★ LA SPAGNA SCEGLIE L’AVVOCATO COPPI E PRETENDE EL Sì ALL’ESTRADIZIONE

  • Gennaio 9, 2013 10:18

Nessuna sentenza definitiva al momento ma l’attenzione di Madrid sulla richiesta di estradizione che pende sul capo di Lander Fernandez Arrinda sembra non essere svanita, anzi. La vera sorpresa che ieri si è palesata nell’aula del Tribunale di piazzale Clodio è stata infatti la presenza di Franco Coppi, penalista di caratura nazionale nonché precedente difensore di Giulio Andreotti, Sabrina Messeri e Antonio Fazio (nello scandalo Antonveneta). Il noto avvocato ha preso parte al dibattimento come rappresentante diretto della linea accusatoria promossa da Madrid, non limitandosi a poche battute ma pronunciando la requisitoria davanti alla terna di giudici. Una sorpresa che però, visti i precedenti che hanno segnato il lungo calvario del Fernandez, non ha spiazzato più tanto i difensori del basco. «La presenza di Coppi è un investimento politico importante – ha dichiarato Marco Lucentini, uno dei difensori di Lander – un investimento che sottolinea quanto sia importante per Madrid la richiesta di consegna; e proprio questo è il punto, cioè capire le motivazioni che spingono la Spagna a non “mollare l’osso” dal momento che, sotto il profilo tecnico, la vicenda non è poi così complessa. Il nodo, dunque, è politico. Perché la Spagna insiste per ottenere l’estradizione di un ragazzo la cui presunta appartenenza ad ambienti terroristici non è stata dimostrata ed è anzi totalmente infondata?».
L’accanimento nei confronti di Lander sembra infatti essere funzionale ad un clima di repressione dell’opposizione sociale che, in Spagna come nei Paesi Baschi, sta protestando contro le conseguenze della crisi che ha terremotato tutta l’Europa. La presunta appartenenza a movimenti eversivi, frutto di fantasiose congetture della magistratura spagnola come più volte ripetuto dai legali di Lander, è la chiave di volta per derubricare qualunque manifestazione di dissenso a problema di ordine pubblico, facilitando così l’applicazione di un ferreo sistema di controllo che la Spagna, speculando sul del terrorismo basco, sta sperimentando al fine di tenere a bada le piazze più calde e criminalizzare la spinta sociale che le abita. Proprio questa è la linea difensiva (e di denuncia) del comitato Un Caso Basco a Roma, che da quando è stato arrestato Lander ha messo in moto una potente macchina solidale per chiederne la liberazione.
Ieri, mentre si svolgeva l’udienza, un centinaio di attivisti del comitato hanno dato vita ad un presidio colorato dalle ikurriña e dai fumogeni bianco-rosso-verdi, dopo che nella mattinata di lunedì avevano già messo a segno un blitz dalla ministra Severino, rinfacciandole la subordinazione che il governo italiano ha mostrato con il silenzio mantenuto nel corso dei mesi. Proprio del ministro, infatti, sarà l’ultima parola dopo che il Tribunale avrà espresso il suo parere. Nel caso venisse confermata l’estradizione, i legali di Lander potranno far ricorso alla Cassazione, sospendendo così la procedura. Sapremo nei prossimi giorni quali saranno le nuove carte in tavola; intanto il comitato ha annunciato che manterrà viva l’attenzione sul «caso Lander» e sulle scelte della ministra Severino.

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