposti necessari che ogni giudice deve avere affinché il suo giudizio sia terzo e imparziale. Questo regime è stato condannato dall’associazione degli Avvocati Europei Democratici che, il 19 Aprile 2008, ha chiesto l’abrogazione dei tribunali eccezionali quali l’Audiencia Nacional. (vedi Bibliografia, doc. 20)

SINTESI Sono molteplici gli elementi allarmanti di questa vicenda, che abbiamo approfondito finora:

  • La legislazione spagnola legittima l’utilizzo di strumenti inquisitori che sfociano spesso in episodi di tortura;
  • In base alla normativa internazionale la prescrizione rappresenta una causa ostativa all’estradizione;
  • L’Audiencia Nacional rappresenta un’eccezione nel panorama giudiziario comunitario;
  • La competenza di questo tribunale speciale abbraccia molti tipi di reato, tra i quali quello di terrorismo. La giurisprudenza dell’Audiencia Nacional ha avuto una vocazione estensiva che è stata criticata da più organizzazioni internazionali. LANDER, però, viene accusato esclusivamente di aver incendiato un autobus (reato di danneggiamento), senza che sia addotta alcuna prova che riconduca tale fatto ad una fattispecie terroristica;
  • La storia e l’attività dell’Audencia Nacional dimostrano il pregiudizio che da sempre pende sull’indipendentismo basco da parte delle istituzioni spagnole.

UNA STORIA LUNGA DIECI ANNI

Lander Fernandez è un cittadino basco, nato a Bilbao 32 anni fa.

Il 19 maggio del 2009, all’uscita della scuola di Elorrieta (Bilbao), LANDER fu avvicinato da alcuni individui che si presentarono verbalmente come agenti della polizia autonoma basca. Questi, dopo averlo portato in un luogo isolato, lo minacciarono dicendogli che, se non avesse collaborato con loro, un giudice avrebbe utilizzato le prove che aveva a sua disposizione per incarcerarlo per dieci anni. Una situazione simile si ripeté il 27 maggio, quando LANDER per tutta la giornata notò la presenza di strani individui che lo seguivano. Di ritorno a casa, quelle persone gli si avvicinarono: si trattava degli stessi individui che lo avevano sequestrato qualche giorno prima, accompagnati da una quarta persona. Dopo averlo minacciato, come era già avvenuto nella giornata del 19 maggio, i presunti poliziotti spintonarono LANDER facendolo cadere a terra. Fra grida e minacce gli intimarono che era in stato di arresto. Il giovane cercò di liberarsi dalla presa, ma fu messo a tacere con un fazzoletto di carta inserito nella sua cavità orale. Le grida di LANDER riuscirono però ad attirare l’attenzione del vicinato provocando la fuga dei suoi pedinatori ed evitandogli quindi l’arresto. Presso il presidio sanitario dove LANDER giunse successivamente all’accaduto, il medico rilevò lesioni al gomito destro, allo stinco della gamba destra e sotto l’occhio destro provocate dalla violenta caduta a terra.

Il giorno stesso in cui l’aggressione aveva avuto luogo, il 27 maggio 2009, LANDER sporse denuncia formale dell’accaduto al Tribunale di Bilbao. Trovò inoltre il coraggio di denunciare pubblicamente i pedinamenti e le minacce subiti da parte della polizia convocando una conferenza stampa pubblica che si tenne il 28 maggio del 2009. LANDER raccontò davanti ai mezzi di comunicazione il sequestro e le aggressioni che aveva subito nei giorni del 19 e del 27 maggio.

Alla fine del mese di maggio, LANDER, rispettando un programma di viaggio stabilito tempoaddietro, partì insieme ad alcuni suoi amici per il Venezuela, dal quale fece ritorno il 14 giugno. Questo stesso giorno, tuttavia, LANDER trovò la polizia ad aspettarlo all’aeroporto di Barajas (Madrid), dove fu arrestato. La polizia gli comunicò l’apertura di un processo contro di lui, risultato di una indagine aperta per l’incendio di un autobus durante i disordini verificatisi sette anni prima, nel febbraio 2002.

Nell’estate del 2008 era iniziato ai danni di LANDER un ulteriore processo aperto dall’Audiencia Nacional. Nell’agosto di quell’anno, LANDER era stato fermato a Berriatua (Bizkaia) dalla Guardia Civil etrovato in possesso di un blocchetto di biglietti di una lotteria. I proventi della riffa in questione sarebberoserviti a finanziare le spese legali delle famiglie dei prigionieri politici baschi. Per questo unico motivol’Audiencia National decise di aprire una indagine nei suoi confronti per collaborazione con banda armata.L’accusa è stata però smentita dal giudice di Secondo Grado che ha espressamente affermato che lalotteria in questione aveva come obiettivo quello di “garantire i diritti umani e la dignità dei prigionieripolitici e dei rifugiati baschi” e che pertanto in essa non era presente “riferimento ad alcun gruppoterroristico”.

Si tratta di elementi incontrovertibili che denotano un accanimento giudiziario delle autorità spagnole nei confronti di LANDER, fondato su pregiudizi politici che tentano invano di trovare appigli su elementi normativi. Questo clima ostile impediva a LANDER di condurre una vita tranquilla nel proprio Paese. Per questo motivo LANDER ha deciso, nel maggio 2011, di trasferirsi a Roma. Qui ha trovato lavoro nell’osteria del centro sociale Corto Circuito e una sistemazione abitativa nel quartiere Garbatella grazie al movimento di lotta per la casa “Action”. Dopo alcuni mesi di residenza nella capitale, LANDER si è accorto di essere oggetto di pedinamenti continui mentre si recava al lavoro e svolgeva la sua vita pubblica. Per tale ragione, LANDER ha deciso di recarsi in uno studio di avvocati per ricevere consigli e chiedere supporto legale.

Nel maggio del 2012, un anno dopo l’arrivo a Roma, LANDER è stato informato dal suo avvocato basco del fatto che il procedimento relativo agli eventi del 2002 (in cui è accusato di aver danneggiato un autobus) si sarebbe aperto presso l’Audiencia Nacional di Madrid il 21 giugno. Consapevole della faziosità del tribunale che lo avrebbe giudicato, LANDER ha deciso di non presentarsi davanti alla corte. Non essendo previsto nell’ordinamento spagnolo il processo in contumacia, le autorità spagnole hanno inviato allo Stato Italiano una richiesta di arresto di LANDER per procedere alla successiva estradizione.

È così che LANDER il 13 giungo è stato coinvolto in una spettacolare operazione di polizia – condotta con passamontagna e pistole alla mano da una ventina di agenti – e arrestato nella sua abitazione a Garbatella. Nella stessa mattina, la stampa italiana e spagnola riportarono la notizia dell’arresto a Roma di un “terrorista basco” senza tenere conto dei reali elementi che caratterizzano il caso in questione: i giornali celebrarono il loro processo mediatico contro LANDER, senza per altro riservargli successivamente alcun diritto di replica. È da mesi, quindi, che il Fernandez si trova costretto a sopportare le misure restrittive degli arresti domiciliari senza poter neanche beneficiare dei permessi lavorativi.

 

REPRESSIONE DEI DIRITTI FONDAMENTALI NELLO STATO SPAGNOLO.

DENUNCE DA PARTE DI ORGANISMI INTERNAZIONALI

La legislazione speciale spagnola consente alla polizia di trattenere l’arrestato fino a una durata massima di 13 giorni, senza che egli possa nominare un avvocato, consultare in privato il difensore assegnato d’ufficio, accedere a un medico di fiducia o informare la famiglia del luogo in cui si trova. È evidente che l’applicazione di tali misure rende possibili episodi di tortura.

Organizzazioni internazionali come le Nazione Unite, Amnesty International o Human Rights Watch hanno richiamato lo Stato spagnolo al rispetto dei diritti umani. In particolare segnaliamo alcuni stralci delle seguenti denunce da parte di questi organismi internazionali (il materiale completo è disponibile in Bibliografia):

  • Human Rights Watch nel gennaio del 2005 pubblica un rapporto denominato “Setting an Example? Counter-Terrorism Measures in Spain”. La relazione prende in esame gli aspetti del regime di lotta al terrorismo in Spagna che si sostanziano in violazioni degli obblighi nel diritto internazionale e dei diritti umani da parte di Madrid. L’organizzazione conclude il suo intervento esplicitando raccomandazioni specifiche al governo spagnolo affinché concili le misure anti-terrorismo con le norme internazionali.
  • Amnesty International ha criticato la Spagna varie volte, tramite i suoi Rapporti annuali. Nel “Rapporto annuale del 2012” denuncia che “la Spagna ha mantenuto il regime di detenzione in incommunicado per le persone sospettate di reati connessi al terrorismo. La Spagna ha continuato a non tener conto delle richieste degli organismi internazionali sui diritti umani per l’abolizione dell’uso della detenzione in incommunicado”.
  • Amnesty International ha pubblicato tre ulteriori documenti. Due di questi riguardano la tortura e l’impunità di tale reato in Spagna: è del 2007 “Spain: Adding insult to injury. The effective impunity of police officers in cases of torture and other ill-treatment” e del 2009 “Spain: Adding insult to injury. Police impunity two years on”. Nel 2009 ha pubblicato “Spain: Out of shadows. Time to end incommunicado detention” criticando il regime speciale di detenzione e chiedendo la sua fine.

I relatori speciale dell’ONU Theo van Boven, Manfred Nowak e Martin Scheinin hanno anche criticato il regime spagnolo in diverse rapporti redatti dopo le loro visite (disponibili in Bibliografia):

  • Theo van Boven, relatore speciale dell’ONU sulla tortura, ha visitato la Spagna tra il 5 e il 10 nell’ottobre 2003 nell’ambito del suo mandato. La relazione pubblicata nel 2004 contiene una rassegna delle denunce di tortura o maltrattamenti, in particolare in relazione alle persone detenute sotto misure anti-terrorismo. Il relatore speciale ritiene che la tortura e i maltrattamenti non siano sistematici in Spagna, ma che in pratica il sistema consente il verificarsi di tali episodi, in particolare nel caso di persone detenute in isolamento per attività terroristiche. Raccomanda di conseguenza il governo spagnolo di adottare una serie di misure per soddisfare il suo impegno nel prevenire e reprimere gli atti di tortura e altri maltrattamenti.
  • Martin Scheinin, relatore speciale sulla promozione e la protezione dei diritti umani e le libertà fondamentali dentro la lotta al terrorismo, ha visitato la Spagna tra il 7 e il 14 maggio 2008 su invito del governo di Madrid. Il rapporto che segue alla sua visita analizza i dispositivi del diritto spagnolo nella lotta al terrorismo e conclude che alcune definizioni giuridiche degli atti di terrorismo non rispettano pienamente il principio di legalità. La sua relazione esamina nel dettaglio l’uso della detenzione in isolamento. Pur rilevando l’istituzione di un meccanismo di prevenzione per salvaguardare i diritti dei detenuti, il relatore speciale è preoccupato per le accuse di tortura e altri maltrattamenti denunciati da parte dei sospettati di terrorismo, tenuti in isolamento. Infine, il relatore speciale raccomanda che siano presi diversi provvedimenti affinché le misure anti-terrorismo siano in piena conformità con gli standard internazionali sui diritti umani.
  • Manfred Nowak nei rapporti del 2006 e del 2010 verifica, in virtù delle precedenti visite, se i diversi Stati abbiano approvato le raccomandazioni per conformare le misure giudiziarie interne al diritto internazionale. Per quanto riguarda lo Stato spagnolo, al fine di proteggere i diritti umani, Nowak ha raccomandato l’abolizione del regime di isolamento. Manfred Nowak, nel rapporto del 2006 sottolinea che “[L’isolamento, nda] viola le adeguate misure di salvaguardia contro i maltrattamenti e la tortura” e che le accuse di tortura non riguardano solo il periodo degli interrogatori, ma anche il tempo del trasferimento verso Madrid. Inoltre, per quanto riguarda l’allontanamento dei prigionieri politici baschi dalla propria terra, ha affermato che “rappresenta un pericolo ed un onere economico per la famiglia e rappresenta a volte un ostacolo alla preparazione della difesa”.

SITUAZIONE ATTUALE: PROCESSO DI PACE E VIOLAZIONE DEI DIRITTI UMANI

Dal 2009 il movimento indipendentista basco porta avanti il processo di risoluzione del conflitto con lo Stato spagnolo e con quello francese. Le forze della sinistra indipendentista basca si sono riunificate attorno a una piattaforma politica comune, che ha come obiettivo quello di iniziare a costruire il Paese basco dal basso, senza aspettare le decisioni di Madrid e di Parigi. Oggi, questa piattaforma gestisce più di 100 amministrazioni municipali, tra queste la città di Donostia (San Sebastian) e anche la provincia di Gipuzkoa.

Nell’ottobre 2011 personalità internazionali come Kofi Annan e Gerry Adams hanno promosso una Dichiarazione Internazionale di Pace, rinforzando il percorso di dialogo iniziato dal movimento. In questo quadro di iniziative, l’ETA ha dichiarato la cessazione definitiva dell’attività armata e si è resa disponibile al dialogo.

Nonostante i passi avanti compiuti nella direzione della pace, lo Stato spagnolo prosegue con la sua politica repressiva e di criminalizzazione del movimento. Dal 2008 al 2011 ci sono stati oltre 800 arresti e centinaia sono stati gli attivisti baschi che hanno denunciato di essere stati oggetto di torture da parte della forze dell’ordine. Molti arresti sono stati perpetrati con l’unica accusa di partecipazione a organizzazioni politiche colpevoli di sostenere l’indipendenza del Paese Basco. Tra queste l’organizzazione giovanile indipendentista SEGI ha subito numerosi arresti.

Oggi 613 prigionieri formano l’EPPK (Collettivo di prigionieri politici baschi), dispersi in 87 carceri differenti. Di tutti i prigionieri solo 7 sono detenuti nei Paesi Baschi. La maggior parte dei detenuti è reclusa in Spagna, 446 prigionieri in 47 carceri diverse. Nelle carceri francesi ci sono 140 prigionieri, detenuti in 33 istituti carcerari. Per quanto riguarda gli altri casi di detenzione, un prigioniero è agli arresti in Portogallo, uno in Irlanda del Nord, uno in Scozia, uno in Messico, tre in Inghilterra e un altro è agli arresti domiciliari a Roma. Inoltre, 11 prigionieri gravemente malati si trovano in regime di detenzione nelle loro case. Da ultimo, un prigioniero è confinato in Autun (Francia).

La distanza media tra le carceri e le famiglie dei detenuti è di circa 600 km. Negli ultimi 23 anni, questa politica di allontanamento dei detenuti dalla loro terra ha causato più di 350 incidenti stradali, tra cui 16 morti. Una politica penitenziaria “straordinaria” che non rispetta i diritti dei prigionieri politici e quelli delle loro famiglie.

DOTTRINA PAROT (DOCTRINA 197/2006)

L’11 luglio 2012 la Corte europea dei diritti dell’uomo ha condannato la Spagna per aver prorogato di 10 anni la reclusione di Inés Del Rio Prada, e ne ha chiesto il rilascio ”nel più breve tempo possibile”. Secondo il tribunale di Strasburgo, Madrid avrebbe commesso un errore nell’applicazione retroattiva della “Dottrina Parot”, una norma che prevede la possibilità di accrescere le pene detentive nei confronti di un soggetto già condannato. Il provvedimento è stato inserito nella riforma del codice penale spagnolo del 2003 per eludere uno dei principi-chiave della Carta Costituzionale, che definisce l’ergastolo ”incompatibile con il fine riabilitativo delle pene privative della libertà” e proibisce i ”trattamenti crudeli ed inumani”. (vedi Bibliografia doc. 14)

La Corte europea dei diritti dell’uomo si è espressa contro la Dottrina 197/2006, accogliendo il ricorso presentato dalla difesa del Inés Del Rio. Anche se questa sentenza tratta esclusivamente il caso di Inés, a sua volta, esplicita un giudizio chiaro contro la “Dottrina Parot” che a suo dire viola i diritti umani e “deve essere subito abrogata”. A circa 200 prigionieri politici è stata applicata la suddetta dottrina.

LIBERTÀ CONDIZIONALE

Un’altra misura eccezionale applicata contro i prigionieri politici baschi è la negazione della libertà condizionale. Ci sono 150 prigionieri politici baschi che devono essere liberati, poiché hanno già scontato due terzi o tre quarti della loro pena.

CARCERE E SALUTE

A queste palesi violazioni dei diritti umani dobbiamo aggiungere la condizione di tredici prigionieri politici baschi ancora detenuti con malattie gravi e incurabili:

Jesus Maria MARTIN HERNANDO (Basauri – 1962). Imprigionato nel 2002. Disturbo schizofrenico con componente delirante.

Iñaki ERRO ZAZU (Iruñea – 1960). Imprigionato nel 1987. Grave malattia ischemica cardiaca.

Josetxo Arizkuren RUIZ (Iruñea – 1958). Imprigionato nel 1999. Grave cardiopatia ischemica.

Isidro Garalde Bedialauneta (Ondarroa – 1951). Imprigionato nel 1985. Cardiopatia ischemica e prostatite.

Jose Ramon Lopez de Abetxuko LIKINIANO (Gasteiz – 1949). Imprigionato nel 1989. Bradicardia sintomatica e adenoma della prostata.

Gotzone Luzuriaga LOPEZ FERNANDEZ (Agurain 1959). Imprigionata dal 1989. Cancro al seno.

Jose Angel Biguri CAMINO (Menagarai – 1955). Imprigionato nel 1989. Cancro alla prostata.

Inmaculada Bernas Berriozabal (Zegama / Elorrio – 1951). Incarcerata dal 2009. Diabete mellito, ipertensione, asma e artropatia.

Gari ARRUARTE SANTA CRUZ (Hernani – 1980). Imprigionato nel 2003. Spondilite anchilosante e artralgia degli arti inferiori.

Iñaki Etxeberria MARTIN (Iruñea – 1964). Imprigionato nel 1996. Miopia di lunga data, emorragia retinica nell’occhio destro e glaucoma bilaterale.

Jesus Maria Mendinueta FLORES (Arbizu – 1968). Imprigionato nel 1991. Discopatie della colonna vertebrale, ernia del disco e malattia reumatica con impatto sistemico.

Aitzol Gogorza Otaegi (Orereta – 1975). Imprigionato nel 1999. Disturbo ossessivo – compulsivo.

Jose Miguel Etxeandia Meabe (Larrabetzu – 1960). Imprigionato nel 2003. Disturbo ossessivo – compulsivo ed epatite C.

 

BIBLIOGRAFIA*

AMNESTY INTERNATIONAL

1. RAPPORTO ANNUALE, SPAGNA (2012)

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2. SPAIN: ADDING INSULT TO INJURYTHE EFFECTIVE IMPUNITY OF POLICE OFFICERS IN

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3. SPAIN: ADDING INSULT TO INJURY. POLICE IMPUNITY TWO YEARS ON (OCTOBER 2009)

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4. SPAIN: OUT OF SHADOWS. TIME TO END INCOMMUNICADO DETENTION (JUNE 2009)

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5. AMNESTY INTERNATIONAL EU OFFICE TO MS BEATRICE ASK, MINISTER OF JUSTICE,

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INTERNATIONAL BRIEFING: “SPAINOUT OF THE SHADOWS – TIME TO END

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ORGANIZZAZIONE DELLE NAZIONI UNITE

6. COMMITTEE AGAINST TORTURE, COMMUNICATION NO.E/CN.4/2005/62/Add.1

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7. COMMITTEE AGAINST TORTURE, COMMUNICATION NO. 453/2011, DECISION

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8.    COMMISSION ON HUMAN RIGHTS, Report of the Special Rapporteur on the question of torture, Theo van boven, submitted pursuant to Commission resolution 2002/38 (February 2003)

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9.    COMMISSION ON HUMAN RIGHTS, Report of the Special Rapporteur on the question of torture, Theo van boven (February 2004)

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10.    COMMISSION ON HUMAN RIGHTS, Torture and other cruel, inhuman or degrading treatment or punishment, Report of the Special Rapporteur, Manfred Nowak (March 2006)

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11. HUMAN RIGHTS COUNCIL, Report of the Special Rapporteur on torture and other cruel, inhuman or degrading treatment or punishment, Manfred Nowak (February 2010)

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12. HUMAN RIGHTS COUNCIL, Report of the Special Rapporteur on the promotion and protection of human rights and fundamental freedoms while countering terrorism, Martin Scheinin (December 2008)

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13. SETTING AN EXAMPLE? COUNTER-TERRORISM MEASURES IN SPAIN (JANUARY 2005)

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EUROPEAN COURT OF HUMAN RIGHTS

14. JUDGMENTS CONCERNING ALBANIA, MONTENEGRO, ROMANIA, SPAIN AND TURKEY

(08.03.2011) BERISTAIN UKAR V. SPAIN (NO. 40351/05)

EuropeanCourtHumanRights_Spain_2011

15. UNLAWFULNESS OF DETENTION EXTENDED BY THE RETROACTIVE APPLICATION OF A

CHANGE IN THE CASELAW (10.07.2012)

EuropeanCourtHumanRights_10.07.1012_Spain_InesdelRio

16. AFFAIRE OTAMENDI EGIGUREN C. ESPAGNE, REQUETE 47303/08 (16.10.2012)

EuropeanCourtHumanRights_16.10.2012_AffaireOtamendi

BEHATOKIA, BASQUE OBSERVATORY OF HUMAN RIGHTS

17. TERRORISM, COUNTER TERRORISM AND HUMAN RIGHTS IN THE BASQUE COUNTRY

CONCERNS ON THE MEASURES ADOPTED BY SPAIN, FRANCE AND THE EUROPEAN UNION

(JUNE 2007)

BasqueObservatoryHumanRights_2007

18. INTERVENTO SU MISURE ANTITERRORISTE E DIRITTI UMANI ALLA SOTTOCOMMISSIONE

PER I DIRITTI UMANI DELL‘ONU

InterventoONU_OsservatorioBascoDirittiumani_2006 

ELDH, EUROPEAN ASSOCIATION OF LAWYERS FOR DEMOCRACY AND

WORLD HUMAN RIGHTS

19. REPORT ON THE ELDH HUMAN RIGHTS MISSION To BASQUE COUNTRY (MARCH 2010)

ReportELDH_HumanRightsMissiontoBasqueCountry_2010-March 

AED, AVVOCATI EUROPEI DEMOCRATICI

20. COMUNICATO DELL’AED SUL PROCESSO AI MILITANTI BASCHI (APRILE 2008)

aed-militanti baschi

INTERROGAZIONI PARLAMENTARI

21. ATTO SENATO DELLA REPUBBLICA ITALIANA, INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/08074 SENATORI PERDUCA E PORETTIDESTINATARIO MINISTERO DELLA GIUSTIZIA

InterrogazioneParlamentare_31.7.2012

22. ATTO SENATO DELLA REPUBBLICA ITALIANA, INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/08612 SENATORI PERDUCA E PORETTIDESTINATARIO MINISTERO DELLA GIUSTIZIA

InterrogazioneParlamentare_7.11.2012

23. ATTO SENATO DELLA REPUBBLICA ITALIANA, INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/08627 SENATORI PERDUCA E PORETTIDESTINATARIO MINISTERO DELLA GIUSTIZIA

InterrogazioneParlamentare_8.11.2012

LETTERA APERTA AL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA PAOLA SEVERINO

24. APPELLO AL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA CONTRO L’ESTRADIZIONE DI LANDER FERNANDEZ

Lettera Appello

25. VERBALE DELLA POLIZIA (RIFERIMENTI-594A0200427) DIPARTAMENTO DEGLI INTERNI GOVERNO BASCO

Verbale_polizia