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Aggiornamento Karlos 22 dicembre

  • Dicembre 22, 2015 09:35

amniKarlos si trova ancora nel carcere di Rossano calabro.
un mese fa la cassazione si è pronunciata favorevole all’estradizione in spagna. Ma i tempi perchè questo avvenga non si conoscono, un limbo di incertezza che pesa ancor di più su Karlos e la sua famiglia che in questo modo non può programmare le visite per incontrarlo.

Inoltre in questo periodo la quasi totalità dei detenuti nel braccio dove si trova sono stati trasferiti, Karlos si trova quindi ad affrontare questi giorni di detenzione in particolare solitudine, lo ricordiamo dopo aver già scontato 8 mesi di reclusione in isolamento a rebibbia.
Nonostante questo Karlos ci scrive ringraziando tutti e tutte per la solidarietà, affronta quanto sta accadendo a testa alta,lucido e attento.

Intanto dagli avvovati e dai compagni baschi che seguono la sua vicenda anche in Euskal Herria, apprendiamo che il 21 gennaio 2016 è stata fissata la data per il ricorso davanti al tribunale supremo di madrid, sulla sentenza che ha condannato Karlos a 16 anni nel 2000.

Mentre aspettiamo di avere altri aggiornamenti rinnoviamo ancora una volta l’invito a fargli sentire la nostra vicinanza, scrivendogli un messaggio di solidarietà presso il carcere di Rossano.

Karlos Garcia Preciado
Casa di reclusione di Rossano
Nuovo complesso maschile
Contrada Ciminata Greco
87067 Rossano (CS)

ASKATASUNA ETA ELKARTASUNA
LIBERTA’ E SOLIDARIETA’

 

 

 

Per la cassazione Karlos deve essere estradato

  • Novembre 25, 2015 23:10

Italia e Spagna due facce della stessa medaglia

E’ arrivata la sentenza di Cassazione del tribunale di Roma,
Karlos verrà estradato.
Non conosciamo ancora le motivazioni ma poco importa, ancora una volta lo stato italiano avallando le richieste dello stato spagnolo, diventa complice della repressione cieca con la quale il governo di Madrid continua a perseguitare la dissidenza Basca.

Karlos verrà portato in spagna dove, dopo aver scontato 8 mesi in isolamento a Rebibbia e quest’ultimo mese nel carcere di massima sicurezza di Rossano Calabro, lo attende una condanna a 16 anni di carcere.
Con la sua estradizione sara’ piu’ difficile per la moglie e il figlio raggiungerlo per le visite, ma siamo certi che si faranno forza e non saranno soli, perchè già molti compagni e compagne di Euskal Herria sono pronti ad accoglierli e ad accompagnarli in questo nuovo pezzo di viaggio…con Karlos, fino alla libertà!
Noi da qui continueremo a seguire la vicenda e fargli sentire forte la nostra solidarietà.

DAJE KARLOS, ANIMO!
ELKARTASUNA ETA ASKATASUNA!
AMNISTIA ORAIN!

ONGI ETORRI URTZA! TUTTI E TUTTE LIBERE!

  • Novembre 16, 2015 20:09
Ongi etorri Urtza!
urtzaAccogliamo con gioia la notizia del ritorno alla libertà Urtza Alkorta, scarcerata sabato 14 novembre. Urtza è una compagna basca arrestata nel maggio 2013 dopo diversi giorni di “muro popolare”.
Centinaia di persone, ininterrottamente per diversi giorni, avevano protetto con i loro corpi Urtza sul ponte di Ondarroa, per resistere contro l’arresto. Noi come caso basco, così come tutte le realtà solidali con Euskal Herria, in quei giorni abbiamo seguito con attenzione e trasporto quanto stava avvenendo nel vivace e combattivo paesino sulla costa basca. Le immagini circolate in rete e i racconti delle nostre compagne e compagni lì presenti ci confermavano con chiarezza sia la persistenza della dura repressione contro la dissidenza basca, sia, allo stesso tempo, la forza e determinazione con cui le compagne e i compagni baschi resistono (https://www.youtube.com/watch?v=gVCEyBlsYLU)
Oggi con la liberazione di Urtza possiamo gridare con gioia “bat gutxiago!/un@ di meno”. Ma alla gioia si accompagna anche la consapevolezza che ci sono ancora tante e tanti compagne/i baschi ancora in carcere (ad oggi sono ancora più di 400), che ad oltre 4 anni dalla fine del conflitto armato continuano ad essere sottoposti a dispersione, vessazioni e carcere duro. Negli stessi giorni in cui si è saputo della imminente liberazione di Urtza, altre notizie, ben più tristi, hanno riguardato un altro compagno di Ondarrua, Ibon Iparragirre “Iparra”, gravemente malato, che per la sua condizione, secondo le stesse leggi spagnole, non dovrebbe essere in carcere. invece, non solo ancora non è stato liberato, ma continua ad essere sottoposto a vessazioni e torture fisiche e psicologiche. A fine ottobre “Iparra”, già detenuto in un carcere vicino Madrid (a centinaia di km da Ondarroa) è stato trasferito in un altro carcere, e il tutto è avvenuto poche ore prima dell’orario di visita previsto con i suoi familiari, e senza comunicare a loro la nuova destinazione. Alcuni giorni dopo il trasferimento, la psicologa che segue “Iparra” ha potuto verificare sia le sue difficili condizioni di salute (a malapena riesce a stare in piedi) sia la durezza del trattamento ricevuto dai funzionari durante il trasferimento. Un ulteriore esempio, se mai ce ne fosse il bisogno, della crudeltà delle istituzioni penitenziarie spagnole contro i prigionieri, anche quelli gravemente malati. (http://halabedi.eus/2015/11/01/ibon-iparagirre-vuelve-a-ser-alejado-de-euskal-herria/)
Per “Iparra”, ma anche per Karlos, Aingeru, Piol e per tutte e tutti le compagne e i compagni baschi ancora prigionieri continua la solidarietà e la lotta, fino a  quando non saranno tornate tutte e tutti a casa. Una lotta che vedrà un importante passaggio il prossimo 28 novembre a Bilbao, con un corteo che con determinazione chiederà amnistia e libertà (http://amnistiaaskatasuna.blogspot.it/2015/11/rueda-de-prensa-de-ex-press-politics.html)
Ongi etorri Urtza!
Karlos, Aingeru, Piol ta denak askatu!
Amistia eta askatasuna!
tutte liberi!

Lettera aperta della moglie di Karlos

  • Ottobre 28, 2015 11:20

Pubblichiamo di seguito la lettera aperta della moglie di Karlos, che racconta della loro storia sia da un punto di vista politico e giuridico che da un punto di vista umano.
A lei, a Karlos e a tutta la loro famiglia un abbraccio forte e solidale.
Rinnoviamo l’invito a seguire questa vicenda e a continuare a scrivere a Karlos.
Daje Forte Karlos!

Questa è la storia di un uomo, un popolo ed un bambino.

Il 24 febbraio di quest’anno, la DIGOS, l’Interpol e la polizia spagnola, sono andati ad arrestare Carlos, mentre era con il figlio con il quale sceglieva uno stendino per i panni in un negozio di casalinghi.

É un uomo normale che fa la spesa, si occupa del figlio e di mestiere fa l’imbianchino, lavoro per il quale è molto apprezzato soprattutto per la sua onestà e la sua puntualità. Carlos è un uomo corretto.

Nel 1997 è stato accusato dal Regno Spagnolo di aver buttato di notte una molotov in una banca; lì vicino c’erano delle tubature di gas che sono esplose e, accidentalmente, hanno fatto scoppiare un incendio all’interno dell’edificio, nessun presente, nessun ferito.

Nel 2000 è stato condannato a 16 anni di reclusione.

Quella sera Carlos non era lì, si trovava al compleanno della nonna.

Quella sera una testimone sente un forte rumore, si affacciava dal quarto piano del suo palazzo; è notte e l’illuminazione è scarsa. Una nube di fumo dell’incendio comincia ad alzarsi verso la sua finestra, ma lei riesce a scorgere una persona che si allontana: si tratta di un maschio con un “turbante” in testa. La camminata “spavalda” è diventata l’unica prova della presenza di Carlos in quel luogo. Lei diventerà la testimone sulla quale si basa il riconoscimento di Carlos, lei che non lo ha mai visto in volto sa dire che quella figura in mezzo al fumo, dal quarto piano del suo palazzo, di notte, è Carlos.

Lei lo conferma dopo ore di interrogatorio, poi lo rinnega nei vari giudizi del processo. Lei, la testimone chiave al processo, negli ultimi appelli non c’è.

Nessuno ascolterà la sua testimonianza se non chi ha sottoposta questa donna all’interrogatorio.

Basta questo per far condannare Carlos. Basta questo ed essere un simpatizzante dei separatisti per l’indipendenza del popolo basco.

Una pena ingiusta e spropositata, un processo ingiusto ed infondato.

Tutto quello che viene raccolto a suo carico sono: pennelli da imbianchino, secchi di vernice, un parrucca bionda…. inoltre la perquisizione nella sua abitazione è stata effettuata 3 mesi dopo.

Lo stato spagnolo, per reprimere il popolo Basco ha molti mezzi. L’ interdizione della lingua, illegalizzare giornali e partiti politici, arresti di avvocati e volontari medici, informazione faziosa, dispersione dei prigionieri, tortura… e anche trovare un capro espiatorio per infliggere pene esemplari.

Carlos si è trovato a subire una condanna unica e spropositata anche per l’epoca, in cui la lotta per l’indipendenza Basca era molto viva.

16 anni per un fatto non commesso. Anche l’avvocato dell’accusa nel processo italiano ce lo ha detto: la pena è spropositata rispetto al reato.

Anche Carlos porta delle persone che dovrebbero essere ascoltate, testimoni che dicono che lui quel giorno non era lì, quel giorno lui era da un’altra parte. Nessuno dà loro peso.

Nel 2000 è scappato ed è venuto in Italia. Ha condotto una vita non facile. Un uomo che non esiste, senza identità, ricercato. Ha lavorato sempre come imbianchino, ha formato una famiglia ed ha un figlio di 6 anni che ora si trova senza padre.

Torniamo a quel brutto 24 febbraio.

Dopo le perquisizioni, la questura, l’arresto, gli articoli di giornale del giorno seguente in cui si scriveva di un eclatante arresto di un esponente terrorista dell’Eta, con a disposizione case di appoggio per scopi non chiari……(casa al mare dei miei genitori e casa dei miei genitori)…….le menzogne garantiste della Spagna e l’alleanza dell’Italia in una fuorviante informazione della realtà dei fatti continuano.

Carlos è stato portato a Rebibbia dove fino a pochi giorni fa ha vissuto in isolamento con tutti i disagi che ciò può comportare: stare solo 24 ore su 24 per 8 mesi. Ora, se possibile la situazione peggiora: il 20 ottobre, senza preavviso, senza comunicarlo a nessuno, lo hanno trasferito nel carcere di Rossano, in Calabria; lo hanno trasferito in un carcere di massima sicurezza insieme ai terroristi, quelli veri.

Il 25 Novembre ci sarà l’appello in cassazione per l’estradizione.

Ora vorrei dire due ultime parole per nostro figlio e il trauma che ha subito e sta tutt’ora subendo.

Il 24 febbraio quando i funzionari sono venuti in casa, c’erano tante persone, tanti sconosciuti e nonostante le accortezze per il bimbo, la situazione era anormale e dalla mattina dopo il papà non era più con lui e tutto era diverso.

Dopo un mese e mezzo dall’arresto ho dovuto affrontare la realtà. É stata una decisione drammatica e devastante: spiegare in qualche modo a nostro figlio quello che stava accadendo e farlo entrare in un posto dove non avrei mai voluto farlo entrare. L’impatto con il carcere è stato terribile ma ho dovuto farlo per tenere uniti un padre con un figlio, per permettere al bambino di continuare a stare “vicino” al padre. Anche Carlos ha potuto così vedere la persona più importante della sua vita.

Però ripeto l’impatto è stato terribile.

Spazi non idonei, attese interminabili, gente che urla, porte che sbattono, controlli e trattamenti come fossimo dei criminali.

Ero appena riuscita a far trovare al bimbo un minimo di equilibrio, aveva appena accettato la situazione e l’impatto con quel luogo che arriva il trasferimento improvviso, senza avviso e due giorni prima del colloquio con il bimbo, a 600 km di distanza……

Anche spiegare i fatti accaduti e perché non è facile, troppo complicato da capire per un bimbo così piccolo.

La situazione del padre e l’impatto nella vita quotidiana del bimbo è stato forte. Dirlo, non dirlo, a chi dirlo si vergogna o no…..tanti gli interrogativi e le incognite!

Altra cosa che non facilita la vita è la burocrazia, lenta disinformata, formalmente piena di compilazione di moduli per avere dei moduli per andare in uffici che rilasciano moduli, persone poco informate e tanta pazienza e perdita di tempo.

La grande fortuna è la vicinanza di tante persone che hanno conosciuto Carlos come padre, lavoratore ed amico e trovano allucinante questa situazione, o anche solo persone solidali con il popolo basco.

La solidarietà dimostrataci dagli amici vecchi e nuovi è stata fondamentale per non sentirci soli in questa situazione ingiusta e difficile.

La storia continua, gli appelli e le sentenze non sono finite e l’indifferenza o la cattiva informazione dello “Stato Italiano”, fanno si che dei problemi decennali che sono vicino a noi non si sappia nulla o che ne vengano travisati i fatti.

Lettera aperta di una mamma e moglie.

Trasferimento per Karlos, la solidarietà non si arresta!

  • Ottobre 22, 2015 10:16

Dopo 8 mesi di reclusione in isolamento nel carcere di rebibbia, ieri sera Karlos è stato trasferito nel carcere di Rossano a più di 600 km da Roma.
Il sistema repressivo italiano si allinea ancora una volta con quello spagnolo, che con la ‘dispersione’ dei prigionieri baschi a centinaia di km dalle proprie case, mette in atto un sistema punitivo, tanto per i detenuti quanto per le loro famiglie costrette ad affrontare lunghi e costosi viaggi per fargli visita.
Karlos ha affrontato questi mesi di isolamento con coraggio e a testa alta, senza chiedere il trasferimento in una sezione “normale”, con altri detenuti, perché questo avrebbe incluso la possibilità di essere spostato in un’altra città e in questo modo sarebbero state più difficili le visite con la compagna e il figlio che vivono qui a Roma.
Questo trasferimento avviene mentre in Italia le pratiche per l’ estradizione vanno avanti e quando in spagna è già stata fissata la data per il ricorso alla sentenza assurda che lo ha condannato a 16 anni per un reato di presunto danneggiamento.
Siamo certi che Karlos non si farà intimorire da questa mossa infame del sistema giuridico- repressivo italiano, a lui e alla sua famiglia mandiamo un abbraccio forte con la certezza che nonostante la lontananza gli siamo vicini continuando a raccontare la sua storia e a lottare per la sua causa, che poi è la stessa di centinaia di dissidenti baschi.

ASKATASUNA ETA ELKARTASUNA!
AMNISTIA ORAIN!
LIBERTA’ E SOLIDARIETA’!
AMNISTIA ORA!

Mandiamo a Karlos la nostra solidarietà:
Karlos Garcia Preciado
Casa di reclusione di Rossano
Nuovo complesso maschile
Contrada Ciminata Greco
87067 Rossano (CS)

La solidarietà non va in vacanza! Karlos Libero!

  • Agosto 15, 2015 12:32

LA SOLIDARIETA’ NON VA IN VACANZA: KARLOS LIBERO!

IMG-20150623-WA0009Sono passati ormai 6 mesi da quando Karlos Garcia Preciado, per gli amici italiani “Roberto”, è stato fermato a Roma e tradotto nel carcere di Rebibbia, dove in regime di duro isolamento sta affrontando le procedure per la richiesta di estradizione da parte dello stato spagnolo.
L’accanimento giudiziario che Karlos subisce da più di 20 anni da parte dello stato spagnolo, in questi mesi è stato portato avanti dalla complicità di quello italiano, che avalla condanne politiche risultato di processi farsa ai danni di centinaia di dissidenti baschi.

Dopo diversi gradi di giudizio nei quali gli è stata negata la possibilità di utilizzare misure alternative al carcere per stare vicino alla sua compagna e a suo figlio piccolo, lo scorso 16 luglio si è svolta l’udienza per la sua estradizione.

Se da un lato non ci sorprende la bieca disponibilità dello stato italiano a non mettere in discussione le spropositate sentenze di madrid, dall’altro troviamo sconcertante la facilità con cui la giurisdizione italiana si spinge anche oltre quella spagnola individuando nella storia di Karlos l’appartenenza ad ETA per giustificarne condanna e conseguente estradizione.

Karlos continua a resistere con tenacia nel carcere di Rebibbia alla persecuzione politica che subisce da più di 20 anni, in attesa che la cassazione si esprima in maniera definitiva rispetto all’estradizione.
Continuando a gridare con forza NO ALL’ESTRADIZIONE, invitiamo tutti e tutte a portare a Karlos e alla sua famiglia la nostra solidarietà, scrivendogli in questo periodo di attesa e preparandoci alla mobilitazione in occasione dell’udienza della cassazione.

La solidarietà è un’arma, usiamola!
Karlos libero!
Karlos askatu!

TUTTI E TUTTE LIBERE!
EUSKAL PRESOAK ETA HIESLARIAK ETXERA!

Scriviamo a Karlos Garcia Preciado c/o Carcere di Rebibbia via Raffaele Majetti 70  00156 Roma

23 giugno, con Karlos contro l’estradizione! TUTTI LIBERE!

  • Maggio 26, 2015 10:59

kDal 24 marzo Karlos è rinchiuso a nel carcere di rebibbia.
Tre lunghi mesi in regime di isolamento, rotti solo dalle visite dei familiari più stretti e di qualche istituzionale e dalla solidarietà di chi segue la sua vicenda. Nel frattempo la spagna ha mandato al tribunale italiano la richiesta ufficiale per l’estradizione di Karlos.

L’udienza è stata fissata per il 23 giugno.
Se Karlos venisse estradato dovrebbe scontare in un carcere spagnolo i 16 anni cui è stato condannato nel 1997, per il presunto incendio doloso di una filiale bancaria del comune di Andoain. Una condanna spropositata che si regge su un fragilissimo impianto accusatorio, come spesso avvenuto nel caso di militanti indipendentisti baschi.
Molto probabilmente li dovrebbe scontare a centinaia di km da Euskal Herria, come accade alla quasi totalità dei detenuti baschi, per la politica spagnola della dispersione,che rinchiude i prigionieri il più possibile lontani dalle loro case, costringendo le famiglie che si recano in visita a continui spostamenti di tantissime ore con le conseguenti difficoltà come spese economiche, stress e fatica, incidenti stradali.
Per Karlos sarebbe una dispersione doppia, perché oltre alla lontananza dalla famiglia d’origine ci sarebbe quella ancora maggiore dalla famiglia che ha scelto e costruito, e che si trova in Italia, composta dalla sua compagna e da suo figlio, che è ancora un bambino.

Il caso di Karlos é solo uno dei tanti e troppi casi di assurda persecuzione della dissidenza basca da parte delle autoritá spagnole e francesi. Come Karlos é stato colpito quasi 20 anni fa da un processo politico orientato a colpire e reprimere duramente chi militava nelle organizzazioni giovanili della sinistra indipendentista basca, anche oggi l’Audiencia Nacional continua a processare e a far arrestare le compagne e i compagni di Segi, l’attuale organizzazione giovanile indipendentista, equiparando la loro militanza politica ad atti di terrorismo.
Cosí come Karlos decine di compagne e compagni baschi sono stati costretti all’esilio per evitare il gianto di ferro dell’apparato repressivo spagnolo.

logo kCosí come Karlos, centinaia di compagne e compagni baschi si trovano ancora in carcere, quasi sempre in regime di dispersione, per accuse e condanne legate alla loro militanza per una Euskal Herria libera e socialista.
Dopo quasi 4 anni dalla fine definitiva della lotta armata di Eta, nonostante le diverse indicazioni ad opera di diverse autoritá internazionali, madrid e parigi continuano a rimanere immobili, senza voler iniziare in manira concreta ed effettiva un vero processo di pace che, affrontando  tutte le conseguenze del conflitto, e quindi anche il destino delle prigioniere e dei prigionieri politici baschi, possa permettere di voltare definitivamente pagina, per costruire un solido scenario di risoluzione del conflitto.

Denunciare l’assurditá della condanna di Karlos, opporsi alla sua estradizione, é un tassello della piú ampia moblitazione e pressione popolare che a Roma, in Italia e a livello internazionale spinge per la fine dello stato di eccezione contro la dissidenza basca, e per l’avvio di una fase di vera di risoluzione del conflitto.

Karlos libero!
Karlos Askatu!
NO ALL’ESTRADIZIONE!
Il 23 giugno ore 9 presidio a piazzale Clodio, insieme ai compagni processati per il corteo del 14 dicembre 2010.

Le lotte sociali non si arrestano!
Borroka da bide bakarra!
La lotta è l’unico cammino!
TUTTI LIBERE!

16 E 17 MAGGIO MOBILITAZIONE CONTRO L’ARRESTO DEI 7 GIOVANI DI SEGI

  • Maggio 12, 2015 23:01


#ResistGasteiz
Il 6 maggio sono arrivate le condanne per 7 dei 28 giovani di Segi, processati nei mesi scorsi.
12 di loro già erano stati assolti in precedenza mentre ora sono arrivate le condanne per appartenenza a banda armata e 9 assoluzioni.

In contemporanea con la sentenza 4 dei 7 sono stati prelevati dall’anti terrorismo e tradotti in carcere mentre gli altri 3 al momento non si sono ancora resi reperibili.

Per il 16 e 17 maggio è stata lanciata una mobilitazione nazionale in solidarietà con i giovani di Segi perseguitati e torturati in questi anni, condannati e nuovamente incarcerati pochi giorni fa.

Elkartasuna eta Askatasuna!
Solidarietà e Libertà!

IMG-20150512-WA0002

 

SEGI

ASKAPENA AURRERA, Manifesto di Solidarietà Internazionalista!

  • Aprile 13, 2015 16:36

Askapena è un’organizzazione internazionalista del movimento popolare basco che conta ormai 27 anni di lotta e impegno politico.
L’obiettivo che si è preposta è una Euskal Herria internazionalista, pertanto contribuisce alla costruzione nazionale e sociale del suo popolo per ottenere l’indipendenza e il socialismo per il Paese Basco e tutti gli altri popoli.

ADERIAMO E PUBBLICHIAMO IL

Manifesto di solidarietà internazionalista riguardante il processo contro Askapena e i 5 militanti internazionalisti baschi:

askapenaCinque anni fa lo Stato spagnolo effettuò una retata contro otto militanti di Askapena; oggi lo Stato spagnolo, tramite il suo pubblico ministero, ha reso pubblica la richiesta di sei anni di carcere per cinque di loro e l’illegalizzazione di Askapena e di altre realtà a essa collegate. 
Un nuovo attacco repressivo contro il popolo basco, che si aggiunge al lungo elenco di misure fasciste che lo Stato spagnolo utilizza per chiudere i mezzi di comunicazione e illegalizzare partiti politici e organizzazioni del movimento popolare basco.
Questa volta lo Stato spagnolo si è scagliato direttamente contro l’internazionalismo. In qualità di Stato imperialista vuole neutralizzare il lavoro che i militanti baschi hanno sviluppato in tutti questi anni. Un internazionalismo impegnato con la lotta del proprio popolo, solidale con i diversi processi rivoluzionari nel mondo e che riceve solidarietà dagli altri popoli coinvolti.
Come se non bastasse, lo Stato cerca di criminalizzare anche la solidarietà internazionalista verso Euskal Herria. Secondo la sua visione reazionaria, il lavoro che facciamo come Euskal Herriaren Lagunak (EHL – Comitati di solidarietà con il popolo basco) è una semplice appendice di Askapena all’estero. Pretendono di criminalizzare anche le diverse “Brigate” basche che da decenni partono da Euskal Herria per conoscere le realtà dei nostri popoli in lotta. Ma cosa possiamo aspettarci da uno Stato imperialista? Difficilmente potranno capire che l’internazionalismo è la tenerezza dei popoli. Per noi, la lotta del popolo basco merita solidarietà perché è legittima, ribelle e liberatrice. La lotta di Euskal Herria la sentiamo nostra, così abbiamo deciso e per questi motivi continueremo a dimostrare la nostra solidarietà alla lotta di questo popolo fratello.

Vogliamo invitare i singoli, i collettivi e le organizzazioni ad aderire a questo Manifesto e a fare proprie le seguenti richieste e responsabilità:

-Esigere la fine di tutti i processi politici contro il popolo basco, in particolar modo il processo contro Askapena e i cinque internazionalisti baschi
-Esigere la fine della criminalizzazione dell’internazionalismo, soprattutto della solidarietà contro il popolo basco.
-Continuare il lavoro di solidarietà internazionalista tra i popoli, specialmente verso Euskal Herria.

Siamo internazionalisti, per questo Euskal Herria non cammina da sola!
ASKAPENA AURRERA!!! 
Euskal Herriaren Lagunak
Inviare la propria adesione a italia.ehl@gmail.com

16 Aprile MARTXA eta BORROKA @ L.O.A. ACROBAX

  • Aprile 13, 2015 00:00


image-0001(1)GIOVEDì 16 APRILE @ IL L.O.A. ACROBAX via della Vasca Navale 6

Di ritorno da Euskal Herria..
Dopo aver incontrato i compagni e le compagne di Karlos, e aver partecipato con loro al presidio per la liberazione dei PRESOAK che si tiene ogni venerdì..Dopo aver manifestato nelle strade di Ondarroa per la libertà dei detenuti malati, rinchiusi nelle carceri spagnole..
Dopo aver corso un pezzetto  della storica Korrika che attraversa l’intero Paese Basco, nel nome di Karlos e della libertà di tutti e tutte..

http://uncasobascoaroma.noblogs.org/post/2015/04/07/marzo-2015-uncasobascoaroma-in-euskal-herria-con-karlos/

*AGGIORNAMENTI
*VIDEO E
*PINTXOS

CON UN CASO BASCO A ROMA
DALLE ORE 19

MARTXA ETA BORROKA…PERCHE’ LA LOTTA E’ ANCHE ALLEGRIA!

SERATA  A SOSTEGNO DI KARLOS E DELLE SPESE LEGALI!

Marzo 2015 UnCasoBascoARoma in Euskal Herria..con Karlos!

  • Aprile 7, 2015 09:43

Korrika 6Mesi fa avevamo deciso di partecipare alla Korrika ma, come spesso accade in Euskal Herria, è stato un viaggio denso di incontri politici e di solidarietà attiva, di momenti di scambio e di crescita collettiva:
Ad Andoain con i compagni, le compagne e i familiari di Karlos, ad Ondarroa nel corteo per la liberazione dei presoak e in particolare di quelli malati..

Siamo partit* per partecipare alla Korrika, la maratona popolare a
sostegno della lingua basca, l’euskera.
Una lunga corsa che dal 1980, ogni 2 anni, attraversa le 7 province di Euskal Herria senza mai fermarsi, di giorno e di notte.
Durante la corsa singoli, collettivi, associazioni, si passano un testimone che racchiude un messaggio che viene letto l’ultimo giorno, nell’atto conclusivo della Korrika.
Il messaggio di quest’anno ha sottolineato il forte legame tra la lotta a sostegno dell’euskera, una lingua minorizzata, e le altre lotte politiche e sociali in corso in Euskal Herria: “nella piazza e in euskera, si combatte contro le ingiustizie sociali”.
Il km che abbiamo sottoscritto si trovava nella discesa di Barazar, nella provincia di Bizkaia, scendendo verso il paese di Zenauri.
Impressionante la partecipazione popolare a questo evento culturale, tanto nei paesi, nelle campagne, nei centri più piccoli, quanto nelle città più grandi, fino ad arrivare l’ultimo giorno a Bilbao con un grande evento che ha visto oltre 60 mila persone riversarsi nelle strade per celebrare la lingua e la cultura basca.
Emozionante per noi partecipare e contribuire a un pezzetto di questa storia, raccogliere il testimone e trasportarlo qualche centinaio di metri in avanti al grido incessante di TIPI TAPA TIPI TAPA KORRIKA, che veniva dalla camionetta che precedeva la maratona e dalla folla che l’accompagnava.
Con noi i compagni e le compagne di Santutxu insieme a quell* conosciuti in questi anni durante la vicenda di Lander e Aingeru e nel percorso di solidarietà e scambio con Euskal Herria.

In particolare sta volta siamo arrivati nel Paese basco con una motivazione fondamentale, riportare nella sua terra la storia Karlos, rinchiuso in isolamento nel carcere di Rebibbia da più di un mese, per un reato di Kale Borroka risalente al 1997, per il quale è stato condannato nel 2000 a 16 anni di carcere.
Per questo abbiamo corso con il suo nome stampato sulle magl
iette e portando trai vari striscioni che parlavano di libertà per i prigionieri e le prigioniere, anche una ‘pankarta‘ con scritto Karlos Libero Karlos Askatu!
Inoltre questo viaggio è stato l’occasione per visitare Andoain, il paese di Karlos, conoscere i suoi compagni e la sua famiglia, partecipare con loro al presidio che ogni venerdì i solidali e i familiari dei pres@s fanno in tutta Euskal Herria.
Ascoltando le loro parole abbiamo potuto constatare,come già sapevamo, che Karlos, nonostante vivesse da 15 anni in italia, è per tutti loro un compagno costretto alla latitanza e all’esilio dall’assurda condanna che gli era stata imposta, e dalle infami leggi spagnole che perseguitano la popolazione basca da decine e decine di anni.
Ci siamo ri-conosciuti nell’Herriko Taberna di Andoain, nelle scritte sui muri, negli striscioni, nei sorrisi, nelle strette di mano complici e solidali, al di là della distanza dei luoghi in cui viviamo e delle lingue diverse che parliamo.

Durante la nostra permanenza in Euskal Herria abbiamo avuto anche la possibilità di partecipare al corteo che si è svolto ad Ondarroa per la liberazione di Ibon “Iparra” e di tutti i detenuti malati.
Conoscevamo Ondarroa attraverso le straordinarie immagini che 2 anni fa ci avevano raccontato del muro di resistenza popolare, l’Herri Harresia, che aveva impedito per 3 giorni l’arresto di Urtza.
Questa volta un grande corteo cui hanno partecipato persone provenienti da tutta EH, ha sfilato per le strade della cittadina di pescatori, per concludersi in una grande piazza con i discorsi dei famigliari di Ibon e un canto in omaggio a “Iparra”, detenuto a madrid nonostante sia gravemente malato, e per chiederne la liberazione, insieme a quella de* presoak malati in generale.
La manifestazione si è sciolta cantando tutti insieme e a gran voce l’Eusko Gudariak. https://www.youtube.com/watch?v=PN-Ljep9Tr0

Nei giorni trascorsi in Euskal Herria abbiamo visitato diversi luoghi e incontrato vecchi e nuovi compagn* , da tutt* abbiamo apprezzato la grande accoglienza e disponibilità verso la ITALIAKO KUADRILLA.
A
tutt* loro va il nostro ringraziamento, ESKERRIK ASKO, e il nostro arrivederci, AGUR…. eta BENGA!!!!!

 

Karlos: dal 24 febbraio in regime di isolamento, in un silenzio assordante!

  • Marzo 20, 2015 00:49

20 marzo 2015

amniSiamo in attesa delle motivazioni del rifiuto della richiesta di arresti domiciliari per Karlos.
Una decisione assurda che mantiene il nostro compagno ancora in regime di isolamento nel carcere di Rebibbia.
In questi giorni sta crescendo la rete di solidarietà con Karlos, i suoi famigliari, compagni e amici, con iniziative di finanziamento e informazione in diverse città italiane. Una rete di solidarietà e di controinformazione che sarà necessario sviluppare ed estendere nelle prossime settimane. Si avvicina infatti la data entro la quale la famigerata audiencia nacional spagnola dovrà inviare i documenti per ufficializzare la richiesta di estradizione di Karlos, e pertanto sarà cruciale la campagna contro la sua estradizione, e per denunciare le falle dell’impianto accusatorio che ha portato alla sproporzionata e assurda condanna per terrorismo nel 1997.
Dal giorno dell’arresto di Karlos si registra un assoluto silenzio da parte dei media mainstream (che, nei rari casi in cui si sono occupati del caso, si sono limitati a riportare la velina del ministero della giustizia spagnolo).

Un velo di silenzio che è necessario squarciare, perché nel silenzio la lunga mano della repressione spagnola ha gioco facile.
Parlare di Karlos, opporsi alla sua estradizione e denunciare l’assurdità della sua condanna, vuol dire denunciare l’immobilismo dei governi di madrid e parigi nella risoluzione del conflitto in Euskal Herria, a quasi quattro anni dalla fine unilaterale e definitiva della lotta armata da parte di Eta; vuol dire denunciare i processi politici che, oggi come nel 1997, colpiscono duramente il movimento giovanile della sinistra indipendentista basca; vuol dire denunciare il continuo uso del teorema accusatorio secondo cui “tutto è ETA”, utilizzato dai giudici spagnoli per reprimere e illegalizzare organizzazioni politiche e movimenti sociali, come l’organizzazione internazionalista Askapena; vuol dire denunciare la criminale politica di dispersione che tiene le prigioniere e i prigionieri politici baschi a centinaia di chilometri di distanza dai loro cari; vuole dire parlare delle decine di rifugiati ed esiliati politici baschi che, per l’immobilismo di madrid, sono ancora costretti a rimanere lontani dalla loro terra e dalla possibilità di poter contribuire attivamente alla creazione della Euskal Herria libera e in pace di domani. Sostenere Karlos e la sua opposizione all’estradizione, vuol dire sostenere chi viene colpito dalla repressione per lottare per una società più giusta.

Karlos askatu! Denak Askatu!
Karlos libero! Tutte liberi!

 

COMPLICI E SOLIDALI CON KARLOS!

  • Marzo 14, 2015 17:30

All Reds vs Spartaco Rugby
ALL REDS ROMA E SPARTACO RUGBY

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C.S.O.A. CORTO CIRCUITO , 25 ANNI DI OCCUPAZIONE

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CSA BARAONDA E EHL MILANO

 torino x karlos
CSOA ASKATASUNA E EHL TORINO

pavia per karlos pavia per k
SOLIDARIETA’ CON KARLOS-PAVIA

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ENOTICA,  FORTE PRENESTINO- ROMA

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ITALIA-GALLES , RUGBY  6 NAZIONI, STADIO OLIMPICO-ROMA

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Laboratorio cultura indipendente & laboratorio hip-hop meticcio stayreal/rapnoize – CSO RICOMINCIO DAL FARO- ROMA

perugia
ULTRAS GRIFONI -PERUGIA

forte karlos
CSOA FORTE PRENESTINO-ROMA

karlos oaxaca
OAXACA- MEXICO, PER KARLOS CON RABBIA E CON AMORE

KARandoain karlos

andoain
ANDOAIN- EUSKAL HERRIA

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CSOA FORTE PRENESTINO- ROMA

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ALEXIS OCCUPATO- ROMA

EUSKAL HERRIA- Andoain- manifestazioni in solidarietà con Karlos!

  • Marzo 2, 2015 16:10

 

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VOLANTINO IN EUSKERA DISTRIBUITO DURANTE LA MANIFESTAZIONE:

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VOLANTINO IN CASTIGLIANO:
errepresioa ez da bidea cast

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KARLOS ASKATU! KARLOS LIBERO!

Aggiornamento del 27/02/2015 dall’udienza di convalida dell’arresto di Karlos Garcia Preciado.

  • Febbraio 27, 2015 16:57

corteo a andoain per KarlosQuesta mattina presso la IV sezione della corte d’appello di Roma si è svolto l’interrogatorio di convalida dell’arresto di Karlos.
Alla presenza degli avvocati, il giudice ha convalidato l’arresto e ha fatto a Karlos qualche domanda.
Karlos si è opposto all’estradizione immediata e i suoi avvocati hanno fatto richiesta di arresti domiciliari.
Come sappiamo il governo spagnolo ha 40 giorni di tempo per richiedere l’estradizione.
Tra qualche giorno il tribunale si pronuncerà sulle richieste degli avvocati accogliendole o confermando il suo fermo presso il carcere di Rebibbia, dove attualmente Karlos si trova.

L’udienza si è svolta a porte chiuse ma un gruppo di solidali ha potuto ugualmente salutarlo all’entrata e all’uscita dall’aula; Karlos era ammanettato e scortato ma comunque sorridente, dimostrando di non perdersi d’animo.

In attesa di novità rinnoviamo a tutti e tutte l’invito a scrivergli per fargli sentire la nostra solidarietà.

Karlos Askatu!
Karlos Libero!

Karlos García Preciado
casa circondariale di Roma – Rebibbia
via Raffaele Majetti 70 00156

ANCORA UN CASO BASCO A ROMA – KARLOS ASKATU!

  • Febbraio 26, 2015 13:03

ETXERAANCORA UN CASO BASCO A ROMA..

Ancora un caso basco a Roma, ancora una volta la nostra città è attraversata da una storia che parla di repressione, persecuzione, condanne spropositate emesse dall’ Audiencia Nacional, il Tribunale Speciale di Madrid, che da decenni è complice delle torture ai danni di militanti baschi/e.

Karlos García Preciado vive da 14 anni in Italia, qui lavora e costruisce ogni giorno la propria vita, dopo essere stato costretto ad andarsene dal Paese Basco, davanti ad un’accusa assurda che lo condanna a 16 anni per reati di kale borroka -lotta di strada- di quasi vent’anni fa.

La storia di Karlos è la storia di tanti e tante che hanno pagato e continuano a pagare, nonostante ETA abbia abbandonato le armi nel 2011 a favore di un processo di risoluzione del conflitto.
In tutto il mondo centinaia di latitanti esiliati, iheslariak, che hanno rinunciato alle proprie vite per non rinunciare alla libertà.
A loro si aggiungono i deportati, mandati al confino, cui la spagna rifiuta da decenni il permesso di rientrare, a cui si sommano a loro volta i circa 500 prigionieri e prigioniere basche chiuse nelle carceri di spagna e francia, colpiti dall’infame sistema della dispersione, che li costringe reclusi a centinaia di km di distanza dalle loro famiglie.

Pesanti accuse di terrorismo, costantemente, perseguitano i dissidenti baschi e ci ricordano le condanne spropositate chieste per Lander e Aingeru per un presunto bus danneggiato nel 2001, nel corso di una manifestazione a Bilbao, in occasione della messa al bando di SEGI, l’organizzazione giovanile del tempo.
Pensiamo alla vicenda di Arkaitz Bellon, che un anno fa è stato ucciso dalla dispersione che lo ha costretto a 13 anni di carcere duro, a più di mille km dalla sua famiglia, per presunti reati dello stesso genere.
Con facilità pensiamo a quanto accade anche in italia in questi anni, dove al danneggiamento di un compressore che brucia in Val Susa corrispondono accuse di terrorismo, con carcere e isolamento per i/le No Tav.

I tentacoli dello stato spagnolo arrivano fin qui da noi, Karlos è il quinto compagno basco arrestato a Roma in pochi anni, e ancora una volta ci troviamo davanti a una gogna mediatica, un’ignobile narrazione dei media spagnoli e italiani.
In questi tempi di caccia alle streghe, cercando in ogni modo la criminalizzazione delle lotte, non si vede l’ora di trovare il terrorista di turno da sbattere in prima pagina e accostarlo così a presunti reati di danneggiamento, come può essere in questo caso, un bancomat bruciato.

Contemporaneamente con le nuove norme antiterrorismo gli apparati repressivi , legittimano e rafforzano i meccanismi e i dispositivi di controllo e sorveglianza con i quali dichiarano di continuare ad indagare per ricostruire le ipotetiche reti di appoggio di cui Karlos si è avvalso in questi anni.
C’è poco da indagare, potete sprecare migliaia di euro in dispositivi tecnologici, ma la solidarietà non si controlla, non si processa e non si arresta, fa parte del nostro DNA.. centinaia sono le persone che negli anni hanno condiviso un pezzo di cammino con Karlos ..e poco importa se per molti di loro era Roberto.

In queste ore Karlos si trova in regime di isolamento nel carcere di Rebibbia, domani a piazzale Clodio alle 12e30 ci sarà l’interrogatorio di convalida dell’arresto e su questo verranno dati aggiornamenti tramite gli avvocati che lo stanno seguendo.

Invitiamo tutti e tutte ad inviare a Karlos telegrammi di solidarietà e a fargli sentire che non è solo.

KARLOS ASKATU !
EUSKAL PRESO TA IHESLARIAK ETXERA!

Uncasobascoaroma

per scrivere:
Karlos García Preciado
casa circondariale di Roma – Rebibbia
via Raffaele Majetti 70 00156

6 marzo @ALEXIS OCCUPATO ” Tortura, carcere,repressione, Voci di Resistenza”

  • Febbraio 26, 2015 12:24

6marzocarlos6 MARZO 2015 ALEXIS OCCUPATO VIALE OSTIENSE 124

dalle 18
Dibattito con
uncasobascoaroma
Alexis Occupato
ACAD Associazione Contro gli Abusi in Divisa – Onlus
Avv. Maria Luisa D’addabbo
Avv. Francesco Romeo

PROIEZIONE DI
VOCES: detenzioni e tortura nel Paese Basco

LETTURE DAL LIBRO
L’AMICO CONGELATO di “Sarri” Joseba Sarrionandia

APERITIVO CON PINTXOS A SOSTEGNO DEL KM DELLA KORRIKA 2015
E SOTTOSCRIZIONE PER LE SPESE LEGALI
#KARLOSASKATU!

Operazione repressiva contro gli avvocati dei presoak #JeSuisBasque !

  • Gennaio 13, 2015 22:19

Rdada Abogados. Registro Manzisidor.Ieri mattina, 12 gennaio, un’ operazione della guardia civil ha portato all’arresto di 16 persone in tutta Euskal herria.
12 di questi sono avvocati del collettivo dei prigionieri politici. L’operazione denominata “Mate” é direttamente collegata a quella compiuta già più di un anno fa quando 18 persone furono arrestate nell’operazione contro Herrira. La retata di oggi va a colpire direttamente anche il finanziamento del collettivo dei prigionieri e delle prigioniere, con il sequestro di denaro nelle varie sedi perquisite (Herriko Taberna, sindacato LAB) tra Bilbao, Hernani e Durango. Fonti della polizia parlano di 90.000 euro prelevati e sequestrati durante le perquisizioni. Sono i soldi che sabato, durante la manifestazione imponente di Bilbao, erano stati raccolti per sostenere le spese delle centinaia di prigionieri politici che si trovano nelle carceri spagnole e francesi.
Tre degli avvocati soni stati arrestati direttamente a Madrid dove era previsto uno dei tanti maxi processi contro i militanti della sinistra indipendentista.
Tra gli avvocati arrestati anche kepa, che molti di noi hanno conosciuto negli anni passati in quanto legale di Lander e Aingeru.

Da subito sono stati organizzati presidi e manifestazioni solidali in tutta Euskal Herria.
In serata sono finite le perquisizioni nella sede del sindacato autonomo LAB mentre anche durante il presidio solidale una manifestante é stata fermata.
Mobilitazioni in tutta Euskal Herria hanno chiesto a gran voce la liberazione degli arrestati e delle arrestate,e la fine dei giudizi politici.

Da Euskal Herria chiamano alla mobilitazione generale tutti i solidali e i comitati di solidarietà alla causa basca:
Dimostriamo ancora una volta che: EUSKAL HERRIA NON CAMMINA SOLA!
#JeSuisBasque
http://www.notav.info/post/comunicato-di-solidarieta-con-gli-avvocati-baschi-dagli-avvocati-dei-notav/
http://www.naiz.eus/eu/actualidad/noticia/20150112/jesuisbasque-cataliza-en-la-red-la-indignacion-por-la-operacion-contra-los-abogados
http://www.naiz.eus/eu/actualidad/noticia/20150112/operacion-de-la-guardia-civil-contra-varios-abogados-vascos http://askapena.org/eu/content/otra-vez-el-fascismo-espa%C3%B1ol-agrede-con-detenciones-al-pueblo-vasco
http://www.radiondadurto.org/2015/01/12/paesi-baschi-retata-della-guardia-civil-in-carcere-16-persone-accusate-di-terrorismo/?fdx_switcher=true http://contropiano.org/internazionale/item/28526-democrazia-occidentale-retata-di-avvocati-baschi-sedici-arresti-per-terrorismo
http://www.infoaut.org/index.php/blog/conflitti-globali/item/13658-paesi-baschi-retata-contro-gli-avvocati-della-sinistra-indipendentista

Da Roma a Euskal Herria solidarietà con Aingeru e Piol!

  • Dicembre 1, 2014 13:57
zuluAingeru e Piol sono stati processati lo scorso 3 novembre davanti all’audiencia nacional per fatti accaduti nel quartiere di Santutxu (Bilbao) nel novembre del 2001.
La procura chiedeva 5 anni per ognuno di loro per aver bruciato un bancomat 13 anni prima.
Qualche giorno fa è arrivata la sentenza che condanna Aingeru e Piol a 3 anni di carcere.
Tutti e due presenteranno ricorso davanti al tribunal supremo, e quindi non dovranno andare in carcere finchè la sentenza non sarà definitiva in secondo grado.
Le prove per condannarli sono state le solite dichiarazionI estorte sotto tortura in commissariato, sotto regime di “incomunicacion” quando sono stati arrestati nel 2003.
nano e rapnoize2Bisogna riccordare che sia Aingeru che Piol sono già stati in carcere per anni.
Piol aveva recuperato la libertà nel 2011 dopo aver scontato una condanna di 8 anni e Aingeru aveva recuperato la libertà insieme a Lander nel novembre scorso, festeggiando la loro libertà anche a Roma con l’ “ongi etorri” di gennaio.
PIOL E AINGERU LIBERI!!!
VIDEO:
99 posse in concerto per genova 2001 ,per Aingeru e Piol e per la libertà di tutti e tutte
Nano e laboratorio Hip Hop Stay Real con Euskal Herria
zulu2Durante la serata benefit per  Genova 2001, al L.O.A. Acrobax, striscioni, parole e musica in solidarietà con Aingeru e Piol e per tutti i compagni e le compagne costrette in carcere.
Da Euskal Herria alla Palestina, dai No Tav a Genova 2001..
HAMAIKA HERRI BORROKA BAKARRA!

TANTI POPOLI UN’UNICA LOTTA!
ELKARTASUNA ETA ASKATASUNA!
  SOLIDARIETA’ E LIBERTA’!
99 posse199 posse

3 novembre, con Aingeru e Piol !

  • Novembre 3, 2014 11:07

AINGERU EPAIKETA MANI KARTELAAingeru Cardaño, che molti di noi hanno avuto la fortuna di conoscere l’anno scorso come compagno coimputato nel processo di Lander, sarà nuovamente giudicato oggi, 3 novembre, presso l’audiencia nacional di madrid.
Insieme a un altro compagno di Indautxu, Piol, saranno chiamati oggi a processo per rispondere all’accusa di un presunto reato di kale borroka, che si riferisce a 14 anni fa e per cui il pubblico ministero chiede 5 anni di carcere.

Una storia che si ripete quella della persecuzione da parte dell’autorità madrilena, di giovani indipendentisti baschi, per presunti reati di danneggiamento, anche a distanza di molti anni, con l’inutile scopo di punire, limitare e scoraggiare la dissidenza basca, che invece non teme la repressione e va avanti verso la liberazione di Euskal Herria e di tutti i prigionieri e le prigioniere politiche ancora costrette nelle carceri spagnole e francesi.

Complici e solidali con Aingeru e Piol!
Non sarete mai soli!

BORROKA DA BIDE BAKARRA!
LA LOTTA è L’UNICO CAMMINO!